L’opera più antica e più importante della Pieve di San Lorenzo a Borgo San Lorenzo è visibile sopra il primo pilastro della navata destra: si tratta di una tavoletta dipinta raffigurante la Madonna col Bambino (del quale, in realtà si vedono solo resti dei due piccoli bracci protesi verso la Vergine), frammento superstite di una più ampia pala d’altare riferita all’attività giovanile di Giotto, all’incirca contemporaneamente alla decorazione della basilica superiore di Assisi. La raffigurazione, solenne ed ancora iconica, della Madonna viene addolcita e umanizzata dalla viva e realistica sensibilità spaziale e dagli affettuosi gesti delle mani del Bambino, una protesa in una dolce carezza e l’altra impegnata a stringere il dito indice della Madre. La tavola giottesca, unica presenza del grande pittore di origini mugellane presente nella sua terra, è episodio di fondamentale rilievo nella pittura italiana della fine del XIII secolo, esposta negli ultimi anni in importanti esposizioni internazionali ed è un fortunato ritrovamento di qualche anno fa: l’opera, completamente ridipinta, ricoperta da tanti strati di colore e annerita dal fumo delle candele, tanto da essere comunemente chiamata “Madonna Nera” si trovava sull’altare principale del prospiciente oratorio di Sant’Omobono (si è anche ipotizzato che essa provenisse dal convento borghigiano di San Francesco). E apparve nel suo disegno originario, casualmente, nel corso di un restauro effettuato presso l’Opificio delle pietre dure di Firenze.
La tavola benché resa nota in anni relativamente recenti (1985), gode ormai di una considerevole bibliografia che appare definitivamente orientata a riconoscere in essa la mano di Giotto.
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