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Come si amoreggiava nei tempi andati? I racconti in dialetto marradese

Centro-studi-campaniano-1MARRADI – È ai blocchi di partenza il ciclo di incontri organizzati dal Centro Studi Campaniani di Marradi che, per il quarto anno consecutivo, porta avanti il progetto a salvaguardia e valorizzazione del dialetto marradese.

“A t’ salut” (Ti saluto ) è il titolo del progetto a ricordo dell’amichevole arrivederci che il poeta Dino Campana frequentemente usava come saluto, testimoniando il suo apprezzamento per questa lingua schietta e musicale. L’iniziativa ha coinvolto diversi marradesi che ancora conoscono e parlano correntemente il dialetto; le riprese degli incontri, fatte da Francesco Cavina sono state organizzate e “condensate” da Alberto Dragotto e possono essere viste nel sito dei dialetti romagnoli, dove le ha inserite Davide Pioggia.

Con questo progetto il Centro Studi Campaniani intende raccogliere e conservare le testimonianze orali non solo di un patrimonio linguistico che va scomparendo, ma anche della cultura, della storia e delle tradizioni di questa zona di confine tra la Romagna e la Toscana.
Primo appuntamento sabato 24 marzo 16.30 presso il Centro Studi Campaniani. Dopo l’introduzione del presidente Mirna Gentilini e il saluto del sindaco Tommaso Triberti si passerà al tema della giornata che riguarda gli approcci amorosi e le relazioni tra uomo e donna, titolo : “ E’ filaren, e’ zovnot, e’ ganz, e’ bec, la mi’ ragaza, la mi’ dona, la mi’ ganza” ( il filarino, il giovanotto o fidanzato, il ganzo, il becco, la mia ragazza o fidanzata, la mia donna, la mia ganza) . Sarà l’occasione per ascoltare, rigorosamente in dialetto marradese, dalla voce di Giovanna, Luisa, Alfredo, Caterina, Elvio, Francesca e tanti altri ancora, i racconti delle consuetudini che regolavano i rapporti amorosi, ma anche gli aneddoti e gli episodi boccacceschi che la fantasia popolare arricchiva e rendeva spassosi con termini dialettali evocativi.

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 marzo 2018

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