SCARPERIA E SAN PIERO – Ci sono tappe che merita sottolineare, in cui si guarda la strada percorsa e si fissano nuove mete, ma anche in cui ci si lascia coccolare da tutte quelle persone che in 20 anni hanno condiviso successi e sfide del proprio cammino.
È per questo che la Compagnia delle Formiche si è regalata una festa di compleanno speciale, riunendo intorno a sé oltre 200 invitati, tra protagonisti, collaboratori e sostenitori di sempre, da chi ha posto a suo tempo le fondamenta, a chi ha contribuito agli ultimi successi.
Nella simbolica cornice del Palazzo dei Vicari a Scarperia, orgoglioso spettatore fin dal primo musical “Aggiungi un posto a tavola” (2003-2004), nella serata di mercoledì 13 settembre, gli ospiti di giallo adornati (come previsto dal dress code d’invito) sono stati accolti da un allestimento suggestivo nella corte del Palazzo, con una galleria di costumi di scena delle prime produzioni e dai video delle più celebri rappresentazioni.
Nella serata non sono mancati momenti di convivialità e spettacolo di alcuni attori della Compagnia, interventi commossi e emozionati, ringraziamenti e anticipazioni del Direttore, Andrea Cecchi, di Alessio Fusi che, nel suo monologo, ha confrontato i numerosi cambiamenti della sua personale biografia con la presenza costante della Compagnia; e poi gli auguri e gli aneddoti del Sindaco, Federico Ignesti, che, tra le altre cose, ha sottolineato la forza di questa realtà, a fronte di un contesto più generale, il mondo del teatro, caratterizzato da risorse scarse che rendono difficile e sfidante la sopravvivenza; poi la musica con il coinvolgimento del corpo di ballo, gli sketch di improvvisazione teatrale, la presentazione del nuovo logo, il taglio della torta e i fuochi di artificio dai merli del Palazzo.
Tra gli invitati era presente anche Il Filo che, da sempre, segue la crescita e le avventure di questa Compagnia (qui alcuni articoli usciti sul Filo: Ultimo dell’anno; The best of; Mortina; Intervista ad Andrea Cecchini; Ti metto in attesa; Cenerentola); al di là del resoconto dell’evento, abbiamo colto l’occasione per farci raccontare le esperienze e riportare gli auguri di alcuni dei presenti.
“Per me la Compagnia delle Formiche è famiglia, casa, passione, divertimento; 20 anni di onorato servizio che ci hanno portati in teatri sempre più importanti, con pubblici sempre più numerosi.” (Lorenzo, addetto alle scene e fondatore) Concordi del clima familiare anche altri intervistati, che, con una visibile commozione, hanno raccontato cosa rappresenti per loro questa realtà o come ne abbiano accompagnato i primi momenti: “vedo la Compagnia come un figlio e per lui e per me è una continua palestra di crescita. Lo vedi diventare grande davanti ai tuoi occhi e ti stupisci costantemente delle cose che impara, di come cambia e prende autonomia. Questa immagine ce l’ho particolarmente forte da quando sono diventata mamma e credo che la forza di questa esperienza sia stata, da sempre, l’amicizia e la genuinità dei nostri rapporti.” (Margherita, fondatrice)
“È una passione che è diventata, passo dopo passo, la mia casa; mi ha fatto crescere, appassionare, imparare, affrontare prove difficili e pubblici sempre diversi. Oltre ai bambini, che si avvicinano ai personaggi, spesso antagonisti, che interpreto, con curiosità e un po’ di timore, mi emoziona vedere gli adulti che apprezzano, in particolare, alcuni nostri spettacoli, come “Love Story”, ad esempio, in cui ho avuto la fortuna di recitare con Lapo Braschi o “Alice nel Paese delle meraviglie.” (Claudia, attrice)
“Per me inizialmente è stata semplicemente un’occasione che si è presentata, ma che poi è diventata un’esigenza. È un modo di vivere l’amicizia, i rapporti. Quando ti trovi, dal niente, ad affrontare sfide sempre più impegnative, andare in teatri importanti o a imparare in una notte un intero copione per sostituire, improvvisamente, un attore, come è successo una volta in “Mortina”, allora capisci che stai facendo cose che pensavi fossero impossibili. Eppure ti butti e il motore di tutto è l’amore che ci metti.” (Lapo, attore)
