La ristrutturazione dell’ex-seminario, sede della Cassa Rurale ed Artigiana del Mugello a Firenzuola
FIRENZUOLA – L’ex-seminario di Firenzuola, poi acquistato dall’allora Banca di Credito Cooperativo del Mugello, è un immobile tra i più prestigiosi del centro firenzuolino. E fu sottoposto a un intervento importante di ristrutturazione progettato dallo Studio Giovannardi e Rontini, con la partecipazione di numerose aziende locali L’ingegner Fausto Giovannardi ricostruisce e documenta l’intervento di recupero.
Furono Luciano Casini (Presidente) e Pier Lorenzo Vivoli (Direttore generale) a volere fortemente l’acquisto, da parte della loro banca, dell’ex Seminario Arcivescovile di Firenzuola, per farci la sede generale e l’agenzia.
Questo prestigioso edificio, che occupa buona parte dell’isolato tra via Giovanni Villani e via Allegri ha una storia che si perde nei tempi. Fino al 1780 fu la rinomata Locanda della Scala, dove nell’anno 1736 i ministri plenipotenziari d’Austria e di Spagna, morto Giangastone de’ Medici, si accordarono per passaggio della Toscana ai Lorena di casa d’Austria. Il 10 giugno del 1800 con rogiti di ser Gaetano Berti di Firenzuola viene stipulato il doppio contratto di acquisto e di donazione, al Cardinale di Firenze, di numerosi locali posti in via Giovanni Villani, perché fossero destinati a sede del Seminario. L’inaugurazione e l’apertura fu fatta il 12.12.1801. Il bombardamento dell’abitato di Firenzuola del 12.09.1944 rase al suolo anche il Seminario; fu distrutto tutto compreso gli archivi e la biblioteca. La ricostruzione a cura del Provveditorato delle Opere Pubbliche della Toscana iniziò il 25.07.1953 e terminò nel 1958. Dieci anni dopo il Seminario venne definitivamente chiuso e i locali furono dati in uso al Comune per la scuola media del Capoluogo. Con contratto in data 30.06.1995 l’intero immobile è stato acquistato dalla Banca di Credito Cooperativo del Mugello per destinarlo a nuova sede sociale previo accordo con il Comune di Firenzuola sui tempi di rilascio delle parti occupate dalla scuola media.
Il 10 febbraio 1998 ci giunse la lettera della CRAM d’invito ed il bando di gara per partecipare al Concorso d’idee per la ristrutturazione ed adeguamento funzionale del complesso edilizio ex Seminario Arcivescovile di Firenzuola. Presentammo un progetto molto articolato con soluzioni ardite, che risultò vincitore. Il mio braccio destro all’interno dello studio Giovannardi e Rontini, per questo lavoro è stata l’arch. Stefania Cecchini.
La cura e l’attenzione messa nella partecipazione al concorso, fu utilissima per la progettazione successiva. Nel giugno 1998 presentammo il Progetto Guida e nell’ottobre dello stesso anno venne approvato il progetto generale da attuare per fasi.
Nel suo complesso l’edificio ha una superficie utile di 3.400 mq oltre a numerosi corti interne. Vi era inoltre la presenza della scuola da mantenere, con le opere necessarie, da eseguire nelle ferie estive. La sorpresa principale fu trovare, durante i rilievi, che la cappellina della venerabile Suor Diomira Allegri era stata, nella ricostruzione interamente rivestita dalla nuova costruzione, lasciandola di fatto integra come in origine.
Mi piace qui ricordare che l’impresa che eseguì il lavoro fu l’impresa Margheri di Borgo San Lorenzo e che un giovane ingegnere, Giancarlo Margheri, vi passò molto tempo.
Nel seguito si descrivono alcune delle opere più significative a testimonianza e memoria delle capacità delle ditte del nostro Mugello.
Prantoni Marino Piancaldoli
Gelva Firenzuola
R.S. Costruzioni Firenzuola
T.E. di Scarpelli e Tinti Firenzuola
Edilfirenzuola
Santelli vetri Borgo San Lorenzo
Boni & Rontini Borgo San Lorenzo
Virgilio Geroni falegname Firenzuola
Arcobaleno di Luigi Giudice Scarperia
CAMA Ascensori Borgo San Lorenzo
L’agenzia
Il primo stralcio fu la realizzazione dell’agenzia, la cui particolarità fu l’utilizzo della corte interna, aprendo una parete con arcate in pietra come quelle del portico e coprendo la corte che diventa la sala del pubblico, coperta con un grande velario, opera del Maestro vetraio Guido Pollini di via Fra G. Angelico a Firenze.
Il grande Velario Decorativo
Ha una fascia esterna di cm.100 in piano, poi ci sono 8 pannelli a spicchio che partono dalla fascia esterna, con quota 3 mt. ed al piano del centro di cm.120×120, la quota è di mt. 3,30/3,35 Questa differenza di piani rialzati permette di dare un senso di maggior respiro all’ambiente. Il velario ha 32 sportelli apribili verso il basso per non creare difficoltà nella manutenzione.
