INEDITO – Il pellegrinaggio della parrocchia di Cornacchiaia per il Giubileo del 1900
FIRENZUOLA – Il Giubileo del 1900 venne indetto da papa Leone XIII l’undici maggio 1899 con la bolla Properante ad exitum saeculo, l’inizio solenne si ebbe il 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa. Tra i precedenti, quello del 1850 non si tenne a causa dei disordini politici, quello del 1875, fu promulgato ma la situazione di conflitto tra Stato Italiano e Vaticano, a causa della presa di Roma, fece sì che la partecipazione fosse assai limitata tanto da spingere il Papa a concedere l’ indulgenza anche con la visita a determinate chiese sparse un po’ in tutto il mondo.
Quello del 1900 fu il primo Giubileo che vide pellegrinaggi di massa, questo soprattutto per il grande sviluppo che avevano avuto, negli ultimi decenni, i trasporti ferroviari. Il treno permise lo spostamento di un gran numero di persone, anche il viaggio per il Giubileo diventa possibile per molti, allargando a dismisura il numero dei partecipanti.
In questa situazione anche le più piccole parrocchie di montagna poterono organizzare il loro pellegrinaggio a Roma.
Questo, che riportiamo di seguito, è il resoconto del viaggio di alcuni popolani di Cornacchiaia per assistere all’ evento, insieme a tutta la diocesi fiorentina guidata dall’arcivescovo Alfonso Maria Mistrangelo. Riporto il resoconto, assolutamente inedito, come lo scrisse don Stefano Casini con una prosa stringata ma gustosa, nel quale ci dà anche l’elenco dei partecipanti. Insieme ripercorreremo l’ avventura di questo gruppo di persone che in molti casi, salvo forse il servizio militare, non erano mai usciea dal proprio paese.
Provate a immaginare quello che provarono questi devoti pellegrini catapultati da un villaggio di poche case “chiuso in quel suo profondo vallone cupo di castagni, con intorno quella corona di poggi a ridosso, quel suo borgo nero e scalcinato pressappoco come lo dovettero aver lasciato gli Etruschi…”, a una città che dovette apparir loro immensa e magnifica, ricca di palazzi e di monumenti. Erano in 44, su una popolazione di circa trecento abitanti. Ascoltiamo dunque il racconto del pievano al quale non ho modificato nemmeno una virgola.
Anno 1900 – Pellegrinaggio a Roma
E’ l’Anno Santo.
Il 24 dicembre 1899 Leone XIII aprì la porta santa e sospese le indulgenze tranne quelle pro defunctis, e chiamò con un’Enciclica i Cristiani a Roma.
I Pellegrinaggi cominciarono. Quello della nostra Diocesi fu indetto per il 25 aprile. Con 44 miei Popolani ( non c’è stato altro Popolo nel Comune, né vicino a noi che ne mandasse tanti, tranne Bruscoli che ci arrivò quasi ma non ci arrivò ); il 24 si partì da Cornacchiaia per prendere il treno alle ore 7 a San Piero a Sieve. Il Proposto s’ avvantaggiò a Roma per gli alberghi, io andai la sera a San Piero per ritirare i biglietti e le tessere per i miei e per me. Andata e ritorno da Roma a S. Piero £ 13.55. A S. Piero era pieno di pellegrini del nostro Comune. La mattina si partì in ritardo. Il primo treno speciale era partito da Firenze coll’ Arcivescovo alle 6, il secondo partiva alle 9: non arrivammo ad onta che si protestasse si dovette aspettare fino a mezzogiorno. Ungendo le ruote, ottenni un vagone bello e apposta per i miei e per il di più, chi voleva venire.Si azzeccò due buoni mangioni per guardie e si cantò e si stette allegri