“Dio e Patria” di Antonio Margheri, un contributo nuovo e originale alla storia del Mugello
BORGO SAN LORENZO – E’ un bel libro quello pubblicato da Antonio Margheri (presentato a Ronta il 4 ottobre scorso, articolo qui). Ricco di notizie, che si sente sono frutto di ua ricerca meticolosa e appassionata.
Ed è un un contributo interessante anche perché fa luce su un ambito fin qui troppo poco studiato e approfondito. Quello della presenza e dell’attività del mondo cattolico locale nella vita sociale e politica. Fino a poco tempo fa la ricerca storiografica locale è stata forse un po’ strabica, e non lo si dice in senso polemico. Lo spirito ideologico e partigiano porta a guardare dalla propria parte. Però occorre l’onestà intellettuale di non censurare, di portare alla luce. Nello studiare la storia ci può essere un spinta iniziale di maggiore interesse verso una parte, ma occorre poi essere in grado di valutare tutto l’insieme. E allora bisogna riconoscere che finora la storia e il contributo dei cattolici, nell’ultimo secolo, qui in Mugello è stato poco indagata, poco studiata. Non credo sia un problema di fonti, o di materiali –anche se si narra, con cruccio, di due scatoloni posseduti da Ismaello Ismaelli, uno tra i fondatori delle Leghe bianche mugellane, che i familiari bruciarono per paura dei fascisti, scatoloni con tanti documenti compreso uno scambio di lettere con Don Sturzo-. A volte forse ha pesato e può pesare ancora un certo pregiudizio ideologico. Ci sono libri, usciti anche di recente, che appaiono piuttosto unilaterali, tanto da omettere alcune figure di parroci antifascisti, per avvalorare le proprie tesi.
Per questo fa piacere leggere le pagine pubblicate da Margheri, che raccontano le memorie di un cattolico borghigiano. Memorie che rivelano nitidamente una precisa visione della vita, sorretta, come dice la nipote Daniela Pini, dalla fede e da una straordinaria forza d’animo. E nella narrazione di Antonio Margheri si può intravedere la maglia fitta di una presenza significativa, quella della Chiesa, che era intimamente connaturata alla vita quotidiana nelle campagne mugellane. Del resto fu il cardinale Mistrangelo a paragonare il Mugello alla Vandea cattolica. E non è un caso che qui nacquero molto vivaci e radicatissime le prime leghe bianche, così come le casse Rurali. E lo stesso Pini fu membro attivo dei laicato cattolico a Borgo San Lorenzo, in diverse attività sociali e politiche dell’epoca.
E c’è un’altra cosa che colpisce nel diario di Antonio Pini: l’umanità, lo sguardo di orrore unito alla cristiana rassegnazione con la quale affronta i drammi della guerra, la morte dei suoi compagni di prigionia, la fame e condizioni di vita incredibili.
In questo senso le memorie di Pini diventano per tutti un monito. Solo cento anni fa tanti nostri concittadini, tanti familiari, tante persone a noi vicine, sono andate a morire, spesso di malattia e di stenti per una guerra durata quattro anni e che anche in Mugello ha fatto così tante vittime. Non diamo per scontato, la dimostrazione si ebbe solo trent’anni dopo, che quegli orrori non si sarebbero mai potuti ripetere, addirittura incrementati.
Per questo “Dio e patria nel Mugello” è un libro che conviene leggere.
Paolo Guidotti
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 dicembre 2015