Fiorella Betti, l’arte oltre il dolore
BORGO SAN LORENZO – Non è stata facile, la vita, per Fiorella Betti, un percorso tortuoso, e pieno di dolore. Ma anche di colore e passione per quell’arte che l’ha aiutata a tirarsi su nel momento più duro, quello che nessuno vorrebbe mai vivere: la morte di un figlio.
Fiorella infatti, ha perso il suo Filippo, affetto da fibrosi cistica. Un colpo duro, durissimo, arrivato dopo un’altra difficoltà che le è stata inflitta dalla vita: una malattia che le ha tolto l’indipendenza. Ma, grazie anche all’aiuto di uno psicologo, ha deciso di tornare all’arte…ed alla vita. E un passaggio importante è stato quello di aprire uno studio d’arte in via del Canto a Borgo San Lorenzo.
Quando è nata la tua passione per l’arte? L’ho sempre amata, ma purtroppo non ho potuto fare la scuola d’arte. Infatti, i miei genitori hanno preferito che io seguissi un corso di studi che mi permettesse di avere ‘un futuro’ e quindi ho frequentato una scuola più ‘con i piedi per terra’. Ma l’amore per l’arte non l’ho mai persa e, appena ho potuto, intorno ai trent’anni, ho deciso di seguire alcuni corsi, in particolare quello con la pittrice Bruna Bigazzi che mi ha dato gli strumenti per sviluppare il mio sogno. Poi, per problemi medici, ho dovuto mettere in pausa questa mia passione, per riprenderla in seguito dedicandomi alla tecnica dell’aquerello con Angelo Gorlini, ex presidente dell’associazione italiana acquerellisti. Dopo un po’, però, mi sono resa conto che quello che avevo imparato da lui era la ‘tecnica base’, e che non amavo i colori che usava. E poi ho scoperto un’altra artista, Adriana Buggino, specializzata nella tecnica dell’acquerello “bagnato sul bagnato”. Era una novità, ed io volevo impararla.
A chi ti ispiri per i tuoi dipinti? Al realismo. Non potendo muovermi, a causa della mia malattia, navigo su internet in cerca di fotografi, anche non professionisti, che ritraggano paesaggi che mi ispirano. E poi li rielaboro con i miei colori ed il mio stile.
Se potessi far vedere un tuo quadro ad un pittore famoso, vivo o morto, quale sceglieresti? Oddio, difficile. Penso che se dovessi scegliere un pittore italiano sarebbe Guttuso mentre, in tutto il mondo…beh Van Gogh è Van Gogh! Ad entrambi mostrerei il quadro con le foglie blu e verdi (in foto) perché penso sia quello che mi rappresenti di più. Anche lo psicologo che mi segue ci ha visto la mia rinascita.
Perché hai deciso di aprire questo studio? Perché, oltre al normale desiderio di dare visibilità alla mia arte, sentivo la necessità di ritagliarmi un posto tutto mio, che non fosse a casa, dove mi ero rinchiusa dopo la morte di Filippo. Vorrei che chiunque passasse da qui, anche solo per caso, potesse percepire non solo la mia passione ma, soprattutto, una grande armonia.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 maggio 2018