Alla scoperta degli affreschi quattrocenteschi del tabernacolo di Croce di Via, alle Mozzete
SCARPERIA E SAN PIERO – Oltre alla costruzione ed inaugurazione della recente rotatoria, che ha sostituito un impianto semaforico, in uno snodo cruciale della viabilità del Mugello, la località Le Mozzete è sempre stata indicata come luogo di interconnessione stradale. E probabilmente l’incrocio per Borgo San Lorenzo, lungo la strada che s’inoltra verso Scarperia, doveva essere trecento metri più a nord est, proprio dove è collocato il tabernacolo di Croce di Via. Una costruzione antica che fino a qualche decennio fa ospitava gli affreschi di Paolo Badaloni, detto Paolo Schiavo.
La località Le Mozzete, con la sua villa ed il parco secolare, è un luogo fra i più antichi e documentati nella storia sanpierina. La villa trae le origini, presumibilmente, dall’ampliamento e ricostruzione di una torre del VII secolo, nel periodo in cui gran parte del territorio mugellano era sotto il dominio degli Ubaldini. In seguito, a partire dal XV secolo, appartenuta alla famiglia de’ Medici, successivamente, oggetto di donazioni matrimoniali, ai marchesi Rinuccini ed infine ai principi Corsini, gli attuali proprietari. La tenuta de Le Mozzete oltre alla villa, al parco, alle abitazioni delle maestranze ed agli annessi rurali comprendeva anche il grande tabernacolo di Croce Via.
Ed è proprio nel tabernacolo che, fino agli anni ’80 del secolo scorso, erano collocati gli affreschi di Paolo Badaloni. Conosciuto come Paolo Schiavo, nacque a Firenze nel 1397, figlio di Stefano, nel 1429 si iscrisse all’arte dei medici e degli speziali. Un pittore che ha sviluppata la sua attività con rappresentazioni in stile tardogotico. Ricordato anche Giorgio Vasari che gli attribuisce l’affresco del tabernacolo in Canto dei Nelli in Firenze (angolo via dell’Ariento) ove è raffigurata una “Madonna fra due santi”. Morì a Pisa nel 1478, laddove risiedeva almeno a partire dal 1462, circa.
Ebbene, oltre trent’anni fa, per consentire il restauro del grande tabernacolo, gli affreschi e le sottostanti sinopie vennero staccati e trasferiti all’interno della villa. Un’operazione che servì anche per migliorare la conservazione dei dipinti stessi. La pittura murale raffigura “Una Madonna con Bambino, in trono, San Pietro apostolo, San Paolo apostolo, gli evangelisti, Dio Padre Onnipotente e alcuni santi”, datata fra il 1440 e il 1450, circa (scheda Fondazione Federico Zeri, Università di Bologna). Si compone di quattro affreschi, tre sulle pareti e uno sulla volta del tabernacolo.
Grazie alla cortesia del marchese Clemente Corsini è stato possibile fotografare gli affreschi con l’attuale tecnologia digitale, in alta definizione, dato che finora erano disponibili solo immagini d’archivio datate ed in bianco e nero.E’ stata l’occasione anche per apprendere, dalla viva voce del marchese, alcune particolarità che caratterizzano la pittura. Compresi gli oltraggi subiti nel tempo da mani ignote che hanno lasciato il segno sugli affreschi. Del resto il tabernacolo era su una pubblica via, aperto, seppure parzialmente al riparo dalle intemperie e dall’inclemenza meteorologica, inerme però contro il vandalismo. Ecco un’altra delle tante bellezze del nostro territorio. Il Mugello e la sua storia.
Gianni Frilli (servizio fotografico di Francesco Noferini)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 22 maggio 2017