Sant’Andrea a Cerreto Maggio (Vaglia)
Superato l’abitato di Vaglia in direzione Firenze, un’ampia stradella comunale si stacca dalla Bolognese per proseguire lungo la valle del Carzola (Gargiolla in antico) fino all’abitato di Paterno. Da qui, piegando sulla destra, una carrareccia secondaria sale alla chiesetta di Sant’Andrea a Cerreto Maggio.
Ben prima di raggiungere l’apice del ruvido promontorio che ospita la chiesa, lo sguardo è rapito dalla mole imponente del campanile che in origine costituiva la torre di avvistamento della rocca di Cerreto.

Cerreto Maggio, torre campanaria
Ancora integra nella sua possente struttura, la torre parzialmente addossata agli ambienti della canonica, conserva nitidi i tratti della sua natura castrale con l’ampia base in grandi blocchi di arenaria e un paramento a vista in alberese di bozze regolari. Nella parte mediana della parete est è ancora godibile un elegante portale tamponato, impreziosito da stipiti e arcata a tutto sesto realizzati con pietre finemente tagliate.

L’elegante portale tamponato sulla parete est della torre.
Nella parte sommitale, la diversa disposizione del paramento denuncia un aspetto diverso da quello originale, dovuto ad un intervento probabilmente necessario per l’adattamento della torre a cella campanaria.

La piccola monofora dell’abside
Già nel XII secolo, signori e feudatari del luogo erano i Cerretani, nobile famiglia che esercitava il proprio potere dal castello di Monte Morello, divenendo poi illustri interpreti del fasto e delle principali vicende storiche fiorentine. Il patronato esercitato da questa famiglia sulla chiesa di Sant’Andrea sarebbe passato poi a quella dei Da Castiglione per confluire infine all’intero popolo di Cerreto.
Agli inizi del Cinquecento Cerreto Maggio costituiva il riferimento spirituale per gli abitatori di un nutrito numero di coloniche presenti entro un circuito territoriale di oltre quattro miglia, esteso dal Monte Morello al Poggio Razzo.
A Sant’Andrea era annessa la parrocchiale di San Giusto a Scarabone, demolita nel XVII secolo, esistente da tempo immemorabile al lato di un’altra struttura fortificata sulle pendici del Monte Morello.
Difficile la datazione temporale della chiesa, con origini forse collocabili nel primo secolo dopo il Mille, aspetto che si evince anche dalla natura dell’abside e da elementi architettonici ancora visibili sul lato sud della costruzione.
L’edificio di culto, ristrutturato nella prima metà del Settecento, si presenta come corpo isolato, staccato dal campanile e dalla canonica, orientato est-ovest secondo l’uso nelle strutture sacre più antiche. La copertura è a due spioventi, con facciata intonacata sulla quale si apre un’ampia finestra arcuata che da luce ad un interno semplice e ad unica navata. All’interno si accede superando il breve porticato sul quale poggia la cantoria.
La canonica è ampia, di cubatura superiore a quella della chiesa, caratterizzata da evidenti interventi di restauro che si sono succeduti nel tempo e da un porticato che si apre con archi a tutto sesto sull’angolo prospiciente la facciata della chiesa.

Il porticato di ingresso alla chiesa
Chiusa al culto nella seconda metà del Novecento, la chiesa non è più visitabile internamente, destinata ad un deplorevole abbandono che ne pregiudica progressivamente l’integrità strutturale lasciandoci solo un vago ricordo delle vestigia e delle bellezze artistiche che si custodivano al suo interno.
Storici del recente passato ce la descrivono ricca di pregevoli opere d’arte, con le due cappelle laterali delle famiglie Iacopini e Cecchini ornate di stucchi. Su una parete laterale era un affresco di antica fattura rappresentante il Crocifisso tra la Madonna, San Giovanni e due angeli. Fra le opere maggiori è da ricordare una tavola trecentesca a fondo oro della Madonna col Bambino e un calice di rame sbalzato a smalti databile al XVI secolo.

Il monumento ai caduti della Seconda Guerra Mondiale.
Su un piccolo promontorio adiacente la canonica è sistemato un monumento di recente realizzazione in ricordo dei caduti della Seconda Guerra Mondiale.
Scheda e foto di Massimo Certini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 28 maggio 2019