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Un premio letterario per far scoprire la bellezza del Mugello. Intervista ad Annamaria Pecoraro

MUGELLO – Un “premio viaggiatore”, quello di “Nuovi occhi sul Mugello”. Così lo definisce la presidente dell’associazione Annamaria Pecoraro, che abbiamo sentito per conoscere la storia ma anche il futuro di un premio che ogni anno cresce esponenzialmente.

Come nasce Nuovi occhi sul Mugello? “In realtà è nato prima il premio e poi l’associazione, che è stata creata l’anno successivo alla prima edizione. A l’inizio infatti era venuto fuori come progetto ideato da me e dall’allora presidente Serena Latini, ma grazie a Gianni Calamassi che da anni è il nostro presidente di giuria ed al coinvolgimento delle Avis locali che ci hanno fortemente aiutato, siamo riusciti a creare un forte legame tra cultura e solidarietà, un legame che è diventato fondamentale per noi”.

Perché lo chiami “premio viaggiatore”? Perché il Mugello è tanto bello quanto sconosciuto fuori dai suoi confini. E questo premio nasce proprio con l’intento di far conoscere sotto una nuova luce il Mugello, tanto fuori quanto dai Mugellani stessi. E devo dire che in questi sette anni abbiamo avuto un grande successo sotto questo punto di vista, con persone veramente da tutto il mondo che ci hanno inviato la loro visione del Mugello, di questa terra meravigliosa. E la cosa che più mi fa piacere è che anche tante scolaresche mugellane e di fuori hanno partecipato, e questo è importante perché loro sono il futuro della cultura, della storia e di questo territorio.

Quando si parla di Nuovi occhi sul Mugello è impossibile discernere la parte culturale da quella della solidarietà. È dovuto in gran parte alla scelta che abbiamo fatto da subito con l’associazione, ovvero quella di rendere il premio ‘itinerante’ e far diventare soggetto un comune diverso del Mugello ogni anno. Un modo per celebrare quel comune, ma anche per farlo conoscere e per aiutare delle realtà presenti sul territorio che aiutano le persone del territorio. Penso alla ludoteca che abbiamo aiutato a realizzare a Barberino, ma anche alla casa che accoglie le donne maltrattate a Ronta o all’associazione che aiuta le famiglie in difficoltà a Marradi. Insomma, per noi è un modo per lottare contro l’indifferenza e far vedere il buono che c’è nel Mugello sotto ogni punto di vista.

C’è un’edizione che porti particolarmente nel cuore? Ogni edizione è speciale in sé, perché si tratta di una festa dove le persone possono condividere il loro modo di pensare e vedere, senza pregiudizi e con grande gioia e libertà. Ogni anno poi di fatto è una crescita anche di pubblico: siamo partiti dalla biblioteca di Vicchio sette anni fa e l’anno scorso abbiamo riempito il palazzetto dello sport di Dicomano. In più siamo contentissimi di aver previsto, da tre anni, il premio alla carriera, che va a colui che del Mugello è un’icona. Quest’anno sarà premiato Tebaldo Lorini”.

C’è un obiettivo, un sogno che sperate di realizzare nelle prossime edizioni? Sicuramente speriamo di far crescere la nostra famiglia di soci, aumentare le partecipazioni ed aumentare le persone che vogliono vedere il Mugello sotto una luce diversa. E soprattutto vorremmo che si radicasse l’idea che l’arte non va messa da parte, ma può essere d’aiuto e supporto per tutti. E spero tra dieci anni chiunque possa godere ancora di Nuovi Occhi sul Mugello.

Andrea Pelosi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 30 Giugno 2020

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