BORGO SAN LORENZO – La compagnia teatrale Live Art si cimenta con il più celebre classico natalizio di sempre: “Canto di Natale” di Charles Dickens, una storia di redenzione, dal grande contenuto psicologico e spirituale. Lo spettacolo andrà in scena a Villa Pecori, giovedì 19 dicembre alle 21.15. Ce ne parla il direttore artistico Marco Paoli.
Che operazione avete fatto per elaborare la drammaturgia di “Canto di Natale”? Si è compiuta la classica riscrittura teatrale di un racconto in prosa. Tenendo conto di ciò che si voleva raccontare, si è fatto un adattamento che evidenziasse bene le caratteristiche dei personaggi. Un grande autore come Dickens facilita tale operazione con la sua enorme capacità narrativa, che ci consegna personaggi e atmosfere con forti connotati.
Qual è l’aspetto di Dickens maggiormente utile per la società odierna? Dickens è, come tutti i grandi autori, “sempre attuale”. In particolare qui si indaga l’avidità umana e si pone l’accento su una già nascente “economia di mercato” che, considerato il tempo in cui fu scritto il racconto, ha dei connotati addirittura poetici. Da una parte c’è un’umanità povera ai limiti della sussistenza, dall’altra la borghesia che ingrassa se stessa senza alcun valore etico. In questo si riscontra una totale aderenza alla attuale società, alle prese con il mostro del consumismo.
“Blue Christmas” (la malinconia del Natale) è un termine usato anche in ambito neuro-scientifico per descrivere la tristezza che può produrre l’atmosfera natalizia. È un’idea che si evince anche dall’opera che metterete in scena? In questo nostro adattamento, ma anche nel racconto, l’unico personaggio che “soffre” il Natale è Scrooge, che lo odia con tutto se stesso. Tutti gli altri personaggi vivono l’atmosfera natalizia in modo tradizionale. L’intero racconto è volto alla redenzione del vecchio avido e insensibile. Però la comicità che a tratti emerge dal suo atteggiamento ostile fa trasparire in molti una certa empatia nei confronti di Sgrooge. In questa latente simpatia nei suoi confronti si possono trovare gli indizi che molti celino il fastidio dato dalle “feste comandate” dietro la tradizione da rispettare.
Ci sarà anche una parte musicale? Sono previsti dei canti natalizi eseguiti a cappella e/o accompagnati al piano, che sottolineano l’atmosfera e scandiscono il passare del tempo.
A cosa, secondo voi, è dovuto il successo del Canto di Natale, che ha portato a produrre versioni molto diverse?Il successo dell’opera di Dickens, che lo rende appunto eterno sta, credo, nella totalità delle cose dette fino ad ora. Si tratta di un bel racconto, che descrive perfettamente atmosfere e personaggi e che contiene in sè tutte le componenti che occorrono per attrarre i lettori e gli spettatori. Sono presenti la lotta tra buoni e cattivi (che poi così cattivi non sono), lo scontro tra bene e male, la catarsi, la redenzione, il lieto fine. Insomma tutto ciò che è necessario per divertirsi, pensare e uscire dal teatro o dal libro con la speranza.
Info e prenotazioni: 3703092227
Ingresso: 12 euro con brindisi finale
Caterina Tortoli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 dicembre 2019
1 commento
Pingback: Il Filo del Mugello » Il “canto di Natale” di Charles Dickens in scena a Villa Pecori Giraldi