La dimensione è un quadrato con lato di 6 metri. Eseguito con vetri di diverso tipo, decorati con segnature a grisaille con chiaro-scuro e smalti, mentre il resto è velato con colori tipo patina, per rendere la vetrata luminosa, ma nello stesso tempo diminuire la visibilità della lanterna esistente. La superficie del velario ha una fascia decorativa con agli angoli raffigurato il logo della Banca ed al centro c’è una formella decorativa raffigurante uno scultore della Pietra, ripresa da una delle formelle alla base del campanile di Giotto, la formella “Lo scultore” di A. Pisano. Il suddetto pannello è stato eseguito con vetri soffiati a bocca ‘antico Monaco” dipinti a mano a ” grisaille” e smalti cotti a gran fuoco, tessuto con profili di piombo a varie sezioni, armato con bacchette in ferro e legature in ottone e stuccato da ambo le parti. I pannelli del fondo hanno un tema decorativo geometrico. Le tonalità dei colori sono ispirate ai colori del logo ed il grigio e bianco a quello dei marmi.
Guido Polloni apre la sua bottega nel 1919, lì dov’è tuttora in via Fra’ Giovanni Angelico. È fra i primi maestri vetrai contemporanei a creare, attraverso studio e ricerca continui, esempi assai diversificati dell’arte vetraria, che spaziano dalla produzione classica di carattere religioso al supporto dell’architettura moderna e dell’interior design, tanto per l’abitazione che per i grandi edifici di carattere pubblico. L’arte del Polloni e la sua vocazione alla ricerca della luce e del colore viene raccolta e continuata dal genero, il professor Sergio Papucci, che inizia a collaborare con il Polloni già dal 1945, giovanissimo. Un patrimonio di mestiere e di arte che ora ha trovato continuità nelle figlie del Papucci, Cinzia e Silvia, anche loro formatosi all’Istituto Statale d’Arte di Porta Romana. Oggi anche i figli di Cinzia e Silvia Papucci, e un validissimo staff, continuano a tenere vitale questa “bottega artigiana ed artistica” nel campo dell’arte vetraria. Da anni la fama della vetreria Polloni ha superato i confini nazionali: numerosi ed importanti lavori sono stati realizzati da questa “bottega” fiorentina in Canada, Usa, Sud America, Australia, Africa, Thailandia, Giappone e tanti altri paesi esteri. pollonivetrate.it
La facciata esterna e le insegne di Vieri Chini
La facciata principale, su via Villani, ha necessitato di consistenti opere per il ripristino delle arcate in pietra corrose dal tempo alla base. La pietra lavorata fu fornita da due ditte artigiane: Prantoni Marino di Piancaldoli e la GELVA di Firenzuola. Il montaggio fu a cura della RS Costruzioni guidata dal geom. Marcello Mordini, che aveva l’appalto di tutti i lavori.
L’ispirazione iniziale, rappresentata dal logo al concorso d’idee, ha trovato realizzazione nella collaborazione con Vieri Chini, il cui laboratorio era di fronte al nostro studio di via Faentina. Vieri manifestò subito perplessità sulla durabilità delle sue ceramiche esposte al ghiaccio invernale di Firenzuola. Accettammo il rischio ed oggi a più di vent’anni di distanza, tutte le pregevoli formelle sono intatte.
Molto semplici, ma in linea con l’intero intervento le luci sotto il porticato di via Villani.
La scala interna e l’ascensore panoramico
Se la scala interna è rimasta quella che era lo si deve a Firenze Faini, che non volle assolutamente che nel suo interno fosse posto un ascensore. Era infatti questa una delle due ipotesi previste dal progetto guida e fu scelta l’altra: un ascensore panoramico esterno, che oltre ai piani principali dell’edificio sarebbe arrivato anche sulla copertura consentendo l’accesso al Belvedere, per il cui utilizzo avevamo proposto in sede di progetto di gara: In questa sede ci piace proporre una possibile attività che potrebbe essere avviata, riprendendo un percorso che ha visto l’origine oltre 100 anni fa, e che la distruzione di Firenzuola interruppe bruscamente. Consentiteci quindi di rifare un po’ di storia: Il 17 luglio 1881, come racconta il P. Stefano Casini nel volumetto “Memorie del seminario di Firenzuola“ edito a Firenze nel 1895, vi fu l’inaugurazione di un modernissimo Osservatorio Metereologico presso il Seminario di Firenzuola alla presenza di grandi scienziati, tra cui il Direttore Generale dell’Associazione Metereologica Italiana, quello dell’Osservatorio Ximeniano e tanti altri L’osservatorio, oltre a contenere gli usuali strumenti della metereologia (Barometro, termometro, pluviometro, anemometro, etc) era dotato di due moderni Sismografi Cecchi, importanti per una zona sismica come la nostra. Sarebbe significativo offrire alla collettività la rinascita di questo segno di civiltà, in un territorio che sembra aver dato i natali ad Evangelista Torricelli a cui è dedicata la Scuola Media. La torretta ben si presta ad ospitare una stazione metereologica ed in futuro, volendo anche sismica e astronomica, mentre nel sottostante locale vi si potrebbe ubicare un Belvedere con vista sui vari monti, in cui raccogliere tutte le cartine del territorio comunale ed eventualmente installare un telescopio. Un collegamento informatico con il Belvedere permetterebbe il monitoraggio continuo dei fenomeni. La gestione potrebbe essere svolta da uno specifico gruppo di volontariato promosso dal Comune, dalla Scuola, dalla Banca nonché dall’Osservatorio nonché Sismologico San Domenico di Prato che già opera in zona, e dagli altri Enti e Istituti interessati.
