Il “Lume al grano” di Vicchio raccontato da un blog americano
MUGELLO – Che il Mugello sia conosciuto anche fuori dai propri confini, e non solo in virtù dell’autodromo, è cosa ormai nota. Ci ha fatto comunque molto piacere scoprire, grazie alla segnalazione del nostro collaboratore Luca Varlani, che c’è un blog statunitense che dedica frequentemente attenzioni al nostro territorio. Si chiama “Writeous Folk”, è curato da Amy Gulick, e promette di essere una “sede di riflessioni sulle tradizioni (principalmente) delle feste italiane, sulle usanze del calendario, sulle festività e sui cibi”.
Già lo scorso anno, il 19 Febbraio del 2023, aveva dedicato un lungo articolo (clicca qui) alla tradizione della “Polentata delle Ceneri” di Borgo San Lorenzo, corredato immagine tratta da un quadro di Enrico Pazzagli, dipinto che ritrae proprio la “Polentata”. Nei giorni scorsi, con un post sui social, è tornato a parlare del Mugello con un post dedicato alla tradizione del “Lume al Grano” a Vicchio (qui un articolo del Filo del Mugello). Nel quale si legge, naturalmente tradotto dall’inglese:
“L’ultima sera di Carnevale, gli abitanti di Vicchio del Mugello, nel nord-est della Toscana, continuano un (forse) antico rituale del raccolto chiamato “Lume al Grano”, un atto del fuoco inteso a salvaguardare i campi di grano dalla devastante piaga dell’antrace (noto anche come in italiano a causa delle lesioni cutanee nere che può causare). Nelle comunità rurali toscane intorno a Firenze, gli agricoltori e le famiglie locali si riuniscono in un campo di grano con torce accese in mano e cantano un semplice canto simile a una preghiera, chiamato cantilena. La ripetizione cullante della canzone incanta il grano, mentre il fuoco lo illumina, e insieme queste forze costringono il grano a crescere forte e alto e a tenere a bada la fame: ‘Grano grano, allunga allunga, che la fame non ci raggiunga’. Lume al grano avviene in un momento di transizione del calendario agrario – popolare che vede frequentemente atti rituali del fuoco (falò, rogo di effigi) con funzione purgativa e purificatrice, e in questo ha molto in comune con numerosi rituali europei di raccolta destinati a proteggere questa vitale fonte di cibo”.
Insomma, questa tradizione è riuscita a destare interesse anche oltre confine.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 Febbraio 2024