“Magari fossi nata stronza”, le poesie di Elena De Blasio
BARBERINO DI MUGELLO – Domenica 25 Novembre, nella Sala Vangi di Palazzo Pretorio a Barberino di Mugello, ha avuto luogo la presentazione del libro di poesie: “Magari fossi nata stronza”- sottotitolo: ”Taccuino d’amore per cuori nostalgici”- della giovane scrittrice – poco più che trentenne- Elena De Blasio, residente a Barberino di Mugello, ma in realtà “cittadina del mondo”, poiché ha già molto viaggiato e soggiornato in Europa e in America.
La sala era affollata da un pubblico molto interessato e partecipe, l’incontro- patrocinato dal Comune- è stato aperto dall’assessore alla cultura e alle politiche giovanili Fulvio Giovannelli, che ha sottolineato l’importanza della scrittura e della poesia in particolare, dimostrando di apprezzare in modo sensibile l’opera. Per l’Amministrazione erano presenti anche Il vicesindaco Sara Di Maio e l’assessore Antonella Martinucci.
L’incontro è proseguito con una breve analisi delle liriche da parte di Anna Borgini, insegnante di italiano e latino, che ne ha sottolineato le caratteristiche salienti, come la ricchezza della rielaborazione di un vissuto personale che diventa esperienza condivisa, l’accoglienza della lezione poetica della lirica novecentesca nella forma stringata, nei distici isolati dagli spazi bianchi, nell’uso di figure retoriche come similitudini e metafore.
Leonardo Chiari, attore della locale filodrammatica Nutini, ha letto in maniera eccellente alcune liriche scelte fra le cinquantacinque che costituiscono il “libriccino” di Elena De Blasio; un’altra- inedita – è stata regalata dall’autrice ai presenti, risvegliando molta commozione.
Numerose sono state le domande dell’uditorio, fatto che ha reso la serata molto partecipata e divertente.
Al termine della presentazione è stato ricordato come questa venisse a coincidere con la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne: anche parlare di poesie di una giovane donna come Elena De Blasio, che scrive di temi universali come la meditazione sul tempo, la percezione della solitudine , l’illusione mai sopita dell’amore, è stato un bel modo per celebrarla.
Il mio paese
Passeggini,
sigarette,
chiacchiere ad alto volume.
La comunità si snoda
Tra le viuzze del centro.
Chi compra il pane,
chi va in farmacia,
chi semplicemente non ha nulla da fare.
Il tempo sembra non scorrere mai.
Passano gli anni,
niente cambia.
Sopravvive nelle ere
La routine di questo paese.
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Una perfetta idiota
Cadere.
Rialzarsi.
Cadere.
Rialzarsi.
Cadere.
Rialzarsi.
All’infinito.
Perché ciò che di bello hanno i perfetti idioti,
è che non mollano mai.
Foto di Marta Magherini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 29 novembre 2018