BORGO SAN LORENZO – La Pieve di San Lorenzo perde, ma solo temporaneamente, una delle sue perle artistiche più preziose: la tavola trecentesca di Agnolo Gaddi, raffigurante la “Madonna con Bambino e otto angeli”, più nota come “Madonna del Cardellino”.
Si trovava – e non è detto che sia ricollocata in quella postazione – sulla parete in pietra della navata destra, accanto all’ingresso della sacrestia.
Aveva bisogno di restauro, che grazie all’impegno della parrocchia borghigiana e al contributo della Fondazione Ente Cassa di Risparmio, ora è stato affidato all’azienda specializzata in restauri d’opere d’arte L’Atelier.
“Offuscata dalla presenza di sedimenti, strati protettivi dissonanti ed uno spesso vetro, e sicuramente non abbastanza in luce per trasmettere la sua forza comunicativa -sottolinea la restauratrice Lucia Cioppi . Forse anche una collocazione troppo trasversale nella pieve, che non ne esalta la preziosità della raffigurazione. Ci passiamo di fronte, ci fermiamo alzando lo sguardo ma è impossibile incontrare quello della Madonna, ed è difficile apprezzarne la raffinatezza e ricchezza decorativa, mentre è molto più immediato ammirare la piccola Maestà di Giotto, o rimanere affascinati dall’abside dipinta da Galileo Chini e soffermarsi al meraviglioso crocifisso ligneo appeso, oltre a tutti gli altri altari della ricchissima Pieve”.
La pala d’altare della Pieve, probabilmente parte di un grande polittico – spiegano ancora le restauratrici- non è gravemente degradata, ma necessita di un’attenzione particolare al supporto ed alla sua superficie pittorica e dorata.
L’opera fu dipinta tra il 1380 ed il 1385, dal fiorentino Agnolo Gaddi, di un’importante famiglia di pittori. Agnolo proseguì la linea artistica familiare, dopo il padre Taddeo Gaddi (1300-1366), pittore e architetto, e il nonno Gaddo Gaddi, anch’egli artista. Agnolo Gaddi è noto per essere l’ultimo grande artista fiorentino stilisticamente influenzato dal maestro di suo padre, Giotto (1267- 1337).
Ad oggi non abbiamo notizie storiche e documenti che attestino commissioni all’artista ed alla sua bottega per la Pieve di Borgo San Lorenzo, o altre chiese e monasteri limitrofi, ma sappiamo da studi effettuati in passato che l’opera è documentata nella Chiesa già nel 1864, appesa al secondo pilastro, come si legge nella scheda di Bruno Santi del 1983. “E’ auspicabile – notano le restauratrici di Atelier nella loro relazione – che il restauro del dipinto potrebbe essere un’occasione per verificare le necessità dettate dallo stato conservativo attuale, ed intervenire, recuperandone la godibilità estetica dell’opera e verificare la stabilità della struttura lignea, valutando insieme alla Sovrintendenza Sorveglianza anche una nuova collocazione all’interno della chiesa”.
Perché quando la preziosa tavola tornerà a Borgo San Lorenzo sarà ancora più bella e luminosa, uno dei capolavori che arricchiscono la Pieve di San Lorenzo.
(Foto di Marta Magherini)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 Ottobre 2021