
BARBERINO DI MUGELLO – Appartenne alla famiglia de’Medici sin dalla metà del XIV secolo e fu ristrutturata da Michelozzo, su incarico di Cosimo il Vecchio, tra il 1428 ed il 1451. Il Vasari la indica come il primo progetto di Michelozzo in una delle ville di famiglia, anche se alcuni studi recenti metterebbero la vicina Villa del Trebbio come quella di più antica ristrutturazione.

Abitata, in genere nel periodo estivo, fu amata da Lorenzo de’ Medici, che vi risiedette nell’adolescenza e vi ospitò spesso la sua corte di filosofi umanisti: da Pico della Mirandola a Marsilio Ficino fino ad Agnolo Poliziano. Secondo la tradizione qui Lorenzo compose il poemetto intitolato “La Nencia da Barberino”, dedicato ad una bellezza del luogo.

Nel 1537 la villa divenne di proprietà del duca Cosimo I, che l’ampliò e vi fece realizzare una grande riserva di caccia, dove animali rari potevano scorrazzare in libertà. Il ruolo della villa come casino di caccia fu ancora più sottolineato da figli di Cosimo, come Francesco I e Ferdinando I, che vi soggiornavano solitamente nei mesi autunnali.

Nel Cinquecento furono apportate alcune modifiche all’aspetto della villa tra cui l’aggiunta di un corpo edilizio con loggia sul retro della villa.
Durante il periodo dei Lorena la villa non fu venduta, a differenza di altri possedimenti, ma continuarono a usarla per la villeggiatura e venne anche attrezzata la sosta per il nascente servizio postale.

Nel 1864 fu venduta ai principi Borghese, che vi approntarono delle radicali modifiche: abbattuta la torretta posteriore, che si vede ancora nella lunetta dipinta da Giusto Utens nel 1599-1602, e interrato il fossato, si aprì nelle mura di cinta un grande arco per l’accesso monumentale.
Nonostante ciò l’interno conserva ancora alcuni elementi originari dell’epoca di Michelozzo: i motivi decorativi del portone, i capitelli e i peducci delle decorazioni in pietra serena, eccetera. A sinistra dell’edificio esistono ancora le scuderie di epoca cinquecentesca, mentre al posto del giardino posteriore originario con aiuole geometriche e fontane oggi esiste un bosco di alberi secolari che circonda la tenuta.
Dal 1886 al 1887 Leto Chini, insieme al fratello Dario Chini, decorarono nelle sale del pian terreno con stemmi araldici in stile quattrocentesco. Attualmente all’interno della villa sono custoditi le copie, realizzate dal pittore Carmine Fontanarosa, di una serie di ritratti di personaggi famosi appartenenti alla casa Medici.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 2 gennaio 2019
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