Gasteropodi, che roba è?
MUGELLO – I Gasteropodi (chiocciole ed affini) fanno parte del phylum dei Molluschi, coi Bivalvi (vongole e affini) ed i Cefalopodi (seppie ed affini). Essi sono il secondo gruppo animale col maggior numero di specie (da 70 a 100.000), ovviamente dopo gli insetti. Per fare un confronto: noi mammiferi superiamo le 5.000 specie, anche se ci sentiamo gli organismi più importanti del pianeta. Troviamo questi animali in tutti gli ambienti, salvo che nell’aria: quindi, in mare, nelle acque dolci e sulla terraferma. Non c’è ambiente in cui non capiti di incontrarli o di trovarne le tracce, costituite principalmente i gusci; quelli a spirale hanno sempre attirato l’interesse per la loro eleganza e variabilità, al punto che certi popoli in passato li hanno persino usati come moneta. Ma, abitando in Mugello, il mio interesse si è rivolto soprattutto alle specie terrestri, decisamente poco appariscenti.
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Foto di Paolo Bassani
Girando per boschi, fossi o prati di montagna, trovavo sempre gusci di chiocciole e quindi decisi di approfondire l’argomento. Nel biennio 1984-85 assegnai una ricerca a un paio di classi di studenti di biologia ed ecologia. Ero convinto, sulla base delle mie superficiali impressioni, che mi avrebbero portato al massimo i gusci di una decina di specie, che avrei riconosciuto sfruttando la mia esperienza paleontologica (infatti i gasteropodi sono tra i fossili più comuni). Ma quando esaminai gli oltre 600 gusci raccolti mi resi conto che le specie erano più di una trentina, dei quali solo 3 o 4 ben classificabili. Chiesi aiuto agli zoologi della facoltà di Scienze dell’Università di Firenze ma mi risposero che lì avevano studiato solo le specie marine dei Caraibi; casomai potevo rivolgermi a Siena, dove c’era qualcuno che se ne occupava. Mi consigliarono di consultare una guida di campagna Collins, scritta ovviamente in inglese, che riguardava solo il Nord-Ovest dell’Europa, Svizzera compresa. L’acquistai e lessi che in Italia c’erano vari studiosi della materia, raggruppati in una società (la Società Italiana di Malacologia), ma nessuno aveva prodotto una guida per il riconoscimento. Ci rimasi male: se è così comune trovare gusci di chiocciole (senza contare le chiocciole senza guscio, altrettanto comuni), vuol dire che questi animali esercitano un ruolo molto importante nell’ecosistema: perché non avevano stampato un libro per conoscerli meglio, considerando anche i danni che possono provocare agli orti e alle culture in genere? Ho appreso di recente quanti siano i loro predatori: ricci, toporagni, talpe, topi, rospi, lucertole, orbettini, stafilinidi, larve di lucciola, carabidi (ce n’è addirittura uno specializzato ad entrare con il torace nel guscio!), merli e storni, oche ed anatre, cinghiale (e forse la lista non è completa).
Ho continuato a prestare attenzione a questo gruppo di animali, con o senza guscio che fossero. Nella ricerca di funghi capita spesso di imbattersi in un lumacone, lungo anche più di 15 centimetri: il Limax maximus. Un giorno ne vidi uno su un legno a terra, pieno di muco e con strani filamenti grossi 4 millimetri: lì per lì pensai che qualcuno l’avesse sbudellato e passai oltre. Un’altra volta, in una lamponaia, ne vidi due che, testa contro coda, velocissimi, giravano attorno ad un palo rotondo fino in cima, per poi scendere con la stessa velocità e sparire tra l’erba. Di che cosa si trattava? Lo scoprii a Grezzano, sulla stradella che va a Casa d’Erci: c’erano due lumaconi avvinti così strettamente da non riuscire a distinguerli, sospesi ad un filo di muco di un 30 centimetri ad un’altezza di un paio di metri da terra; da essi uscivano due tubi che si intrecciavano ed univano in fondo, lunghi anch’essi quasi mezzo metro. Dove i tubi si univano si vedeva in trasparenza un liquido azzurrino.
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Foto di Paolo Bassani
Ero in presenza di un accoppiamento tra lumaconi: gli individui sono ermafroditi, ma non possono autofecondarsi, per cui devono accoppiarsi con un altro individuo. I due tubi sotto di loro non erano altro che i due peni, che si scambiavano il liquido seminale. Ho sempre pensato, come tutti, che i lumaconi siano animali del tutto privi di qualunque slancio: ma questo modo d’accoppiarsi sospesi ad un filo di muco a quasi due metri da terra me li ha fatti conoscere come animali amanti del brivido e con una grande fantasia erotica.
Sempre intorno a Casa d’Erci ebbi un’altra sorpresa: c’erano dei lumaconi di colore dal rosso acceso all’arancione! Questa volta i libri mi aiutarono. Si trattava della forma meridionale di un altro lumacone, che di solito è tutto nero, il cui nome è Arion ater, appartenente alla famiglia degli Arionidi, diversa da quella del Limacidi, da cui si distingue per avere l’orifizio polmonare (un buco tondo ben visibile quando l’animale è disteso) nella parte anteriore destra del mantello, quel piccolo rilievo dietro la testa (i limacidi lo hanno nella parte posteriore destra del mantello).
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Foto di Massimo Squarcini
Se i lumaconi attraggono poco (a parte gli spericolati esercizi erotici) maggior interesse presentano i grossi martinacci (Helix pomatia), insieme alla consimile Helix aspersa, perché sono deliziosi al palato, ovviamente dopo accurata preparazione. Li ho assaggiati per la prima volta a Sorrento, quando aiutavo un amico nel rilievo geologico della penisola. Sul sentiero, una mattina, ce n’era una enorme quantità, scaraventati da un orto sovrastante la strada dal coltivatore evidentemente stufo di vederli mentre divoravano le amate piante. Ne raccogliemmo parecchi e, dopo averli fatti spurgare, li consegnammo ad una trattoria locale perché ce li cucinasse. Erano buonissimi, anche se non posso negare che a mangiarli provai una certa repugnanza.
Tutti gli animali sopracitati sono dotati di polmone, una cavità irrorata da sangue per permettere gli scambi gassosi con l’ossigeno dell’aria. Da notare che molti gasteropodi hanno come pigmento respiratorio l’emocianina, con il rame al posto del ferro, come nell’emoglobina. Ma tra le chiocciole terrestri ve ne sono alcune che respirano per branchie, come la comunissima Pomatias legans, i cui gusci a torricella sono sparsi ovunque, soprattutto nei posti secchi. Una particolarità di questa chiocciola, alta circa un centimetro, è che può chiudere l’ingresso all’interno del guscio con un opercolo calcareo piatto, che funge così da porta.
Una volta di più la natura ci riserva tante sorprese.
Paolo Bassani
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – agosto 2021
Molto interessante, questi animali mi hanno sempre affascinato!Ho due domande all’esperto.E’vero che le lumache sono intelligenti?Altra domanda.Un’amica che abita poco sopra a me ha il giardino invaso da chiocciole, io pochissime.Ho due cani.E’possibile che le mangino i cani?
Se vuole può rispondermi tramite mail,grazie!