Made in Mugello. Anche con Caterina de’ Medici, regina di Francia
Le mutande, s’intende. Di più. Il gelato. Ancora di più. Fegatini e zuppa di cipolle. Non basta. Fagiolini (provenivano dal sud America), crêpes (le nostre ‘pezzole’) e naturalmente la forchetta. Insomma, la cucina francese e le buone maniere nascono in Italia, tra il Mugello e Firenze. Merito di Caterina de’ Medici, futura regina di Francia e madre di ben tre re. Niente male. Un primato!
Quando, nel 1533, una quattordicenne Caterina, promessa in sposa a Enrico di Valois, parte per raggiungere Parigi, il convoglio che l’accompagna non ha fine. Bauli su bauli, cassoni, dame e armigeri. Ma, se scruti meglio nel gruppo, scopri anche tre cuoche mugellane. Te le immagini? Una vita a spadellare tra Cafaggiolo e il Trebbio, l’occhio esperto nella scelta delle uova fresche, frollano la selvaggina come non sa fare nessuno e d’un tratto s’imbarcano nientemeno con destinazione Parigi, la città più importante della cristianità, la più ricca. Dal pollaio alla corte del re! Almeno due stelle Michelin, e in casa loro, in casa degli spocchiosi d’Oltralpe. Un miracolo. Certo Caterina scelse le migliori, le più fidate. La ragazza non brillava in bellezza ma svettava in astuzia e intelligenza. Non per caso fu prescelta per accogliere Margherita d’Austria, figlia dell’imperatore Carlo V e futura moglie del duca Alessandro dei Medici, a Cafaggiolo. Deve aver pensato: non li sbalordirò sbattendo le ciglia, i parigini, ma li prenderò per la gola. Detto, fatto. Del resto, che le tenute medicee quassù fossero il luogo da cui la signoria Fiorentina traeva grano, olio, formaggio e ortaggi era noto. Il vino no, mai stato di gran qualità. Poco più che vinello. Meglio cercare verso i colli assolati della Rufina e di Pontassieve. Furono quelle tre cuoche – i nomi ci sono ignoti – assieme al gelataio Ruggeri (il sorbetto è una sua invenzione) a reinventare la cucina francese. Papero all’arancio, cibreo, lingua in dolce forte, frittate, carabaccia, pezzole della nonna: piatti nati in campagna che saziano l’appetito della nobiltà più snob d’Europa.
L’anno prossimo ricorrono i 500 anni dalla nascita di Caterina. Va celebrata come si conviene. I suoi legami col Mugello sono profondi. Accanto a lei, almeno una lapide in ricordo delle cuoche senza nome. Se la meritano. Eccome.
Riccardo Nencini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 dicembre 2018
E DI PIU I FAMOSI MACARON DOLCI E DI PIU LA BESHAMEL CHIAMATA IN MUGELLO SALSA BIANCA LA FAMOSA ONION SUP CHIAMATA LA CARABACIA E DI PIU’ LE “OMELETTE” LE CREPES, I GELATI, LA MODERNA PROFUMERIA E COME DETTO SE LE DONNE IN FRANCIA HANNO LE MUTANDE LO DEBBONO A CATERINA.
SPIEGAMOLI AI FRANCESI LADRI E COPIONI, CHE QUELLO CHE INDOSSANO E MANGIANO VIENE DA CAFAGGIOLO
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