
FIRENZUOLA – Il 31 maggio 1924, il signor Mercuri, proprietario del Grand hotel du lac del Covigliaio, si trovò davanti una nobildonna con il suo seguito che chiese di pernottare nell’albergo.

Forse ebbe anche qualche sospetto, e indagando presso un gentiluomo al seguito ebbe la conferma che si trattava nientemeno che della regina Margherita, ormai settantenne. Questa, proveniente da Siena, si stava recando a Salsomaggiore per delle cure termali.

Appena la notizia si sparse si radunò davanti alla struttura una considerevole folla, composta da signori ben vestiti e da contadini scalzi e abbronzati dal sole, desiderosi di vedere la regina madre, la quale ebbe buone parole per tutti.
I bimbi della locale scuola elementare, con la maestra Rita Bianchi, portarono in dono numerosi mazzi di fiori che la sovrana accettò con gioia. Il municipio di Firenzuola mandò, per un saluto, del consiglio comunale, l’assessore Arnaldo Sagri.
Margherita, soddisfatta per l’accoglienza ricevuta, promise di fermarsi di nuovo se avesse avuto ancora occasione di passare.

Giuseppe Panzacchi fece per l’occasione stampare un “ricordo” dell’avvenimento, gioendo per l’inaspettata visita, in quello che una volta era l’albergo di proprità della famiglia, e al contempo rammaricandosi del fatto che la concorrenza della ferrovia Firenze Bologna attraverso Porretta, aveva assai fatto diminuire il passaggio dal Covigliaio e gli aveva tolto “ la fortuna di veder passare, dopo Federico Barbarossa e dopo Napoleone, altre Altezze che lo rendevano ( l’albergo ) amato e ricercato dai grandi. “ … “ La Porrettana, tolta ogni risorsa alla strada, all’albergo, spenta l’industria del forestiero, ha lasciati la rovina e l’avvilimento abbattersi su Covigliaio”.
In questo “ricordo” si ripercorrono gli episodi recenti del risorgimento, a cui la famiglia aveva partecipato attivamente, il passaggio di Garibaldi nel 1848 al quale i Panzacchi prestarono assistenza e fecero da guida, nel tragitto tra fino a Santa Lucia . Si fa un accenno anche ai cavalli e alle carrozze dell’albergo, tutti di prim’ordine e assai richiesti, tanto che lo stesso Pio IX, di passaggio nel 1857, che rimase anche colpito dal patriottismo della famiglia degli albergatori, volle essere condotto a Roma dai loro cavalli.
L’albergo nacque come stazione di posta, contemporaneamente all’inaugurazione della strada della Futa del 1759. Fu gestito dalla famiglia Panzacchi fin dall’inizio. A fine ottocento quando cessarono i trasporti regolari tramite diligenze, a causa, come detto sopra, della concorrenza ferroviaria, la stazione di posta venne abolita e la struttura riconvertita ad uso di villeggiatura. Il paese, per la posizione amena e per le favorevoli condizioni climatiche, soprattutto nel periodo estivo, conobbe una rinascita votata non più al passaggio di viaggiatori, ma al soggiorno dei villeggianti.

L’albergo venduto dai Panzacchi ai primi del novecento, cambiò diverse gestioni e nomi; fu albergo del Covigliaio, hotel Du Parc, hotel Baglioni, nel 1931 albergo Gianna fino a diventare, negli anni ottanta, sede di una casa di riposo.
Sergio Moncelli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 31 Maggio 2020