DICOMANO – Nel 1836 fu inaugurato il Passo del Muraglione, opera innovativa e colossale per l’epoca, grazie alla progettazione dell’ingegner Alessandro Manetti, professionista di fiducia del Granduca Leopoldo II di Lorena. La Romagna Toscana poteva finalmente raggiungere la capitale, Firenze, tramite la sua Nuova Strada Provinciale che dal 1° gennaio 1840 fu rinominata Regia Forlivese per l’ importanza che aveva assunto nel collegare il Mar Tirreno all’ Adriatico. Ma il progetto di arrivare in carrozza fino all’ ultimo avamposto granducale, Terra del Sole, era nato alla fine del 1700, quando Pietro Leopoldo promosse la costruzione del primo tratto della Strada Provinciale di Romagna dalla scesa del Ponte Mediceo di Pontassieve fino a Ponticino (San Godenzo). In seguito alla realizzazione di questo nuovo collegamento viario a Dicomano si registravano “un passaggio e un concorso di gente e di bestie molto maggiore di prima”. Era addirittura diventato pericoloso il traffico sul Ponte Vecchio per il difficile scambio di due “legni a ruote”. L’inconveniente era stato previsto infatti erano già stati eseguiti due studi per risolverlo: uno, del matematico regio Pietro Ferroni, prospettava l’ipotesi di allargare e rendere più agevoli le montate del ponte esistente e l’altro, dell’ ingegner Giuseppe Salvetti, contemplava la costruzione di un nuovo ponte leggermente più a valle. Per fare le “opportune ispezioni e verificazioni” nel 1791 giunse a Dicomano Girolamo Cini, aiuto del Soprassindaco, con l’ ingegner Neri Zocchi e si rese conto che i lavori già svolti fino a Ponticino avevano reso la strada più ampia, pianeggiante e comoda, ma era rimasto un imbuto all’ interno del Castello di Dicomano.
Nella sua relazione il Cini ritenne preferibile la soluzione proposta dal Salvetti, ossia la costruzione di un nuovo ponte sul Comano, perchè più risolutiva, più semplice e alla fine anche più economica. Il rimaneggiamento del Ponte Vecchio (a schiena d’asino) per addolcire le salite e le discese avrebbe invece sconvolto l’ assetto di botteghe, stalle e case adiacenti per il necessario rialzamento del piano di calpestio con conseguenti danni e spese. Nell’estate del 1791 furono iniziati i lavori; il progetto di Giuseppe Salvetti fu attuato e seguito sul posto dall’ ingegner Cammillo Borselli; la costruzione fu realizzata da manodopera locale. I nuovi interventi sulle strade e l’ ordinaria manutenzione sono sempre stati un metodo efficace per combattere la disoccupazione e ottenere miglioramenti nella gestione del territorio. Dai rendiconti del Borselli risulta che il capomastro, Pietro Tosi, percepiva 6 lire al giorno; ogni operaio da 1,10 a 1,50; uno scalpellino 2,68 come un mastro legnaiolo; un aggottatore, cioè colui che allontanava l’ acqua dal cantiere, 2,10. Al capomastro venivano conteggiati anche i tre giorni (18 lire) necessari per recarsi a Firenze, alla Cassa della Camera delle Comunità, per ritirare il denaro per la paga degli operanti; anzi veniva rimborsato anche dell’ affitto del cavallo (6 lire) e del vitto dello stesso cavallo (altre 6 lire)! Nelle carte della contabilità si ritrovano anche nomi e cognomi degli operanti che svolsero i lavori manuali, probabilmente avi degli attuali abitanti dei nostri comuni come ci confermano le stesse casate: Fabbroni, Pieri, Conti, Mani, Guidi, Formigli, Bartolozzi, Masini, Chimenti, Lippi, Rontani, Sequi, Cellai, Gori, Lombardi, Tirinnanzi, Boninsegni, Piovanelli, Tanini, Baglioni, Sarti, Fabiani, Pruneti, Benvenuti, Vestrini, Bargagni, Chiari, Zeroni, Vivoli, Becchi, Falugiani, Valleri, Bianchini, Speranzi, Scarpelli, Passerini, Pinzani, Cecchetti, Cortini, Innocenti, Bellini, Ciucchi, Baggiani, Bonaiuti, Fortini…
Chi volesse approfondire la conoscenza di questa strada, ritenuta basilare per la viabilità fra Toscana e Romagna non solo nel periodo lorenese, ma anche negli anni del Regno d’ Italia e della Repubblica fino ai giorni nostri, è invitato sabato 9 novembre alle ore 16.30 nella Sala del Consiglio comunale di Dicomano per l’ inaugurazione della mostra storico-fotografica “1836: ecco il Muraglione che unisce” dove si potrà vedere il progetto originale del Ponte Nuovo sul Comano. A seguire l’omonimo convegno esplicativo grazie agli interventi dell’Arch. Esther Diana, della Prof. Giuseppina Romby e del Prof. Andrea Giuntini; organizzazione a cura del Comitato MuVa, sotto l’ egida del Coordinamento Toscano dei Comitati Risorgimentali, con il patrocinio dei Comuni di Dicomano, Rufina e San Godenzo.
Susanna Rontani
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 29 ottobre 2019