Tito Chini (1898 – 1947)
Tito Chini nacque a Firenze nel 1898, figlio della palazzuolese Teresa Ghezzi e di Chino Chini. Artista eclettico di grande cultura, discendente da una famiglia di artisti da generazioni, fu inserito dal padre Chino, come il fratello minore Augusto, nella manifattura borghigiana, studiò presso la Scuola d’Arte in piazza Santa Croce a Firenze e si diplomò nel 1916.
Collaborò quindi giovanissimo con le Fornaci San Lorenzo divenendo nel 1925 direttore artistico dopo l’abbandono di questo ruolo da parte di Galileo, carica che mantenne fino alla chiusura della manifattura a causa del bombardamento aereo del 1943.
Di importanza capitale nell’evoluzione del suo stile saranno l’incontro con diversi artisti alla Biennale di Venezia nel 1921 – 1922, all’ Esposizione di Monza nel 1923 e poi a Parigi nel 1925 all’”Esposizione delle Arti decorative e industriali”, dove fu anche premiato con la medaglia d’argento per la ceramica.
Tito Chini con la sua produzione artistica rivendicò l’eccellenza manuale dell’artista-artigiano, concependo l’arte decorativa moderna in stretto rapporto con l’architettura. Secondo la sua filosofia di vita l’arte e di conseguenza la bellezza dovevano entrare nella quotidianità, secondo un progetto di democratizzazione dell’arte.
Pur essendosi formato attraverso l’esperienza appresa nella manifattura ceramica di famiglia, cercherà attraverso il suo temperamento di superare e rinnovare la produzione artistica delle “Fornaci San Lorenzo” che già con Galileo Chini avevano toccato l’apice del successo. Fu lui a rinnovare il repertorio dell’azienda di famiglia verso motivi più art déco.
Sono del decennio che va fino alla Seconda Guerra Mondiale le seguenti opere più importanti: dagli interni per l’Ossario di Bassano del Grappa al cimitero monumentale dell’Antella, dal Caffè Margherita di Viareggio alle vetrate dell’Hotel Roma a Firenze, dagli stabilimenti termali di Levico, Vetriolo, Roncegno in Trentino fino ad arrivare a Castrocaro, dove si compendia l’opera di una vita. Sono i suoi disegni architettonici del Padiglione delle Feste, sue le vetrate, i pavimenti, le decorazioni parietali, l’arredo e i magici rivestimenti a lustro delle partiture architettoniche esterne, sue le decorazioni ceramiche e i grandi pannelli dipinti del Grand’ Hotel delle Terme.
In Mugello eseguì affreschi a Palazzuolo sul Senio, creò molte lapidi commemorative e steli tabernacolo.
E a Borgo San Lorenzo nel 1931 progettò e decorò il Palazzo Comunale, secondo un progetto unitario rappresentando una delle sue opere più compiute, importanti e meglio riuscite dell’artista.
Nel 1939 Tito è richiamato alle armi. Si spegne prematuramente nel 1947 a Desio, a seguito degli stenti e delle malattie patite durante la guerra.
Tito Chini è sepolto vestito con l’abito francescano a Palazzuolo sul Senio, nel paese di origine della moglie Valentina Bianconcini-Strigelli che sposò nel 1923 nella cappella dei pittori presso la basilica della SS Annunziata a Firenze.
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