Augusto Chini (1904 – 1998)
Figlio di Chino, Augusto nasce a Firenze nel 1904. Si diploma alla Scuola d’Arte di piazza Santa Croce a Firenze, dove ha come maestro Libero Andreotti. Sempre nella stessa città frequenta l’Accademia di Belle Arti seguendo gli insegnamenti di Domenico Trentacoste.
La costruzione del Villino Chini a Borgo San Lorenzo, residenza della famiglia, iniziò nel 1923 per concludersi nel 1924. Il progetto è del diciannovenne Augusto, redatto in occasione del suo esame di maturità presso la scuola professionale di Santa Croce dove aveva studiato anche il fratello Tito. Augusto creò un edificio particolare e innovativo nel panorama locale, inserendo sia elementi esotici che neomedievali e soprattutto ebbe l’idea di sfruttare nei rivestimenti anche della facciata esterna gli avanzi del complesso lavoro che aveva impegnato le Fornaci San Lorenzo per le Terme Berzieri di Salsomaggiore. Il Villino Chini risulta dunque usa sorta di campionario a cielo aperto della produzione della manifattura borghigiana.
Il suo ruolo nella Manifattura San Lorenzo è quello di modellatore. Assieme al fratello Tito, cerca di dare una nuova impronta alla produzione ideando nuovi esemplari con un repertorio decorativo e strutturale ben diverso da quello di Galileo. E’ autore delle piccole plastiche che ornano i vasi del periodo successivo al 1920. A lui sono dovute numerose realizzazioni per allestimenti di esposizioni come quella di Parigi del 1925, dove, per il padiglione italiano, modella gli ornamenti del soffitto ideati da Galileo. All’esposizione di Anversa del 1930 è autore del decoro costituito da grandi palme stilizzate per il portale del padiglione delle colonie.
Sarà sua l’idea del “Pax et Bonum”, targa francescana di cui fornisce il disegno per finanziare la produzione di opere per festeggiare il settimo centenario della morte di San Francesco nel Mugello.
Fino alla morte, avvenuto nel 1998, ha continuato a svolgere, a Borgo San Lorenzo, assieme al figlio Vieri, una considerevole attività nel settore ceramico.