La chiesa di San Clemente a Signano
SCARPERIA E SAN PIERO – Per raggiungere la chiesa occorre uscire dall’abitato di Scarperia in direzione Sant’ Agata. Poi, appena superato il ponte sul Levisone, una deviazione sulla destra consente di seguire ancora per un poco la riva del torrente e salire decisamente alle falde dell’Appennino per raggiungere la zona di Signanica dalla quale ha certamente origine il termine identificativo della chiesetta intitolata a San Clemente.
Non esistono sulla via indicazioni pertinenti la presenza della chiesa, ma poco prima di giungere al Podere Cerroni una grande croce di legno lascia intuire l’approssimarsi di un luogo di culto e induce a deviare decisamente verso destra per raggiungere in breve l’apice della collinetta che ospita il piccolo complesso parrocchiale.
Completamente avvolto da un lussureggiante bosco di cerri e farnie quest’angolo del Mugello si mostra come tipico esempio dei luoghi di culto di campagna, con il piccolo cimitero posto alla base della collina ed un’impegnativa stradella per salire alla chiesa.
Poco prima di raggiungere il sagrato, un pilastrino di mattoni ospita un piccolo tabernacolo privo di immagine ma ancora ornato da una formella in grès di foggia chiniana apposta nella prima metà del Novecento in ricorrenza del VII centenario della morte di San Francesco d’Assisi.
Ancora pochi passi ed eccoci al cospetto della graziosa chiesetta di San Clemente amorevolmente raccolta fra la canonica e la casa del campaiolo. Il luogo di culto mostra dimensioni contenute, ben proporzionato nelle forme e nella semplicità dell’architettura, affiancato sul lato sinistro da una torre campanaria tozza e munita di quattro fornici. La chiesa è coperta a due acque con oculo nella parte superiore della facciata a sua volta preceduta da un loggiato sorretto da quattro pilastri con capitelli lineari di gusto toscano e rinforzi alla base. Accanto all’ingresso le lapidi dei popolani di Signano caduti nella Grande Guerra.
L’insieme della struttura occupa completamente l’apice del piccolo promontorio a 458 metri di quota. Da qui, vegetazione permettendo, è possibile volgere lo sguardo ad est verso Cerliano e Ponzalla o ammirare ad ovest il gradevole scenario preappenninico che accoglie il borgo di Sant’Agata e Montepoli.
Nel XII secolo la rettoria di San Clemente a Signano era già presente sul colle come filiale della pieve di Fagna. Menzionata per la prima volta in documenti del 1224 e 1254 compare ufficialmente aggregata allo stesso piviere di Fagna nelle Rationes Decimarum del 1274-75.
Nel 1299 ebbe la cura di San Michele e San Martino al Lago, le due chiesette poste nel vicino castello degli Ubaldini, da loro stessi venduto ai fiorentini nel 1302. I tempi successivi appaiono avari di notizie riferite alla chiesa. Un marcato fenomeno di involuzione demografica locale registrato sul finire del Cinquecento avrebbe causato un progressivo impoverimento nel numero dei parrocchiani tanto da indurre le istituzioni clericali a stabilire per la chiesa un’uffiziatura saltuaria. Una condizione mantenuta troppo a lungo che privava il popolo e soprattutto gli edifici di ogni cura e manutenzione fino a compromettere addirittura la staticità strutturale dell’intero complesso.
Nella sua Visita Pastorale del 1684 Mon. Antonio Morigia vescovo di Firenze trovò il complesso completamente rovinato e privo della canonica. Il campanile ed il tetto erano crollati da tempo e della chiesa non restavano in piedi che le mura perimetrali. La chiesa fu ricostruita dalle fondamenta nel 1697 per volontà del Granduca Cosimo III che ne divenne legittimo patrono provvedendo anche al futuro mantenimento degli immobili ed a quello di un curato che iniziò a dimorarvi stabilmente dal 1702.
I primi interventi di restauro per questo nuovo luogo di culto devono essersi compiuti nell’ultimo quarto del Settecento, momento in cui gli era annesso anche il popolo della soppressa chiesa di San Michele al Ferrone. Altri interventi conservativi degli immobili furono eseguiti nel corso dell’Ottocento, forse a sottolineare il periodo più significativo di un intenso percorso pastorale.
Poi il terribile terremoto che colpì il Mugello il 29 giugno del 1919 si abbatté con inaudita violenza anche su San Clemente a Signano. Da una breve relazione di Don Sebastiano Pergolini, il parroco pro tempore che visse in prima persona quel triste momento, apprendiamo che la violenza del sisma aveva fatto crollare il loggiato davanti all’ingresso della chiesa e che all’interno era caduta completamente la volta del soffitto distruggendo le panche, risparmiando solo l’Altar Maggiore. L’arco del presbiterio era squarciato e completamente rovinata la cantoria. Il muro maestro di sostegno al campanile era squassato e crettato in mille direzioni. In canonica erano apparsi lunghi squarci in tutti i muri secondari ed era rimasta danneggiata la casa del campaiolo, ora costretto a dormire in canonica. Altri episodi negativi avrebbero disegnato il futuro della chiesetta a nord di Scarperia.
Nella notte fra il 4 ed il 5 novembre 1975, i soliti ignoti trafugarono la splendida tela della Madonna del Carmine in dote alla chiesa e collocata sull’altare di sinistra della navata. L’opera, fortunosamente recuperata nel 1999, riproduce la figura della Vergine a mezzo busto, con il Bambino in braccio che sostiene il Trigramma di Cristo, mentre la Vergine mostra il simbolo mariano. La tela fortemente radicata nella tradizione popolare e impreziosita da numerosi ex voto, era costantemente celata da un drappo e svelata solo in particolari ricorrenze secondo il costume devozionale adottato in passato, soprattutto nelle chiese di campagna.
Nelle ultime decadi del Novecento, l’esodo frenetico verso il miraggio cittadino, avrebbero determinato la soppressione di molte parrocchie e quella di San Clemente a Signano fu inglobata nel piviere di Sant’Agata, con la chiesa definitivamente chiusa nei primi anni novanta del scorso secolo. Nonostante la sua lunga storia ed i valori simbolici che racchiude, il complesso oggi non è visitabile, affidato alle cure dell’Istituto per il sostentamento del Clero che lo accudisce e lo tutela assieme ad analoghe realtà della zona.
Massimo Certini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – Novembre 2024
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grazie a Massimo Certini,che ha fotografato la chiesa e fatto questa minuziosa ricerca su la chiesa di San Clemente, dove nel 1948 si è sposata la mia mamma e dove nel piccolo cimitero furono seppelliti i suoi genitori.