Tornando all’ascensore panoramico, lo realizzammo con la CAMA di Borgo San Lorenzo ed in particolare grazie all’impegno di Massimo Giannini, che si coordinò anche con Giancarlo Santelli per le parti in vetro. Essendo a pistone oleodinamico posto sotto la cabina, fu necessaria una trivellazione per ospitarlo quando la cabina è al piano terra. L’ascensore è infatti un cilindro di vetro che sale tra due spalle laterali, pure vetrate e termina in alto con una piramide vetrata. È un esemplare unico che si è inserito come una scheggia di vetro nello skyline della cittadella murata voluta da Lorenzo il Magnifico.
La scala è stata invece impreziosita da uno splendido lampadario da soffitto che regala delle atmosfere uniche ad ogni ora del giorno, grazie alla cascata di ornamenti iridescenti che la caratterizza. In particolare, si tratta di catene di varie lunghezze, composte da tanti dischi di madreperla che si muovono ad ogni soffio di vento che ricevono. Era il lampadario che per decenni ha impreziosito il negozio Linea Luce a Toscanella di Dozza e che comprammo ad un prezzo irrisorio per fine gestione.
La copertura vetrata
Ero stato da poco a Parigi a vedere la serra di Peter Rice al Museo Nazionale delle Scienze a La Villette, affascinato dalle soluzioni ottenute con il vetro strutturale e non mi lasciai sfuggire l’occasione che mi si presentava, di coprire la corte interna tra la direzione generale e la sala del consiglio, ricavata in quella che al tempo del Seminario era una delle due grandi terrazze coperte. La superficie da coprire era di 5,0 x 11,0 metri ed è stata risolta con 5 tubi Ø150 sp.6 mm su cui sono state posizionate le strutture di sostegno delle lastre di vetro, poste con una leggera pendenza nei due versi della lunghezza per scaricare la pioggia in due grandi canali che all’interno dell’edificio si poggiano su altri canali per il trattamento dell’aria.
Oggi questo sistema di fissaggio puntuale del vetro è diventato più comune, ma allora non lo era. 18 lastre di vetro della dimensione di 209×168 cm e 173x 168 cm sono stati posti a contatto tra di loro con un giunto di 10 mm realizzato con mastici siliconici neutri trasparenti o colorati, previo l’inserimento di una guarnizione siliconica siliconato e sostenuti per mezzo di dispositivi meccanici elastici e puntiformi denominati “Rotules”: dispositivi in acciaio inox (di fatto bulloni a giunto sferico) che, saldamente fissati alla lastra di vetro, ne diventano parte integrante e costituiscono l’unico punto di contatto tra il vetro stesso e la struttura portante di sostegno, assecondando le deformazioni delle lastre. Le rotules inserite nei fori predisposti negli spigoli delle vetrate, sono collegate a dei ragni o manine, sempre in acciaio inox ancorati ai tubi portanti. Le manine hanno 4 dita nei riquadri centrali e due ai bordi.
Ancora oggi, passati ventitre anni e con poca manutenzione, la copertura svolge egregiamente il suo lavoro. Fu un lavoro molto impegnativo, terminato nell’agosto 2000, ed è stato possibile farlo, grazie all’impegno di Giancarlo Santelli della Santelli Vetri e della Ditta di carpenteria ed infissi Boni & Rontini di Borgo San Lorenzo.
Alla fine dei lavori la CRAM pubblicò un pregevole libro: “Memorie del Seminario di Firenzuola di Stefano Casini Tip. Ricci Firenze 1895 Ristampa nel feb.2000 a cura della BCCM in occasione del trasferimento nella nuova sede, con un volume II di Piercarlo Tagliaferri e Carlo Lapucci”.
Oggi questo splendido edificio, che ha visto tanta storia passare nelle sue stanze, rimasto quasi vuoto, sembra guardarci sconsolato, aspettando di poter ancora servire a qualcosa.
Fausto Giovannardi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 agosto 2023
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