Gli scavi archeologici nella rocca di Bruscoli
FIRENZUOLA – Alla vigilia di una nuova campagna di scavi annunciata dal sindaco di Firenzuola, Giampaolo Buti, Emanuele Stefanini ripercorre la storia dell’antica rocca di Bruscoli. Dalle origini all’inizio del millennio al ruolo svolto in età rinascimentale; quando, al tempo di Lorenzo il Magnifico, mediante la costruzione di una cannoniera per l’utilizzo di 6 bocche da fuoco segnò l’inizio della linea che attraverso Firenzuola Piancaldoli Dovadola e Terra del Sole doveva difendere la Romagna toscana.
Poiché abbiamo letto i giorni scorsi su questo importante giornale, che parla dei nostri territori e della storia delle persone, l’articolo scritto dal Sindaco del comune di Firenzuola del 24 aprile scorso, il quale ci informa della campagna di indagini archeologiche che nei prossimi mesi inizierà nell’antica rocca di Bruscoli da parte dell’Università di Firenze Dipartimento di Archeologia e che verrà eseguita con le più moderne metodologie di indagine (articolo qui).
Mi permetto di riportare una breve storia di questo manufatto per documentare l’importanza di questo sito nei circa 500 anni ininterrotti di utilizzo, la sua costruzione risale probabilmente al primo secolo dopo il mille e il suo definitivo abbandono è della seconda metà del 1500.
Su questo maniero sono state scritte molte cose fin dagli anni 70 del secolo scorso da “Masani Riparbelli”, alle vicende storiche riportate nel volume su “Bruscoli” del Prof. Paolo Guidotti insigne storico dell’appennino Emiliano, nel volumetto “La rocca di Bruscoli” a cura del Gruppo Archeologico dell’omonimo paese e infine la pubblicazione presentata nell’agosto scorso anch’essa a cura del Gruppo Archeologico “Bruscoli attraverso i secoli”.
Questa oltre alle vicende storiche che risalgono al periodo etrusco e la viabilità del territorio riporta le ultime indagini architettoniche e archeologiche e parla diffusamente degli Alberti fino alla vendita del territorio e della rocca al comune di Bologna, nonché l’inurbamento della famiglia fino al loro anonimato.
Le indagini archeologiche fino ad ora effettuate risalgono ai primi anni del nuovo millennio a cura del Gruppo Archeologico di Bruscoli sotto l’attento controllo della Soprintendenza Archeologica, queste indagini hanno portato in luce parte del circuito murario esterno che ha consentito oltre che di osservare il vecchio impianto architettonico anche di avere dei validi punti di riferimento, permettendoci così di effettuare dei rilievi cartografici precisi.
L’opera di indagine e ripulitura ha fatto riemergere ciò che rimane del portone di ingresso della larghezza di 2 metri, queste dimensioni dimostrano l’importanza della rocca e della nobile famiglia che l’abitava, anche se costruita su una aguzza montagna.
Da questa entrata si accedeva ai piani superiori tramite una scala in pietra ancora da indagare come tutta la parte interna della costruzione, eccetto un saggio di scavo a ridosso della parete interna della torre rettangolare, anche in questo punto lo scavo ha riportato in luce ciò che rimane della porta di accesso.
L’importanza di questa struttura medievale è data dal fatto che è posta su di una importante viabilità caratterizzata dalla vicinanza con il passo della Futa che nel medioevo era chiamato passo dello Stale e moltissimi percorsi conducevano e conducono ancora oggi in questo luogo.
Inoltre la rocca e il paese di Bruscoli sono posti sull’antica via imperiale che collegava Prato con Bologna e Prato con Imola seguita fin dal tempo di Federico Barbarossa nella seconda metà del XII secolo, a tal punto che i suoi discendenti Enrico VI e Federico II iniziarono la costruzione del castello dell’imperatore a Prato.
Questo edificio splendido come tutte le costruzioni federiciane, è ancora fruibile turisticamente e numerose sono tutt’oggi le storie che parlano del passaggio di Federico Barbarossa nella rocca di Bruscoli, anche se le persone anziane che le ricordano sono rimaste purtroppo poche, questa struttura difensiva era posta all’inizio del dominio Albertesco in Toscana, territorio che dalle nostre montagne attraverso il senese e la Maremma arrivava fino al mare grossetano.
Dopo la vendita dell’ultimo feudo albertesco cioè Bruscoli al comune di Bologna e in seguito all’acquisizione nel 1404 del territorio da parte di Firenze, la famiglia Medici acquistò dei possedimenti e nella fine del XV secolo la rocca subì una trasformazione architettonica per l’utilizzo delle armi da fuoco.
E’ così passata da castello medievale a struttura rinascimentale mediante la costruzione di una cannoniera per l’utilizzo di 6 bocche da fuoco ancora integre, parrebbe che queste nuove difese siano state costruite al tempo di Lorenzo il Magnifico e questa rocca sia l’inizio della linea di difesa che attraverso Firenzuola Piancaldoli Dovadola e Terra del Sole difendesse la Romagna toscana.
Molto ci sarebbe da scrivere sulla rocca ma in queste poche righe ho cercato di far presente l’importanza di indagare archeologicamente ciò che rimane di questo maniero che era posto in un territorio strategicamente incuneato verso l’Emilia ed è sempre stato ambito sia dai Bolognesi che dal comune di Firenze, a mio avviso usciranno molte risposte della vita quotidiana di chi l’abitava ma anche architettoniche, per il passaggio dal sistema costruttivo medievale a quello rinascimentale.
Certamente l’intenzione di riportare in luce ciò che rimane di questa meravigliosa rocca e la possibilità di rendere visitabile turisticamente anche la cannoniera rinascimentale, aprirebbe la zona dell’alto Mugello e di Bruscoli ad una maggior opportunità turistica, offrendo oltre alle già presenti strutture storico naturalistiche come la cascata del Biscione, il Museo, o le presenze antiche del paese, un percorso alternativo per chi percorre la via degli Dei che transita a circa un chilometro di distanza.
Voglio pertanto ringraziare il Dott. Tarantini della S.A.b,A.P., il Prof. Nucciotti dell’Università di Firenze, il sindaco del comune di Firenzuola Buti, l’assessore alla cultura Poli, il consigliere Pasqui e il proprietario del terreno Prof. Muratori, per l’impegno nel realizzare questo progetto.
Emanuele Stefanini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 maggio 2023
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