FIRENZUOLA – Partiamo da lontano. Nel piano dell’Arca, prossimo alla sorgente del Santerno, a valle di Cornacchia la Repubblica Fiorentina decise nel 1306, la costruzione di una terra nuova, che unitamente a Castel Santa Barnaba, doveva permettergli l’espansione nell’appennino, da secoli dominato dagli Ubaldini.
Ci vollero 26 anni per arrivare, l’8 aprile 1332 alle otto di mattina, alla posa della prima pietra della futura cittadella murata, a cui, su suggerimento di Giovanni Villani, fu dato il nome di Firenzuola. Sembra che dovesse avere Mura di 633 braccia di lunghezza e 342 di larghezza, (370×200 mt.) con quattro porte e 16 torri, di cui 4 negli angoli, ed essere alte quasi 12 metri.
I lavori procedettero spediti per dieci anni, ma nel 1342, quando rimanevano da completare le parti di coronamento delle Mura e delle Porte, gli Ubaldini, approfittando di un disimpegno nella guarnigione, incendiarono e distrussero tutto.
La ricostruzione riprese con lentezza e fatica, fino al 1351 quando i Visconti, a cui si allearono gli Ubaldini, conquistarono Bologna, presero Visignano e Monte la Fine, Piancaldoli, Castiglioncello e a luglio scesero fino a Firenzuola, distruggendola di nuovo e cercando poi, senza successo, di marciare su Firenze.
Negli anni a seguire però la potenza della Repubblica Fiorentina aumenta e fra il 1358 ed il 1362 entra in possesso di numerosi castelli degli Ubaldini.
Nel 1361 vi è l’apertura della strada del Giogo da Scarperia a Firenzuola, fatta per scansare quella più antica che passava per Castel Guerrino e Cornacchiaia, nel mezzo dei possedimenti degli Ubaldini.
Intanto Firenzuola era una cittadella senza Mura e difese e finalmente nel 1371 la Repubblica decise di procedere alla ricostruzione.
Nel gennaio 1373 fu nominato il Vicario dell’Alpe che doveva risiedere nel castello. Nasce ufficialmente il Comune di Firenzuola e finisce la signoria degli Ubaldini, che hanno dominato il Mugello e l’alta Valle del Santerno per seicento anni.
Nel 1377 non c’erano le Mura ma c’era la Rocca che serviva come residenza del Podestà, che in quel tempo era Michele di Lando (1343-1401).
Trascorre quasi un secolo, fino all’ottobre del 1470, quando come racconta Niccolò Machiavelli, nelle Istorie Fiorentine, “… i Fiorentini, finita la guerra di Serezana, vissono infino al 1492 che Lorenzo de’ Medici morì, in una felicità grandissima: perché Lorenzo, posate l’armi d’Italia, le quali per il senno e autorità sua si erano ferme, volse l’animo a fare grande sé e la sua città, … E perché in nel suo stato più quieta e secura vivesse, e potesse i suoi nimici, discosto da sé, combattere o sostenere, verso Bologna, nel mezzo delle alpi, il castello di Fiorenzuola affortificò;“.
Fu Lorenzo de Medici a volere la fortificazione di Firenzuola ed all’uopo furono investite ingenti somme, coinvolgendo nei lavori i Fratelli Giuliano e Antonio Giamberti, detti da Sangallo, protagonisti del periodo di transizione quando lo sviluppo dell’artiglieria “ a fuoco”, con le micidiali palle di ferro, impose radicali innovazioni nei sistemi difensivi. Dal maggio del 1496 sovrintende all’opera Antonio da Sangallo il vecchio, che darà alle Mura la configurazione finale contro il tiro a fuoco. Le Mura furono completate con 4 bastioni ad angolo acuto ai quattro angoli, due cavalieri a saliente ottuso che interrompevano le cortine di cui uno incorporante la Rocca e le due porte a pianta poligonale.
“… si tratta probabilmente del primo esempio assoluto di centro abitato precostituito che ricevette una intera cerchia con tracciato regolare sistematicamente bastionate attraverso una formula rimasta concettualmente immutata, anzi raramente attuata con altrettanto rigore.”
