Vangi, aperto il testamento. Le sue opere divise tra Pesaro e Barberino di Mugello
BARBERINO DI MUGELLO – Il grande scultore Giuliano Vangi non si è dimenticato del proprio paese natale. Nei giorni scorsi è stato aperto il testamento, dopo la sua morte, a Pesaro, nel marzo scorso, e la sua volontà è chiara: le opere, fatta eccezione per quelle che la famiglia vorrà conservare, saranno divise tra il comune di Pesaro, dove da tempo Vangi risiedeva, e quello di Barberino di Mugello, dove Vangi era nato.
Ma in cosa consiste il patrimonio artistico che Vangi ha deciso di lasciare in eredità? Si tratta – lo si legge sul Resto del Carlino – “di una cinquantina di statue, grandi e piccole, che in questo momento sono conservate a Pietrasanta, dove lo scultore realizzava le opere che in tantissimi casi prendevano corpo nel suo studio, le partoriva nel suo ‘ pensatoio’ di via Vaccaj nella zona mare.
La gran parte delle opere che ora si dovranno dividere Pesaro e Barberino del Mugello vennero esposte al museo d’arte moderna di Rovereto, in una grande mostra che accostava Vangi ai ai giganti della scultura del Rinascimento. Un grande successo di pubblico, con estimatori di questo artista arrivati un po’ da tutto il mondo.
“Non solo questo – scrive Maurizio Gennari sul Resto del Carlino – perché ci sono anche centinaia e centinaia di disegni, molti preparatori delle opere che poi andava a realizzare, ed un centinaio in questo momento sono in mostra a Chiasso, in Svizzera, fino a settembre. Anche questa una mostra di successo che ha visto la collaborazione, nell’allestimento, dell’architetto Mario Botta da sempre al fianco di Giuliano Vangi come nella realizzazione dell’anticonvenzionale basilica di Seul in Corea. Tutti questi disegni torneranno nella mani della famiglia e cioè della moglie Graziella e dei due figli, Marco, violoncellista che abita in città e Dario che è invece ingegnere meccanico con docenza all’università di Firenze. Ma anche questi poi verranno poi donati. Nelle mani della vedova dello scultore e dei due figli resta però la gestione di questo grande patrimonio”.
Sul tavolo del sindaco Sara Di Maio c’è già l’elenco delle opere che Vangi ha donato al proprio paese di nascita. E ora si sta pensando al da farsi. “Siamo grati al maestro, per la sua decisione di lasciare al nostro comune una serie di opere. E sicuramente le utilizzeremo come lui ci aveva indicato, non solo per ricordare la sua arte ma anche per costruire, intorno alle sue opere, un centro che sappia sviluppare la cultura e l’educazione artistica. Vogliamo cioè mettere a disposizione non solo dei luoghi dove ammirare soltanto le sculture di Vangi, ma dei luoghi dove si possa fare arte, sperimentare e imparare le varie discipline artistiche”.
Le opere di Vangi, donate al Comune di Barberino di Mugello potrebbero trovare posto nella sede delle ex-Poste, nel centro storico. “In futuro – avverte Di Maio – nelle ex-poste, ma nel breve periodo cercheremo comunque di dare una collocazione idonea. Ne stiamo discutendo con l’associazione Amici di Giuliano Vangi, e seguiremo la cosa insieme al suo presidente, Gian Piero Luchi.”
In particolare a Barberino Giuliano Vangi ha lasciato, nel proprio testamento, 44 opere di scultura – compresi numerosi gessi – e 30 grafiche che si aggiungono alle altre già donate al Comune mugellano molti anni fa.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 Luglio 2024