Il mistero degli affreschi, bellissimi, dell’Ospedalino di Galliano: chi li avrà realizzati?
BARBERINO DI MUGELLO – Hanno dovuto andare a cercare panche e sedie aggiuntive. Perché per la serata sull’Ospedalino sono arrivati in centinaia, la frazione compatta, e anche tanti appassionati di arte e di cultura. E la serata tenuta sabato a Galliano non ha tradito le attese.
I relatori (sono intervenuti, presentati da Sandra Zagni, l’assessore alla cultura di Barberino Fulvio Giovannelli, il vicepresidente di Italia Nostra Mario Bencivenni, la professoressa Carla Romby, l’architetto Leonardo Cerbai, il restauratore Simone Vettori) lo hanno detto, con emozione: hanno ricostruito anzitutto la storia di questo ambiente, minuscolo ma da secoli caro al cuore dei Gallianesi, dalle sue origini storiche, alle sue funzioni via via modificate, prima Spedale per i viandanti in cammino tra Firenze e Bologna, poi ospedale che fuori dalle mura accoglieva, dava un giaciglio e accudiva i malati. E poi ancora cappella, luogo di devozione e di preghiera, e nello stesso tempo, luogo di accoglienza, dove la carità cristiana si prendeva cura dei “gettatelli”, dei bambini non voluti, che nell’Ospedalino venivano lasciati, per poi essere portati a Tagliaferro e da lì all’Istituto degli Innocenti, una funzione che è durata fino agli anni Cinquanta del secolo scorso.
Ma soprattutto hanno evidenziato la più grande sorpresa, la “scoperta”: su quei muri anneriti dallo sporco di secoli e dal fumo delle candele si nascondono capolavori artistici, probabilmente quattrocenteschi. La professoressa Romby ha posto esplicitamente la domanda: “Chi ha dipinto questa Signora, questa Madonna? E’ di una tale qualità… In Mugello sono passati Beato Angelico al Bosco ai Frati, la scuola del Ghirlandaio a Scarperia, al Trebbio Botticelli, e questa era comunque l’area del mecenatismo mediceo”.
Ed emozionato era anche il restauratore, il dicomanese Simone Vettori: “Avevo visto queste opere 25 anni fa, e subito avevo pensato che era cosa eccezionale. Ed essere chiamato a mettervi mano mi fa sentire fortunato”. Tanto più che i primi saggi effettuati hanno dato risultati straordinari: “Sotto questo nero -ha detto Vettori- c’è la pittura, e anche più di quella che ci si sarebbe aspettati. Colore in buono stato, pur ricoperto da varie stratificazioni di sporco. Sono opere bellissime e sarà una grande scoperta.
E alla fine Leonardo Cerbai, uno tra gli organizzatori e il relatore che ha illustrato la storia dell’Ospedalino, sembrava commosso, e parecchio felice, per una serata che ha aperto una strada davvero interessante. Per l’arte, e per Galliano.
La serata ha visto anche la lettura di testimonianze orali sulla vita di Galliano di un secolo fa con la proiezione di una galleria di foto d’epoca. E poi la visita, a piccoli gruppi, all’interno dell’Ospedalino. Per ammirare le opere così come le vedevano secoli fa, rischiarate dalla luce delle candele.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 settembre 2019