SCARPERIA E SAN PIERO – Personaggio pressoché sconosciuto, anche a livello locale, Antonio da Scarperia. figlio del maestro Guccio a sua volta figlio di maestro Marsillio, ambedue medici, nacque a Scarperia, tra il 1350 e il 1352. Nel 1374 seguì il padre e il fratello Matteo a Firenze, dove ottenne la cittadinanza e insegnò medicina. Nel 1377 fu a Bologna come lettore di medicina; dopo di che, per ben dodici anni non se ne ha quasi nessuna notizia.
Nel 1389 insegnò a Perugia, dove precedentemente aveva comprato una casa. Proprio a Perugia lo raggiungeva una lettera di Coluccio Salutati che lo invitava a leggere medicina in Firenze e che, poiché egli aveva già rifiutato, lo minacciava di rappresaglie se avesse insistito nel suo atteggiamento.
Non si sa con esattezza se si sia trasferito subito a Firenze; certo è che nel 1390 era ancora a Perugia, di cui otteneva la cittadinanza il 22 febbraio.
Al 26 sett. 1402, inoltre, risale un documento (edito dal Gherardi) col quale gli ufficiali dello Studio fiorentino gli davano la carica di lettore per il nuovo anno e ne stabilivano il salario. Certo è che nel 1410 A. andò a Roma come medico di Giovanni XXIII: non sappiamo quanto sia durato tale incarico, poiché egli riappare in un elenco dei lettori di Firenze del 1413 o del 1414. Nel 1422 egli era a Padova, ma vi rimase assai poco perché il 19 ott. 1423 leggeva medicina nello Studio di Firenze.
Questa è l’ultima notizia sicura sulla sua attività professionale; gli altri documenti che lo riguardano, del 1427, del 7 sett. 1431 e del 1433, appartengono tutti al catasto e ci provano che egli non si mosse più da Firenze.
Fu medico famosissimo e amico di Coluccio Salutati, che nella lettera già ricordata, a lui stesso diretta, lo chiama uomo insigne e dottissimo, oltre che egregio dottore, e gli invia un commento a una lettera di Seneca a Lucilio. Ebbe due mogli: Agnola di Lisabetta di Cione Pitti e Bartolomea di Pietro.
Morì nel 1432 o nel 1433.
La fama gli sopravvisse a lungo, come attesta una “provvisione” di Firenze, che si trova nel Regesto delle Provvisioni (n. 156) dell’Archivio di Stato in Firenze con data 25 nov. 1465, nella quale si esortavano gli speziali a curare che le pillole di Antonio della Scarperia, “composte con optimo ordine et grandissima diligentia”, fossero ben confezionate e consigliate ai malati. Il Corsini ritiene di aver trovato nel Ricettario Fiorentino, che fu pubblicato per la prima volta nel 1567 e che ebbe varie ristampe tra cui quella del 1623, la composizione di tali pillole.
E dopo un po’ di ricerca in rete ecco ritrovata la ricetta delle “pillole miracolose” (da non provare a casa, molte piante elencate a certi dosi sono tossiche)
Pillole di Jera (o Jeera, cumino ?) di Maestro Antonio da Scarperia
Aloe epatico (aloe)
Cinamono (Cinnamomum)
Nardo Indica (Nardo cervino, fieno di monte)
Zafferano
Squinanto (Cymbopogon schoenanthus, fieno dei cammelli)
Bacchera(Asarum europaeum, zenzero selvatico europeo)
Mastice (resina del lentisco)
Cassia (Cassia fistula)
Silobalsamo e Carpobalsamo (balsamo di legno)
Viola
Rose rosse
Epitimo (Cuscuta epithymum)
Coloquinta (Citrullus colocynthi)
Agarico eletto (fungo)
Turbitto fine (polvere d’ipomea)
Rabarbaro
Scamonea (Convolvulus scammonia)
Teriaca (preparato farmaceutico officinale)
Trebbiano
Luca Varlani
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 20 marzo 2022