MUGELLO – Figura carismatica nell’area appenninica del Mugello dove erano concentrati i maggiori cantieri della costruenda Autostrada del Sole, don Renzo Forconi divenne il cappellano del lavoro di quei cantieri su incarico dell’Arcivescovo di Firenze, Monsignor Florit, esercitando il proprio impegno pastorale dalla Parrocchia di S. Lucia all’Ostale, nel comune di Barberino di Mugello, di cui era priore.
Amico d’infanzia di don Lorenzo Milani, che a sua volta divenne priore di Barbiana, piccola frazione del comune mugellano di Vicchio, come quest’ultimo dedicò la sua vita ad aiutare i più bisognosi. Numerosi furono gli episodi che lo videro protagonista della vita operaia dei cantieri autostradali. A lui era riservato un tavolo nella sala mensa dove ogni domenica si recava a celebrare messa col suo “altare da campagna” e ad assistere le numerose maestranze, provenienti soprattutto dall’Italia Meridionale. A queste, oltre al conforto religioso, sapeva sempre accompagnare un messaggio di grande umanità e solidarietà sociale, prodigandosi, senza mai risparmiarsi, per alleviare la loro lontananza dai paesi d’origine e creando, anche per loro, un minimo di organizzazione ricreativa all’interno dei cantieri, spesso a spese sue e, a volte, con iniziative che coglievano di sorpresa i suoi stessi superiori.
Il successo di questa sua missione fu sottolineata anche da eventi che tutt’ora sono nella memoria di chi lo conobbe personalmente. Come dimenticare il pellegrinaggio a Roma da Papa Giovanni XXIII, da lui organizzato facendosi “scontare” il biglietto dalle Ferrovie dello Stato, che il 31 maggio 1959 portò quattrocento operai alla presenza del Sommo Pontefice?
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L’ambiente di lavoro era la sua frontiera quotidiana, nella quale non mancarono episodi luttuosi e drammatici come la tragedia del Mulinuccio, che lo vide in prima fila a confrontare i superstiti ed i parenti disperati delle vittime di quel giorno tremendo, in cui persero la vita quattro operai dei “suoi” cantieri, che egli corse a benedire, come ultimo saluto, ai piedi di quel ponte maledetto. Rimarrà nella memoria con la tonaca nera impolverata e la sua “Vespa”, che lo portava sulle impervie e polverose strade dei cantieri del Mugello, negli ospedali per assistere i feriti e tranquillizzare le famiglie lontane, per poi tornare, sempre a tarda sera, nella sua modesta canonica a raccogliersi in preghiera per tutti loro.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 ottobre 2016
3 commenti
Vi ringrazio per avere pubblicato questa bellissima e intensa intervista a Don Renzo. Abitavo allora a Barberino di Mugello e ho un nitido ricordo di questo giovanissimo Sacerdote, pieno di energia,di iniziativa ( se mi è consentito, anche anticonformista per quei tempi) assolutamente disponibile con la Sua attività Pastorale verso le maestranze che lavoravano in condizioni di estremo sacrificio. Ho ritrovato nella mente circostanze e Persone che ho avuto modo di conoscere – quali don Mugnai (il vecchio Parroco di Migneto), Rolando Mensi sindacalista e poi Sindaco di Barberino, don Bensi ed altri. Mi sono ritrovato in tempi nei quali anc’io ero giovanissimo … Grazie !
Cesare Caramalli
Gran brava persona io l’ho conosciuto come parroco della struttura oda diacceto
Una redisenza per persone disabili, per lui i ragazzi erano i sui figli .
Scopro quasi per caso in perodo di pandemia (27/11/2020) questo filmato su Don Renzo.
Avevo circa dieci anni quando Don Renzo venne come parroco a S Lucia. Allora abitavo nei locali della scuola di S. Lucia accanto alla chiesa. Sono stato per alcuni anni chierichetto di Don Renzo e a volte mi portava con la sua velocissima lambretta 175 gialla per dire messa in parrocchie della zona. Era un mito sia per me che per gli ragazzi. Ho partecipato fra l’altro alla costruzione del campanile della chiesa di S.Lucia e mi sono rivisto con grande emozione nella gran parte dei racconti del filmato. Don Renzo ha lasciato anche in me tracce positive indelebili. Grazie