“Pulcherrima Testimonia”, una bellissima mostra dove anche il Mugello è protagonista
FIRENZE – I tesori nascosti dell’Arcidiocesi di Firenze si svelano per il pubblico grazie a una mostra con oltre 200 opere riscoperte grazie ad un inventario durato dieci anni.
L’esposizione “Pulcherrima Testimonia” è ospitata nel complesso della Basilica di San Lorenzo (Salone di Donatello) a Firenze e resterà aperta ancora per un mese. Essa presenta una significativa sintesi dell’immenso patrimonio artistico conservato e custodito nel territorio dell’arcidiocesi fiorentina che si estende dalle pendici dell’Appennino tosco-emiliano fino a lambire la provincia di Siena. Così visitando la mostra, molto bella, ci si imbatte anche in numerose opere provenienti da tante chiese del Mugello, in particolare da chiese delle campagne di Vicchio, Scarperia, San Piero a Sieve, Borgo San Lorenzo, Palazzuolo sul Senio e Barberino di Mugello.
L’esposizione, finanziata dalla Fondazione Cr Firenze, nasce da un importante lavoro di inventariazione e catalogazione avviato nell’ottobre del 2009 che si è concluso nel dicembre del 2019. L’enorme inventario, che ha portato alla compilazione di oltre 271.000 schede, è stato possibile grazie ad una parte dei fondi 8xmille che la diocesi ha destinato a questo scopo.
La mostra si compone di autentici capolavori d’arte, provenienti dalla città, frutto di ricche committenze, ma anche di oggetti più semplici, realizzati per piccole parrocchie di campagna. Opere quindi molto diverse fra loro, non solo per qualità artistica, ma anche per tecniche di esecuzione e materiali utilizzati: dipinti su tavola e su tela, crocifissi, statue, oreficerie, reliquari, arredi e paramenti, tabernacoli, libri e codici, fino a umili rosari.
Si tratta di tutte opere perlopiù sconosciute e mai viste, riscoperte e valorizzate dai curatori della mostra: il diacono Alessandro Bicchi, e le storiche dell’arte Chiara Bicchi, Susanna Cialdai e Annalisa Innocenti. In sezioni distinte per necessità espositive, gli oggetti della mostra in una lettura unitaria raccontano l’espressione della fede attraverso i secoli, e l’identità culturale dei diversi luoghi e delle comunità. Questa molteplicità di valori insita in queste opere fa sì che esse appartengano allo stesso tempo sia alla comunità di fedeli che ancor oggi le utilizza per esigenze di culto, sia alla più ampia comunità nazionale in quanto parte significativa del patrimonio storico-artistico e culturale del Paese.
E’ stato pubblicato, della mostra “Pulcherrima Testimonia. Tesori nascosti nell’Arcidiocesi di Firenze”, anche un ricco catalogo, edito da Edifir, che riporta sezione per sezione, con informazioni e immagini, tutti i pezzi presentati nell’esposizione fiorentino. E nel testo sono presenti anche numerosi saggi, di Aiice Chiostrini, Annalisa Innocenti, Chiara Bicchi, Agnese Mancini, Laura Torricini, Sara Della Bianchina e Susanna Cialdai, e scritti del Card. Giuseppe Betori, di Andrea Pessina, già Soprintendente delle Belle Arti per Firenze-Pistoia e Prato, Bernabò Bocca, Presidente della Fondazione CR Firenze, Bruno Santi, già Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, del Diacono Alessandro Bicchi e di Giovanni Franco Delogu.
Nel percorso espositivo incontriamo opere mugellane. Tre le altre, croci di fine Trecento provenienti dal Cistio e di fine quattrocento provenienti dalla chiesa di San Pietro a San Piero a Sieve; la tela, datata 1744, che fu trafugata dalla chiesa di Sant’Ansano a Borgo San Lorenzo e recentemente recuperata dai Carabinieri, e altre due tele anch’essa rubate, dalla Badia di Santa Maria a Vigesimo e di recente recuperate; una Madonna in terracotta di fine Quattrocento, della chiesa di Santo Stefano a Campomigliaio, una tela settecentesca della Pieve di San Cresci in Valcava, e una Madonna del latte in terracotta, ottocentesca, della pieve di Faltona. E ancora un reliquario quattrocentesco proveniente dalla chiesa di Santo Stefano a Palazzuolo, e un altro, del Seicento, della Pieve di San Cresci in Valcava.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 3 novembre 2024
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