“Scrigno dei miei affetti”, una nuova poesia di Bruno Becchi
Questo cielo decembrino
mi piange addosso neve
e un vento gelido
arruffa i miei pensieri
e mi regala il ricordo di te,
scrigno dei miei affetti giovanili.
Rivedo l’eleganza austera dello chignon
– che raccoglie capelli lunghissimi –
la dolcezza espressiva del volto,
la grazia rassicurante del sorriso.
Rivivo la commozione intensa
di un momento, di un gesto, di uno sguardo.
Come un passero disorientato,
nel paesaggio dall’insolita veste,
il mio animo vola a te
e, quasi spaurito, picchia ai vetri della tua stanza
in cerca di buon senso.
Attraverso il varco della nostalgia,
la mente si affaccia su voragini di vuoto
che la vita col suo incedere ha scavato.
Solchi profondi a confine
di una terra di nessuno,
e di un tempo sovrapposto,
ove i lineamenti del reale sfumano,
i limiti dell’attuale si offuscano
mentre la memoria si snebbia.
Il futuro appare prigioniero del passato
ed il presente ostaggio del rimpianto
per le opportunità non colte,
le aspettative deluse,
le chimere vanamente inseguite.
I ricordi rivivono come episodi dell’oggi,
e in bocca sento il gusto agro
di essere stato motivo di sofferenza,
talvolta, per qualcuno.
Intenso avverto allora il desiderio
di lasciare addietro tutto ciò che sciupa,
fare schermo ai riflessi della mestizia,
drizzare avanti lo sguardo,
superare le distanze,
trasformare l’incompiuto in completezza.
Alzo quindi gli occhi verso l’orizzonte
in cerca di un aiuto,
in cerca del tuo aiuto,
della tua voce suadente e speranzosa,
della tua presenza eloquente e silenziosa.
Bruno Becchi
Foto: Massimiliano Nardoni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 2 febbraio 2025