fino a Roma. Quando si videro i lumi, s’ intuonò il Te Deum e si entrò in stazione cantando entusiasticamente. Erano vicino alle 10 e regnava un’ orribile confusione per tutto! Usciti fuori, ci trovammo il tramvai per San Pietro e andammo tutti all’ Ospizio di Carlo Magno gli uomini, di S. Marta le donne. Io dovetti far da prefetto e dormire anch’io nell’Ospizio. C’era anche il Priore Tagliaferri di Casetta di Tiara. Per la Messa andammo a S. Stefano, dietro S. Pietro, dov’è il Monastero dei Trinitarii. Lì facemmo confessioni e Comunione generale, mentre il grosso del Pellegrinaggio la faceva a S. Filippo per mano dell’Arcivescovo e di altri. Il 26 facemmo due visite a S. Paolo e una corsa chi a S. Callisto alle Catacombe , chi alle Tre Fontane. Il 27 vedemmo il Papa in San Piero ( sic ), spettacolo di fede, di evviva e di singhiozzi che non si vedrà mai più ! Negli altri giorni 28 e 29 facemmo le altre sei visite alle Basiliche di S. Pietro, di S. M. Maggiore e di Laterano. Il 29 Domenica, dopo la Comunione i nostri ripartirono per la urgente necessità dei lavori campestri, essendo tutti in ritardo. Quest’Anno Santo fino ad oggi 22 Maggio è andato tutto cattivo: cosa che ha fatto dire agli antireligiosi che ci circondano e agli sciocchi, molte sciocchezze sull’Anno S.to ma i buoni sperano in Dio! Roma era piena di Pellegrini. Vi erano Ungheresi coi grandi stivali, anco le donne, i Belgi, gli Austriaci. Che cori superbi cantarono in S. Pietro alla presenza del Papa!
In tutta Roma non si udì un’offesa, una bestemmia, uno scherno! Al ritorno ci fermammo ad Orvieto dov’è il Santo Corporale dentro un tabernacolo di 400 libbre d’ argento, un Duomo stupendo e il pozzo di S. Patrizio; ci fermammo a Cortona dalle mie due nipoti Clarisse e visitammo il tempio di S. Margherita. Ivi era un pellegrino polacco che andava a piedi a Roma e a Gerusalemme ! I pellegrini di Cornacchiaia erano: Pievano Stefano Casini, mia nipote Assunta Casini che sta con me, Silvio e Amelia Simonetti miei pigionali della Pieve, i miei fratelli Francesco del Faeto, Adriano della Lastra e Ferdinando Casini di Pogginirossi, Francesco Casini di Montegemoli, Egidio e Simone Fabbri di Borgo, Francesco Bellini, Luigi Corbatti, Rossetti Giov. Battista e Carlo tutti di Caddimercato, Simonetti Leopoldo e Leopoldo, Teresa, Carlo, Emma, Assunta, Erminia, Gaudenzio e Raffaello Geroni e Assunta Cavallini tutti del Borgo. Antonio Simonetti e Lucia dell’Albergo, Vincenzo Ballini di Beccarello, Giovanni Brunelli di Collina, Angiolo Ballini di Pereta, Giuseppe Bellini di Razzaiole, Moncelli Ferdinando e Domenico Giorgi di Sigliola, Franchini Angiolo, Giuseppe di Greta, Pietro Biondi, Del Caro Giovanni e Alessio Pierantoni del Cerro ed altri. Questi sono tornati a casa anco i vecchi e gli zoppi, sani e entusiasmati di Roma e del Papa. A settembre pel 2° pellegrinaggio fiorentino, fanno proposito di tornare …. ma le tasche sono asciutte ! Però non abbiamo speso più di 26 lire a testa !
Per far questo Pellegrinaggio, l’Arcivescovo Mons. Mistrangelo ci ha fatto fare lo stendardo, eguale per tutti i pivieri, a spesa del Piviere. L’ho pagato £ 30, di cui lire 2 mi dà il curato di Casanova, 2 il Priore di Castro, lire 2 Traversa, lire 13,50 da un accatto nel mio Popolo. Restano a mio carico £ 10.50.
Sergio Moncelli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – Luglio 2020