BORGO SAN LORENZO – Borgo San Lorenzo è inondato dalla serena e morbida luce del pomeriggio. Nello slargo della piazza del Poggio si staglia la torre medievale del vicolo Manino mentre sullo sfondo svettano un’altana, non più esistente, e l’inconfondibile campanile della pieve millenaria.
Per l’immediatezza del tratto, la freschezza dei colori e la luminosità dell’insieme anche un occhio inesperto capisce che la mano è quella di un pittore di gran talento. Si tratta infatti di John Singer Sargent (1856-1925), uno dei maggiori protagonisti della scena artistica tra Ottocento e Novecento.
Figlio di un medico statunitense, Sargent nacque a Firenze ma visse da vero cosmopolita in Francia, Inghilterra e Stati Uniti alternando frequenti viaggi in Italia (Venezia, Firenze, Capri). Si applicò inizialmente allo studio del paesaggio e poi si dedicò per lunghi anni alla ritrattistica riscuotendo notevole successo nell’ambito dell’aristocrazia europea e dell’alta borghesia americana. Dai primi anni del Novecento prescelse la tecnica dell’acquerello, su cui l’aveva istradato sin da giovane sua madre.
Nella sua vita errabonda ebbe sempre nel cuore la città nativa, al pari di tanti artisti di oltreoceano, come ha documentato la bella mostra “Americani a Firenze” allestita a Palazzo Strozzi nel 2012. Tra le vedute delle vie cittadine e della campagna fiorentina che Sargent ci ha lasciato nessuno però ha mai ricordato o esposto i due acquerelli realizzati nel 1910 durante un’escursione nel Mugello. In quel periodo abitava nella villa di Torre Galli a Scandicci, insieme agli amici inglesi William Blake Richmond e i coniugi De Glehn. Forse furono proprio loro che lo accompagnarono, in calesse o in automobile, fino a Borgo San Lorenzo. Di certo qui piazzò il cavalletto e aprì la sua cassetta con pennelli e colori, attratto da un magico scorcio di paese.

Si suppone che una prima stesura gli sembrasse poco soddisfacente, dato che la stessa veduta è riprodotta in una versione assai meno sfolgorante. I due acquerelli di Sargent oggi fanno parte della dotazione del Metropolitan Museum di New York: per fortuna i cataloghi disponibili on line ci permettono di conoscerli e apprezzarli. Una vera sorpresa.
Adriano Gasparrini
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 20 febbraio 2021