FIRENZUOLA – Firenzuola, tra ottocento e novecento, non fu solo uno sperduto paese tra le montagne dell’antica Alpe Fiorentina, ma fu anche un piccolo faro di cultura che illuminò il territorio circostante. Il suo seminario permise di accedere agli studi a molte persone anche di umili origini e formò un clero istruito. Un’accademia letteraria fu fondata dal Fontanelli addirittura nel 1822 in occasione della festa di San Luigi; attiva per alcuni anni, poi se ne perde memoria. Intorno al 1860 fu recuperata e chiamata “dei Ravvivati” con emblema l’Araba Fenice che risorge dalle proprie ceneri, e restò attiva per molti decenni. Si contano anche scrittori, cito a memoria Raffaello Caverni e Francesco Lorenzi, entrambi furono direttori del seminario e quest’ultimo autore anche di una curiosa versione in balzerotto (dialetto parlato in alcune parti del territorio di Firenzuola) della novella del Decamerone intittolata “del re di Cipro e della signora di Guascogna”. Come non citare Tito Casini fecondo scrittore nato a Cornacchiaia, Giovacchino Geroni fotografo e scrittore, oltre che cappellano militare, che pubblicò numerosi libri di viaggi. In paese fu attiva anche una tipografia, dai primi del novecento, assai attiva. Sorsero anche associazioni come il circolo femminile cattolico “Suor Diomira Allegri” e il circolo cattolico maschile “Giosuè Borsi”, che avevano come intento non solo la promozione sociale e religiosa, ma anche la promozione culturale: non era infrequente la rappresentazione di testi e pezzi teatrali scritti dagli stessi appartenenti ai circoli; da ricordare anche i laboratori e scuole di ricamo di Firenzuola, Cornacchiaia e Rifredo, che fornirono lavoro alle giovani del luogo, affinché non fossero costrette ad andare a servizio in città, ma con un occhio anche allo sviluppo morale e culturale delle ragazze.
Il prossimo evento, organizzato dal Comitato Cornacchiaia 1000 Anni, è un pomeriggio dedicato ad un aspetto del panorama culturale di questo angolo di montagna: quello della poesia.
Un’occasione speciale per scoprire i versi e le vite di quattro poeti nati e legati a Firenzuola, vissuti tra Ottocento e Novecento, protagonisti di un fermento culturale in questo angolo incantato dell’Appennino. Parleremo di Giovanni Giuliani, poeta satirico di Rapezzo, al quale don Stefano Casini, nel suo dizionario di Firenzuola, dedica un capitolo. I suoi manoscritti, donati al seminario di Firenzuola alla sua morte, purtroppo si persero per sempre durante il bombardamento del paese.
Ascolteremo la vita e i versi di don Stefano Casini, che fu pievano a Cornacchiaia dal 1885 al 1908. Figura di spicco nella Firenzuola dell’epoca, fu storico, poeta, scrittore, restauratore dell’antica pieve e, soprattutto, pastore zelante.
Condivideremo anche le poesie di Antonio Bacci, autore di un libro di versi e che, in seguito, divenne cardinale e insigne latinista.
Infine, l’ultimo ma non meno importante, Diego Garoglio. Non nacque a Firenzuola, ma trascorse molti anni a Pietramala, a cui dedicò anche una raccolta di poesie.
Un pomeriggio per riscoprire un aspetto delle nostre radici: non solo duro lavoro e miseria, ma anche cultura e gioia di vivere.
Le poesie saranno lette dalla brava Valentina Brancale, attrice diplomata alla scuola di teatro di Siracusa. L’appuntamento è alle 17 di sabato 28 giugno. Non mancare, sarà un momento di emozione e scoperta!
Sergio Moncelli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 giugno 2025