Carlo Perogalli- Rocche e forti Medicee, Rusconi Milano 1980
Firenzuola servì quindi ai Sangallo come palestra per costruzioni più impegnative, infatti, mentre Antonio lavorava a Firenzuola, Giuliano procedeva con la costruzione della Fortezza di Poggio Imperiale a Poggibonsi, che dal 1496 continuò Antonio.
Tra le particolarità delle mura Firenzuola vi è anche il reimpiego, nelle sei cupole delle camere da volata, della tecnica dello spinapesce, che permette di realizzare delle cupole, anche di grande diametro, senza dover usare le centine di legno per sostenerle durante la fase di costruzione. utilizzata dal Brunelleschi nella cupola di Santa Maria del Fiore e dimenticata dopo la sua morte (1446).
Una volta ultimate, all’inizio del 1500, venne a mancare l’occasione della funzione difensiva e da subito ne iniziò il declino e l’abbandono.
Nel 1904/5 furono aperte le Mura per motivi “d’igiene”, oltre le due porte, in tre punti (via SS.Annunziata + via Bertini e via S. Antonio).
Le Mura erano vuote per assai tratti, per potere internamente passare dalla Rocca ai fortini. Di questi fortini se ne levano due sulle Porte e quattro sugli angoli delle Mura. Di faccia alla rocca grande ergevasi sulle Mura di levante un’altra rocca più piccola ed è quella dove sta presentemente l’ospedale. I fortini dei quattro angoli, abbassatieridottiaprivatigiardini,nullaritengonodell’anticafierezza,mentre sebbene prive di coronamento merlato e dei ballatoi, rimangono ancora quasi intere le Mura … queste però più che il secolo XIV, ci ricordano i tempi Medicei, nei quali essecollesovrappostefortezzefuronorifatte.Fuquestorifacimentooperadi Lorenzo il Magnifico.
Stefano Casini, Dizionario Biografico Geografico Storico Del Comune di Firenzuola, Tip. Campolmi Firenze 1914 Vol.1 pag. 138
Le Mura, come tutto il castello di Firenzuola furono bombardate il 14 settembre 1944. Danneggiate in molti punti sono comunque sopravvissute e sono ancora visibili all’attento osservatore che riesce ad intravvederle tra i rovi e l’abbandono.
Hanno forma rettangolare con quattro bastioni acuti agli angoli e due ottusi come rompitratta, di cui quello a Nord Est in mezzeria, mentre la Rocca, preesistente, è spostata leggermente a sud, con le due porte al centro dei due lati nuovi. La distanza tra le due porte è 202 metri e 186 metri tra la Rocca e il lato opposto.
Il fossato, che circondava le Mura si poteva allagare con le acque del Rio Barondoli e del Santerno con una presa a monte della cittadella.
All’interno dei quattro bastioni e della Rocca vi è una vano circolare del diametro di circa 5 metri coperto da una volta ribassata in mattoni a spinapesce, con al centro un foro che esce in alto, per l’uscita dei fumi dello sparo delle cannoniere.
I cunicoli per le cannoniere sono larghi 1,80 mt e lunghi intorno ai 5 mt ed alti 1,7 mt con inseriti nelle pareti elementi in pietra serena per l’aggancio dell’artiglieria onde fermarne il rinculo. La copertura è a volta a botte di mattoni a spinapesce, con un camino per l’uscita del fumo.
L’accesso ai bastioni è dall’interno della cinta Muraria attraverso una ripida scala.
All’interno delle Mura, nei tratti prossimi ai bastioni, vi sono dei camminamenti che però, sembra, non proseguissero a collegare tra loro i bastioni.
Ecco il gioiello nascosto di Lorenzo il magnifico. Un gioiello sconosciuto e dimenticato, se è vero che le mura di Firenzuola non sono mai state oggetto di un decreto che le individua tra gli immobili sottoposti alle disposizioni di tutela del D. Lgs. 42/2004 Parte Seconda “Beni Culturali” cioè a tutela “monumentale”.
Fausto Giovannardi
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 agosto 2021