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Le interviste dell’Ingorgo: a tu per tu con Jacopo Veneziani

BORGO SAN LORENZO – Oggi pomeriggio, alle 17.00, in diretta sulla pagina Facebook di Ingorgo letterario Jacopo Veneziani presenta “#Dilvulgo”. Un libro ed un fenomeno letterario e artistico. Non lo conoscete? Cominciate intanto a far conoscenza con questa bella intervista di Andrea Tagliaferri

Cos’è per te l’ispirazione (se esiste)? L’ispirazione è un’intuizione che nasce dall’osservazione del materiale raccolto prima di scrivere. Non piove quindi improvvisamente dal cielo ma sboccia da un terreno ben lavorato. Potremmo anche paragonare l’ispirazione al cemento perché, in fondo, è un legante che permette di assemblare il materiale raccolto e di usarlo per costruire qualcosa di stabile.

Hai un metodo di scrittura? Se sì, è cambiato negli anni? “#Divulgo. Le storie della storia dell’arte” è il mio primo libro, un libro nato dal parlato. Mi spiego meglio. Dopo aver raccolto centinaia di pagine di appunti sulle trentasei opere d’arte protagoniste del libro, ho immaginato di raccontare ognuna di queste opere ad una persona precisa, dal postino a mia nonna passando per la maestra d’asilo. Sì, hai capito bene. In realtà, parlavo da solo! E lo facevo registrandomi con il telefono così, in un certo senso, ogni capitolo è la trascrizione di lunghi messaggi vocali diretti a destinatari immaginari. Con questo metodo, spero di aver ottenuto una prosa snella, spontanea e – soprattutto – semplice e chiara.

Dove scrivi? 
Scrivo a Parigi. Non perché c’est chic ma perché è la città in cui vivo e lavoro come dottorando in storia dell’arte all’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne (la Sorbona, insomma).

Hai dei rituali di preparazione alla sessione di scrittura? 
Non vorrei deluderti ma… no! O meglio, non credo che riempire una grande tazza di caffè sia un “rituale di preparazione alla sessione di scrittura” così interessante da essere raccontato. Più seriamente, credo che chiunque abbia mai provato a scrivere qualcosa sappia quanto la scrittura sia in realtà un lavoro artigianale e manuale. Servono quindi molta pazienza e tanta concentrazione.

Ti imponi un numero di battute o raccogli quello che viene? Per me, scrivere è un po’ come far uscire una figura da un blocco di marmo. Per scrivere un capitolo di dieci pagine, ne raccolgo almeno 50 di appunti. Devo quindi togliere materia, non aggiungerne! 
Qual è l’autore che più ti ha influenzato? 
Non mi sembra il periodo adatto per parlare di “influenza”! Scherzi a parte, amo molto la prosa di Elsa Morante ma – non essendo io un romanziere – sono soprattutto gli scritti degli storici dell’arte a servirmi da esempio. Uno dei più grandi modelli di chiarezza comunicativa è, per me, l’inarrivabile Ernst Gombrich.

Che libro stai leggendo? 
Ora sto leggendo I precedenti ideologici della calandra Rolls-Royce, un brevissimo saggio nel quale il grande storico dell’arte Erwin Panosfky presenta la celeberrima Spirit of Ecstasy – la statuetta concepita da Charles Sykes ad inizio Novecento per il radiatore delle automobili Rolls-Royce – come discendente diretta della Nike di Samotracia. Un’ennesima conferma di come le forme del passato possano fornirci una griglia di lettura per comprendere quelle del presente.

Andrea Tagliaferri
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 13 Novembre 2020

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