Al centro del presbiterio della pieve campeggia il monumentale altare maggiore chiesa, del tipo romano, costituito da una mensa a cassa e due gradini, ai cui estremi si trovano, a tutto tondo, due teste di cherubini alati. Il grande tabernacolo centrale con frontoncino e sportellino raffigura, a rilievo, il calice eucaristico.
L’elegante e insieme monumentale manufatto fu realizzato nel 1796 su disegno e opera del fiesolano Angelo Bini, su commissione del pievano Francesco Betti da Mangona che definì l’artefice come uno dei più bravi marmisti di Firenze. L’arredo, costato 350 scudi, si inserisce nel contesto dei manufatti in pietre dure di cui l’artigiano fiorentino era particolarmente esperto, a seguito della notevole esperienza maturata all’interno dell’Opificio delle Pietre Dure.
La severa semplicità dell’apparato decorativo e l’articolazione cromatica, quasi bicroma, confermano l’appartenenza alla fase finale del XVIII secolo, per il linguaggio a carattere chiaramente neoclassico. Angelo Bini, scarsamente noto agli studi, è autore di altri arredi simili, tra cui l’altare della chiesa di Santa Lucia alla Castellina a Sesto Fiorentino, documentato al 1793, il cui frontoncino appare del tutto simile a questo della pieve di San Pietro. Il Bini è noto anche per aver eseguito gli altari per le chiese dei SS. Prospero e Filippo a Pistoia e di san Cassiano a San Casciano Val di Pesa.
scheda a cura di Marco Pinelli
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