Fotografo professionista, Francesco Noferini, sanpierino di nascita, borghigiano di adozione, dopo il grande successo riscosso con le sue immagini della cava di Pissy, in Burkina Faso, nella mostra allestita in uno degli spazi museali dell’ex Ospedale degli Innocenti, a Firenze, continua a riscuotere riconoscimenti e richieste per replicarla anche in altri luoghi. Così ha raccolto l’invito del comune di Montespertoli. Dal 30 Marzo e fino al 22 Aprile, presso il “Centro per la cultura delle vite e del vino – I Lecci”, Via Lucardese 74, proprio a Montespertoli (FI), sarà ospitata la mostra fotografica “BURKINA FASO. Le donne e i bambini della cava di Pissy”.
Non è la prima volta che Francesco Noferini espone le sue fotografie fuori dal Mugello. Oltre a quella già citata di Firenze, ricordiamo le più recenti, al “Cottolengo Centro Don Orione” di Bologna, al “Centro Don Orione” di Seregno (Monza-Brianza). Adesso questa nuova esperienza che andrà ad aggiungersi alle precedenti. Il fotoreportage dal Burkina Faso è stato realizzato durante una missione con l’associazione Assomiss di Borgo San Lorenzo, con il presidente Luca Margheri, nell’ambito del progetto Ippocrate, una iniziativa di volontariato per l’allestimento di presidi sanitari in quella parte di Africa.
Con tanti anni di esperienza a tutto tondo, in una disciplina in continua evoluzione, Francesco non si è mai tirato indietro di fronte all’incalzante nuova tecnologia digitale. Così, nel tempo, ha lasciate la fotomeccanica, le pellicole pancromatiche, lo sviluppo dei negativi e la stampa analogica per tuffarsi nel mondo dei pixels e delle schede SanDisk.
La sua attività, in senso lato, lo vede interprete di una fotografia d’autore che spazia dai paesaggi ai ritratti, dalla quotidianità alle opere d’arte. Scatto dopo scatto, immagine dopo immagine, dal turbinio dei colori alla veracità del bianco e nero, Francesco, riesce a far parlare le sue istantanee.
Ma è soprattutto attraverso il bianco e nero che esprime tutta la sua professionalità. Come nel caso dei volti delle donne e dei bambini della cava di Pissy. Esseri umani sfruttati in un lavoro massacrante che generano sincera commozione. Dettagli, particolari, prospettive, angolature, luci, ombre, esposizione, contrasto e bilanciamento. Insomma, il meglio della tecnica fotografica per approfondire uno scenario di vita quotidiana in un angolo di mondo. Lo zoom di Francesco scruta gli sguardi, cattura le smorfie nei volti, immortala i carichi di lavoro di quelle donne, seziona un ambiente ancestrale e disumano inconcepibile per i nostri giorni.
La mostra fotografica “Burkina Faso. Le donne e i bambini della cava di Pissy”, ormai si può considerare un classico delle immagini in bianco e nero contemporanee. Scatti d’autore in una tecnica fotografica consolidata opera di un professionista del pixel. [Gianni Frilli]
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 marzo 2018