Il piccolo busto della Vergine Maria con il Bambin Gesù apparteneva al pievano Brunori che nel 1853 lo donò alla chiesa, appena preso possesso della parrocchia. La scultura è stata poi restaurata nel 1934 e in tale occasione ha probabilmente acquisito la colorazione attuale.
Non ci sono notizie precedenti per poter individuare un artista e un periodo di produzione con certezza, ma la scultura presenta tutti gli elementi per poter appartenere a una grande produzione in serie di busti di Madonna tipica del ‘400 fiorentino. Nelle botteghe degli artisti di Firenze dove si lavoravano i capolavori rinascimentali, si fabbricava anche una vasta quantità di opere di minor pregio e quindi alla portata di tutti. Per queste opere il maestro della bottega preparava il calco in gesso e i discepoli producevano in terracotta numerose copie. Questa produzione in serie rende difficile riconoscere l’autore del calco da cui derivano le varie copie. Gli studiosi hanno individuato per il Quattrocento un modello senese e un modello fiorentino; il busto di San Piero a Sieve appartiene al modello fiorentino, che gli studiosi fanno risalire alla bottega di Lorenzo Ghiberti, autore della Porta del Paradiso del Battistero di Firenze. Si tratta della bottega di scultura più importante della prima metà del ‘400, ma ancora non ci sono prove certe che il modello sia stato preparato dal Ghiberti o dai suoi aiutanti.
Inoltre durante l’ ‘800, quando molti di questi busti antichi finirono sul mercato degli antiquari, si diffusero anche numerosi falsi, preparati partendo da dei calchi dei busti originali e che sono quindi difficili da distinguere.
scheda a cura di Francesco Calamai
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