VAGLIA – In occasione della cerimonia del 25 Aprile il sindaco di Vaglia, Leonardo Borchi, ha ricostruito la storia della strage del nazista del Poggio agli Uccellini: All’inizio di agosto 1944 sette uomini furono catturati dai tedeschi presso il podere Roncuccio, sulla strada della Tassaia. Furono condotti ed imprigionati presso il comando nella villa Forti di Bivigliano. Non era gente del posto, si trattava probabilmente di civili che erano fuggiti dai campi di lavoro sull’Appennino della linea Gotica della Todt e cercavano di raggiungere Firenze.
Dopo un paio di giorni di prigionia, una mattina i tedeschi li fecero salire su un camion che si diresse verso il Poggio agli Uccellini. All’altezza del Marroneto (oggi campeggio) uno dei prigionieri saltò giù e riuscì a scappare nonostante gli sparassero dietro. Non fu più ripreso. Gli altri vennero condotti all’inizio della strada di Pietramensola, dove fu fatta loro scavare una fossa, e quindi furono riportati alla villa Forti. La sera stessa furono di nuovo portati alla fossa, dove furono uccisi e sommariamente sepolti.
I 6 corpi vennero recuperati nel febbraio 1945. Si scoprì allora che avevano tutti le mani legate dietro la schiena e i piedi uniti da una corda che permetteva loro di camminare ma non di correre. Erano stati uccisi a bastonate e finiti con colpi di pietre alla testa. Non avevano con sé nessun documento e non fu mai possibile identificarli. Italo Tagliaferri, muratore di Bivigliano (l’autore del monumeto all’Alpino in via dei Condotti), allora ragazzino, ricordava di aver visto sulle pareti della stanza, dove furono imprigionati gli uomini, iscritti approssimativamentre i loro nomi. Purtroppo le pareti successivamente furono ritinteggiate senza che questi fossero annotati.
Leonardo Borchi, sindaco di Vaglia
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 Aprile 2023