La Badia di Santa Maria in Riocesare, nota anche come badia di Susinana è uno degli edifici storici più rilevanti del territorio.
Fondata da monaci vallombrosani intorno all’anno 1050, viene citata per la prima volta in una bolla papale di Papa Urbano II nel 1090 e successivamente in altre bolle fino al 1115. I documenti successivi a questo anno sono purtroppo dispersi e fino alla seconda metà del 1500 non si trovano riferimenti specifici. Si pensa che tutta la vita e la struttura amministrativa della Badia sia stata abbastanza simile a quella delle vicine abbazie vallombrosane di Razzuolo, Moscheta e Crespino.
Particolarmente importante, comunque, un’altra Bolla, quella di Urbano III del 26 giugno 1185, nella quale si autorizza la sepoltura dei laici che ne facciano richiesta, previa un’offerta presso cimiteri della congregazione.
In virtù di questa autorizzazione, il 19 agosto 1302, pochi giorni prima della sua morte, Maghinardo Pagani da Susinana, signore di Imola, di Faenza e di tutta la valle chiede di essere sepolto in abito vallombrosano presso l’abbazia di Riocesare, con un cospicuo lascito di beni mobili ed immobili. Secondo quanto affermato da alcuni storici ai quali si è ispirata la tradizione popolare, questa tomba sarebbe presso l’andito degli appartamenti della chiesa, o meglio presso una porta del monastero, ora chiusa, che immette in tale andito. Di fatto la tomba non è stata trovata né è stato trovato il cimitero dei monaci, il che autorizza a pensare che le sepolture avvenissero in realtà fuori delle mura abbaziali. In via ipotetica anche nella vicina località denominata La Tomba, sulla quale insiste oggi un piccolo cimitero. Grazie ai lasciti di Maghinardo, la Badia prosperò anche economicamente almeno fino alla fine del 1300.
Segue poi un periodo di crisi economica che porta intorno al 1450 alla riduzione della Badia a Commenda, cioè fu sottratta all’amministrazione degli abati ed affidata alle cure di persone esterne e passò sotto il controllo della Badia di Razzuolo. Agli inizi del 1600 la Badia, grazie ad alcune donazioni e ad acquisti accurati, riesce a risollevarsi economicamente e vengono intrapresi molti lavori di manutenzione e di miglioramento. La Badia riuscì ad evitare di essere inclusa nel decreto del granduca Leopoldo del 1780 che ridimensionava e sopprimeva alcuni monasteri. Nel 1808 però il governo napoleonico soppresse anche Susinana. I beni passarono alle Domenicane di Marradi, la Badia fu trasformata in parrocchia e il monastero fu trasformato in abitazione privata.
Seguì un periodo di degrado fin quasi all’anno 2000, quando la chiesa è stata recuperata e ristrutturata completamente dal lavoro volontario del gruppo alpini di Palazzuolo che l’hanno resa di nuovo fruibile e hanno permesso il ritorno, fino a qualche tempo fa, di alcuni religiosi.
Il complesso della Badia di Susinana è ben conservato e dal 1600 ad oggi non ha subito particolari trasformazioni come si deduce dalle tele che la riproducono da quella data ad oggi. Il nucleo centrale del monastero presenta una struttura quadrangolare con un cortile interno e quattro torrette agli angoli, coperte di lastre di arenaria. Il lato che guarda verso il fiume presenta due ordini di finestre e varie aperture per dare luce a numerosi vani seminterrati. Sulla sinistra di questo lato abbiamo l’ingresso alla chiesa tramite un porticato. Sul lato opposto troviamo ancora due ordini di finestre e il portone di accesso al vecchio monastero sul lato sud è presente un ampio spazio delimitato da un muretto e da varie costruzioni, l’antico orto. A nord la chiesa, l’edificio che ha subito maggiori trasformazioni. La struttura primitiva era romanica, come dimostra l’arco sopra l’altare maggiore che separava la navata dalla zona apsidale ora non più circolare. L’antico campanile, probabilmente crollato a causa di un terremoto, è stato sostituito da un piccolo campanile a vela con tre campane. Molti gli arredi, dipinti ed oggetti ad uso liturgico censiti nel 1980. Pregevole il bellissimo coro in legno di castagno datato 1771 posto dietro l’altare maggiore.
Presente nella chiesa, in prossimità del fonte battesimale anche una rilevante opera ceramica delle Fornaci Chini di Borgo San Lorenzo, raffigurante il battesimo di Gesù.
4 commenti
Ciao, sono Sergio Padovani del Cile.
Sto indagando sui miei antenati. Due di loro si sposarono nella chiesa di Santa Maria con Rio Cesare:
Natale Padovani Campidori si sposò il 30 giugno 1835 con Caterina Ricci Dall’Ossa e
Rosa Padovani Campidori sposò il 30 ottobre 1823 sposata con Angiolo Visani Sartoni.
Sono interessato a sapere dove sono nati Natale Padovani Campidori e Rosa Padovani Campidori.
In anticipo sarò molto grato per le informazioni.
Ciao Sergio, puoi risalire a queste informazioni facendo delle ricerche qui in comune presso l’archivio napoleonico. Forse a Palazzuolo.
Buongiorno, il piccolo cimitero sconsacrato che si trova sulla Provinciale lì vicino, faceva parte della tenuta? Grazie Ilaria
Ciao di nuovo, sono Sergio Padovani, che ha scritto l’anno 2020. Ho cercato negli archivi di Antenati Italiani, ma non ci sono informazioni che indichino dove sono nate le persone che cerco.
La parrocchia di Santa Maria de Susinana non ha traccia di questo periodo?
Se non li hai, dove potresti cercare. Quello di cui ho bisogno è sapere dove sono nate o battezzate le persone di cui sopra. Di solito gli atti di matrimonio lo indicavano.
Grazie per il tuo tempo e aiuto.