MUGELLO – La storia di un volume antico che evoca una sua primordiale origine in questo territorio. Si tratta di un graduale, cioè, in termini comprensibili ai più, un libro che raccoglie canti per la celebrazione dei riti religiosi. Un manoscritto membranaceo (pergamena) trecentesco. L’araldica di uno stemma, riprodotto su due pagine, lo riconduce ad una donazione, certa, da parte di una famiglia originaria e radicata in Mugello: gli Ubaldini da Soli. Un’esclusiva, con immagini inedite.
Diciamo subito che, per gli studiosi e gli addetti ai lavori più in generale, non è una scoperta, tantomeno una novità. L’esistenza di questo volume, “il graduale 85”, conservato nella biblioteca provinciale dei frati Minori, Provincia Toscana di San Francesco Stimmatizzato (OFM Toscana), era nota, certamente almeno a partire dal 24 settembre 1992, quando venne trasferito dal convento francescano La Madonna di Livorno. Un manoscritto di grandi dimensioni (553 x 383 mm.), composto di 328 carte o fogli, cioè le pagine, racchiuso in una coperta in pelle, il dorso a sette nervature doppie, borchie, cantonali e bindelle di chiusura. Imponente. In buono stato di conservazione.
La scheda di accompagnamento lo definisce di “una sola mano”, con una datazione nei primi anni del 1300, ad eccezione di un’unica pagina ripresa, sembra, nel XVIII secolo. Presenta le iniziali molto curate, fitomorfe, figurate e istoriate con la raffigurazione di santi (Agostino, Tommaso, Silvestro, Giovanni evangelista, Stefano) e con i periodi dei tempi (Maestà, Natività, Adorazione dei Magi, Resurrezione, Ascensione, Pentecoste). La parte musicale è una notazione di tipologia quadrata, con un sistema di sette tetragrammi.

Ma oltre questi aspetti specialistici, sul volume è ripetuto per tre volte uno stemma che lo correla alla committenza di una famiglia del Mugello: gli Ubaldini “da Soli” o “da Cignano”. L’arme riporta una fila orizzontale di losanghe (in geometria i rombi) sovrastata da un sole che irradia i raggi. Non vi sono dubbi è lo stesso appeso sulla facciata della chiesa del convento di Bosco ai Frati ed a questo, presumibilmente doveva appartenere. Il luogo è ricordato, con una precisa documentazione, per aver ospitata una imponente biblioteca, iniziata proprio durante il periodo degli Ubaldini, arricchita con la munificenza de’ Medici, da Cosimo il Vecchio in particolare, e parzialmente integrata dai francescani stessi.

Molti volumi, che recano sul retro della copertina la dicitura “Dalla libreria del convento del Bosco di Mugello”, in varie epoche, vennero trasferiti nelle più importanti biblioteche fiorentine (Medicea Laurenziana, Moreniana e Riccardiana, Museo di San Marco, Biblioteca Nazionale), fra questi i preziosi codici miniati, i corali con le miniature di Beato Angelico e Zanobi Strozzi e una trentina di incunaboli. Ma ancor oggi diversi testi antichi sono conservati proprio nel convento. Una storia inesauribile, in parte ancora da scrivere.
Un ringraziamento a Fra’ Mario Panconi (OFM Toscana), direttore dell’archivio e della biblioteca provinciale dei frati minori e alla dottoressa Chiara Razzolini curatrice della biblioteca stessa, che hanno consentito l’uso delle immagini.
scheda a cura di Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 4 dicembre 2018