“Un punto fermo, la mia vita: ecco cos’è per me la Compagnia. Ci sono davvero cresciuta, da tutti i punti di vista, e fu una grandissima emozione quando nel 2013 Andrea e Alessio mi chiamarono per propormi di far parte del cast di “Cenerentola” e scoprii che ne sarei stata la protagonista! Di emozioni ce ne sono state tante e non posso che augurarmi di continuare a far parte anche in futuro della Compagnia.” (Giulia, attrice e ballerina)
“È una grande famiglia. In un clima di amicizia e in 20 anni si cresce, ciascuno per conto proprio, sia anagraficamente che professionalmente, ma anche insieme agli altri, mantenendo quell’affetto che ci lega e che si alimenta con il tempo che trascorriamo insieme, nelle prove, nei fine settimana a giro per l’Italia. Sinceramente, mi reputo fortunata di farne parte e quando, come nel lockdown, siamo stati costretti a stare lontani, la Compagnia mi è mancata tantissimo.” (Caterina, ballerina e coreografa)
Come per Caterina, anche per altri, infatti, il rientro sulla scena dopo la pausa pandemica è stato visto come il momento più esaltante della propria esperienza: “dopo l’interruzione forzata, trovarsi di nuovo sul palcoscenico con “La spada nella roccia” e, a fine spettacolo, vedere tutte quelle persone, con la mascherina, in piedi, ad applaudire, è stata un’emozione fortissima! Poi, in questa Compagnia, non ci si sente mai soli: c’è sempre qualcuno su cui puoi contare o che è pronto a darti una mano. È un pezzo di cuore!” (Benedetta, attrice e cantante)
E di emozioni e aiuto reciproco ne hanno parlato anche truccatrici, costumiste, musicisti, i tecnici addetti alle luci oppure alle scene: “siamo un gruppo che ha messo insieme ciò che sapevamo fare e da un semplice passatempo è riuscito a farne una professione. Il momento che ricordo con più commozione è quando siamo andati per la prima volta a Genova, fuori dal Mugello e davanti a un pubblico di sconosciuti che erano lì per noi e per il nostro spettacolo. Non era scontato! Spero che si resti sempre un gruppo così affiatato.” (Stefano, tecnico)
“Mi commuove pensare a questa piccola, grande Compagnia. È una sorta di famiglia, anche se solo dal 2018, ma credo che sia unica nella capacità di conciliare la grandissima professionalità di tutto il gruppo con l’umanità e il calore dei rapporti interpersonali.” (Simone M., attore)
Oltre alle emozioni, gli ospiti non mancano di sottolineare l’impegno e la forte motivazione del gruppo: “quando ho conosciuto la Compagnia con “Love Story” ho subito apprezzato la gran voglia di fare di tutti. Sono dei gran lavoratori, ma anche un bel gruppo di amici, con una trama capace di accogliere e desiderio di fare spettacolo.” (Fabrizio, attore)
“L’unione perfetta tra famiglia e professione che, in questo mondo, sembra un paradosso. Spesso o prevale l’una o l’altra, ma è raro trovare entrambe le cose. E poi, personalmente, ricordo con grande commozione il momento in cui ci trovammo, per la prima volta, a leggere insieme, in cerchio, ma in una situazione di intimità, il copione di “Mortina”. Poiché ho contribuito all’adattamento del testo, in quel preciso istante, quando ho visto che stava prendendo concretezza, mi sono detto: “allora esiste, c’è, è tutto vero!” (Simone F., autore e attore)
Infine, come in ogni festa di compleanno, ci sono gli auguri alla ventenne festeggiata. Tra chi spera in una lunga vita, di festeggiare tanti altri compleanni come questo, di incontrare persone che siano sempre animate da questo spirito di amicizia e da una certa genuinità dei rapporti, c’è anche chi le augura di andare all’estero o di affermarsi al punto di far capire che il musical in Italia non solo è possibile, ma che può essere realizzato anche a grandi livelli. E, come una mongolfiera, c’è chi augura alla Compagnia delle Formiche di salire sempre più in alto, fino a realizzare lo spettacolo più bello che, promettono, ancora non è stato fatto!
Letizia Materassi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 Settembre 2023