La villa di Rimorelli, ora conosciuta come Villa Pecori Giraldi, appartenne a lungo a questa famiglia nobiliare fiorentina, che la donò nel 1979 al comune di Borgo San Lorenzo.
Il grande edificio ha origini medievali, essendo stato edificato come fortilizio della famiglia Giraldi, originaria di Borgo San Lorenzo. Nel 1748 diviene proprietà del conte Antonio Pecori, il quale aggiunse al proprio cognome anche quello dei Giraldi. L’edificio deve il proprio attuale aspetto agli interventi di restauro voluti dal generale Guglielmo Pecori Giraldi nel 1902. La villa si sviluppa su due piani, con una facciata di gusto rinascimentale e coronata da una torre merlata, ispirata a quella della vicina villa michelozziana di Cafaggiolo.
Il vasto interno, che si sviluppa intorno a due cortili quadrangolari, vede il proprio fulcro architettonico nella grande sala d’ingresso al piano terreno, caratterizzata dalla presenza di importanti decorazioni pittoriche costituite prevalentemente da numerosi stemmi e imprese araldiche relativi alla famiglia Pecori Giraldi ed alle altre con essa imparentate: gran parte della decorazione pittorica si deve ai vari componenti della famiglia Chini. A cominciare, fin dalla metà del secolo XIX, (1854) con Pietro Alessio, che con la collaborazione del giovane figlio Pio, esegue dei lavori, i cui resti sono forse riconoscibili nelle decorazioni vegetali e del tipo a grottesche vivacemente policrome di alcuni ambienti del piano terra della villa. A Leto Chini si devono probabilmente gli stemmi di gusto neomedievale, risalenti al 1902, mentre l’intervento di Galileo Chini risale agli anni immediatamente successivi, con alcuni splendidi stemmi caratterizzati dall’elegante linearismo liberty (ad esempio i raffinatissimi stemmi di Camilla Sebregondi e di Iacopo, Neri e Francesco Giraldi, come quelli di Francesco Guglielmo Pecori Giraldi e di Piera Altoviti). Infine, l’intervento di Tito Chini, che risale agli anni successivi al terremoto del 1919, e al cui impegno si devono alcune imprese araldiche, tra cui spicca quello della seconda moglie del generale Pecori Giraldi, Lavinia Morosini, datato 1920-1921. Ma è soprattutto il grande pannello murale con San Giorgio che uccide il drago, dipinto con straordinario gusto preraffaellita da Galileo Chini prima del 1914, ad attirare l’attenzione. Il dipinto ci porta, con perfetta eleganza grafica e cromatica liberty in clima fiabesco e cavalleresco di intonazione medievale.
1 commento
Hello,
I have just Learned that I am a descent of Pietro Giraldi. I beleive this house Belonged to my family a very long time ago. I would to know if there is and books and story behind. Sorry my italian is very Limited.