Battaglia per le carte di don Milani, la Fondazione presenta ricorso al Tribunale
VICCHIO – Nuova puntata della battaglia legale per l’archivio di don Milani. Dopo che il giudice di Monza ha respinto il ricorso della Fondazione presieduta da Agostino Burberi, riconoscendo la legittimità della sua custodia da parte della moglie e della figlia di Michele Gesualdi, Carla Carotti e Sandra Gesualdi (articolo qui), la Fondazione ha impugnato il provvedimento con un ricorso, presentato nei giorni scorsi. L’avvocato Pietro Ichino, infatti, ha chiesto nuovamente che il materiale archivistico sia reintegrato alla Fondazione, parlando, come si legge su La Nazione di venerdì 9 Febbraio, di un “pregiudizio concreto, grave, imminente ed irreparabile” derivante dalla “pubblicazione dei documenti da parte di terzi privi di qualsiasi titolo per farlo” (il riferimento è alla cessione dei diritti di pubblicazione di alcuni materiali alla casa editrice “San Paolo” di Cinisello Balsamo effettuata da Sandra Gesualdi, secondo la Fondazione senza averne titolo, articolo qui) .
Secondo il legale, infatti, lo stesso Michele Gesualdi “in almeno quattro occasioni ha riconosciuto esplicitamente e pubblicamente che la raccolta di quei documenti era stata operata dalla Fondazione”. Il legale cita anche un altro aspetto: “Fin dal 2005 poi Gesualdi, sempre come presidente della Fondazione, fece svolgere da Franca Righini, socia della stessa Fondazione sin dal suo nascere, un lavoro di catalogazione del materiale archivistico, chiedendo altresì alla medesima Righini di interessarsi per rintracciare un adeguato spazio fisico dove conservarlo. In un primo tempo si pensò alla Biblioteca Marucelliana di Firenze, ma l’idea non andò in porto e pertanto, non disponendo la Fondazione di spazi dove tenere l’archivio, si accettò di buon grado l’offerta di Michele Gesualdi di conservarlo a casa propria come atto di cortesia verso la medesima Fondazione da lui presieduta”. Insomma, secondo il legale, la sentenza del tribunale si fonderebbe su “errori ed incongruenze” definiti “evidenti”. Chiedendo, come detto, di rientrare in possesso dell’archivio.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 Febbraio 2024