BORGO SAN LORENZO – Venerdì 19 ottobre in via Brocchi 46 a Borgo San Lorenzo l’associazione culturale Live Art inaugura, dopo alcuni mesi di lavori e preparazione, la sua nuova sede, con lo spettacolo “Una storia fragile” con Marco Paoli e Goffredo Rontini. Sabato 20 dalle 17.30 ci sarà un open day con aperitivo.
Paoli, borghigiano, direttore artistico dell’associazione – presidente Barbara Paparusso – e attore da più di trent’anni, ex direttore di teatro, artista apprezzato e conosciuto in tutta la penisola, ci ha raccontato come nasce, cosa sarà e chi ospiterà la questo luogo, che non avrà solo la funzione di ritrovo sociale, ma sarà uno spazio creativo e propositivo di arte, una fucina di idee, eventi e cultura.
Quale sarà il nome di questo spazio? “Probabilmente si chiamerà Microscena. Ed è la sede dell’associazione Live Art, che è nata quasi due anni fa a Borgo San Lorenzo, composta da tutti borghigiani. Facciamo attività di natura teatrale molto intensa, sia come produzione che di distribuzione di spettacoli”.
Live Art è stata molto attiva soprattutto nella scorsa estate, con un cartellone, quello della rassegna “Boccascena”, ampio di spettacoli e collaborazioni che hanno incluso il settore del food e della valorizzazione dell’enogastronomia locale di qualità, con Muvein Mugello in Vetrina e Mugello Culla del Rinascimento. E’ una anticipazione questa per il tuo ritorno definitivo nel tuo territorio natale? “Definitivo al momento no. Intanto la residenza è ancora nel Lazio. Ora poi parto, vado un mese in Calabria a mettere in scena ‘Panni sporchi’, che fra l’altro è il libro che presenterò all’Ingorgo Letterario (articolo qui), una commedia ambientata in una lavanderia a gettoni, che in realtà è proprio quella dei giardini di piazza Dante a Borgo San Lorenzo. Verrà prodotta in Calabria a Cosenza e probabilmente l’anno prossimo la faremo anche qua, ma con un cast mugellano.”
Come hai avuto l’idea di allestire questa “Microscena”? “Da un po’ di tempo eravamo ospiti al Compostela Forum per fare le prove. Abbiamo avuto il bisogno di un nostro spazio. Mara Cipriani e Tebaldo Lorini, che sono amici di famiglia, mi hanno dato in comodato d’uso questo fondo. All’inizio volevamo dare una ripulita e farci una semplice sala prove, poi l’appetito è venuto mangiando. Alla fine, da maggio ad oggi, abbiamo ristrutturato gli spazi e fatto questo allestimento, che richiama un teatro. Per i soci di Live Art e le altre realtà teatrali del territorio potrà diventare anche un luogo usufruibile per la loro attività”.
Quindi dopo l’inaugurazione che cosa hai in mente di mettere in piedi qui? “Da gennaio si organizzerà una serie di appuntamenti, con massimo venticinque posti a sedere. Saranno proposti piccoli pieces teatrali, monologhi o readings. Sempre ad inizio del prossimo anno Matteo Lucii inizierà un corso di scrittura creativa e io farò degli stages di recitazione e regia”.
Le altre associazioni teatrali si sono già avvicinate a questo tuo spazio-progetto? “Con Non Faremo Molto Rumore per Nulla e La Caldana c’è una collaborazione molto intensa e soddisfacente. Abbiamo fatto con dodici realtà mugellane quell’esperimento sull’Amleto di Shakespeare al Palazzo dei Vicari a Scarperia (articolo qui) che è andato molto bene. L’idea è di interagire con tutti. E’ nel mio interesse ampliare le attività. Già diverse persone mi hanno contattato per essere incluse nel progetto”.
In Live Art ci sono una decina di soci. A Scarperia allo spettacolo su Shakespeare sono intervenute dodici compagnie, ma ce ne sono almeno una trentina attive su tutto il territorio. Una ricchezza di realtà che può stupire, se si pensa magari a realtà più grandi e popolate. C’è ancora spazio e margini per attirare interesse verso il Teatro in Mugello quindi? “Il numero di associazioni teatrali presenti mi ha sorpreso enormemente, perché io ne conoscevo quattro-cinque all’inizio. C’è chi fa attività molto intensa, ci sono realtà consolidate che mettono in piedi raccolte fondi e tanta altra roba. C’è chi si esibisce anche una sola volta l’anno. Ora il discorso dell’interesse e del pubblico sono delicati. Una grossa responsabilità la dovrebbero avere le stesse compagnie teatrali. Chi fa teatro spesso non è spettatore degli altri spettacoli. E questo è un peccato, perché il movimento gioverebbe a tutti. Il teatro ha bisogno di pubblico e se chi fa teatro non sente la necessità di teatro, il meccanismo si inceppa”.
Fabrizio Nazio
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 ottobre 2018
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