Ferma i tuoi passi
Ti prego, ferma i tuoi passi,
lasciami entrare nella tua vita;
lo farò in punta di piedi,
troverò per me un cantuccio nella tua esistenza.
Lascia che ti abbracci con gli occhi,
per penetrare nella gioia del tuo sguardo,
in un tempo in cui il colore del pesco e il profumo del glicine
fanno sempre primavera.
Lascia che ti abbracci con le labbra,
per perdermi nell’infinito del tuo sorriso,
in un mattino presto, in mezzo ad altri mondi
che ruotano, a noi indifferenti, attorno ai loro assi.
Lascia che ti abbracci con le parole,
per poi lasciare spazio col mio silenzio
al suono tipico della tua voce
che esprime la tenerezza inquieta di un temporale estivo.
Lascia che ti abbracci con il respiro,
per avvertire il soffio dello spirito sui nostri volti,
mentre osserviamo il volteggiare di piccoli aquiloni
che dai rami si adagiano per terra in un giusto riposo.
Lascia che ti abbracci col pensiero,
per stare insieme a te, anche quando non ci sarai,
anche quando ci troverà lontani la neve
che, appoggiandosi, riveste di purezza il creato.
Lascia che ti abbracci … con le braccia
per sentire la corporeità dell’esistenza
ed avvertire l’estasi del rapimento
che fa dimentichi di tutto ciò che circonda.
Ti prego, ferma i tuoi passi,
lasciami avvicinare a te;
ripartiamo assieme per attraversare il buio della notte,
per ricercare assieme l’alba di un nuovo giorno.
Bruno Becchi (Foto: Massimiliano Nardoni)
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 31 dicembre 2020