BARBERINO DI MUGELLO – Fulvio Giovannelli, assessore alla cultura del Comune di Barberino di Mugello, ci ha preso gusto. A trattar di cultura, storie antiche, arte e documenti per l’assessorato, si è via via appassionato alla ricerca documentaria e alla frequentazione degli archivi storici.
Adesso, sollecitato dal lavoro di ricerca sulle chiese barberinesi, da lui promosso come assessore, lavoro che ha coinvolto un bel numero di persone, col coordinamento della prof. Carla Romby, compreso lui stesso, Giovannelli ha steso un’approfondita relazione sulla storia della pieve di San Silvestro a Barberino, relazione che l’assessore ha presentato pubblicamente con un incontro in Pieve (articolo qui).Ecco qui il testo integrale.
La Pieve di San Silvestro a Barberino di Mugello
di Fulvio Giovannelli
Parlare della chiesa di Barberino della sua nascita, della sua evoluzione e di tutti gli innumerevoli cambiamenti, architettonici e strutturali, che ha fatto nei suoi 1000 anni di vita, significa parlare anche del paese, dei personaggi più o meno importanti e degli avvenimenti che vi sono succeduti.
I personaggi riportati sono stati protagonisti ed hanno avuto un ruolo significativo nel mondo sociale, politico e cristiano sia nella vita di Barberino che nella costruzione ed ampliamento della chiesa. Si ricorderanno alcuni Sacerdoti, alcuni letterati e poeti dove spicca tra tutti Bartolommeo Corsini.
Ma quello che è stato uno “storico” della vita culturale di Barberino, soprattutto sulla Chiesa di San Silvestro, è stato Giuseppe Baccini. Uno studioso, legato alla parrocchia, ricercatore che ha lavorato presso la Biblioteca Centrale di Firenze e che con le sue ricerche ha fatto conoscere e rivalutare la poetica di Bartolommeo Corsini, facendo anche stampare a sue spese in 300 copie, il romanzo, “Il Torracchione Desolato” e le poesie più significative del poeta.
Anche il Corsini si è occupato della Chiesa di Barberino e del suo Campanile. Faceva parte, avendo avuto anche il ruolo di Governatore, della Compagnia di San Sebastiano e Rocco e lui e la sua famiglia di nobile origine, hanno dato un effettivo contributo nella costruzione ed ampliamento della chiesa.
Barberino è un paese che è nato da un Castello, sorto prima del 1000, posto su una piccola collinetta e abitato da “capitani” longobardi. Nei dintorni di questo castello, che aveva soprattutto la funzione di garitta, per controllare chi veniva da nord e da sud, cominciarono a costruirsi delle case, via via sempre più numerose, visto che il castello era considerato un luogo sicuro.
La città di Firenze nel XIII secolo, considerato questo aumento di popolazione intorno al Castello, stimolò la popolazione a costruire a valle, vicino al torrente Stura, compensando i cittadini, se avessero deciso di costruirvi delle abitazioni, a non pagare le tasse per la durata di 10 anni. Così le famiglie si spostarono dal castello alla “piazza”, vicino al fiume, e da lì con il passare del tempo, si stabilirono i primi nuclei che formarono il paese di Barberino. La strada più antica, orientata verso nord ( ora corso Bartolommeo Corsini ), che portava al castello, piano piano veniva costeggiata dalla costruzione di case, sia a destra che a sinistra. Dopo circa 200 metri di strada si incontrava uno spiazzo dove si trovavano una cappella, molto piccola, accanto alla quale si trovava la chiesa anch’essa piccola.
Occorre chiarire le diverse tappe che portarono alla nascita e allo sviluppo della chiesa di San Silvestro prendendo in considerazione anche la nascita dell’Oratorio dei Santi Sebastiano e Rocco. Sono due edifici vicini, nel centro del paese a pochi metri di distanza l’uno dall’altro.
Alcuni giovani di Barberino decisero di riunirsi in una cappella di cui è scomparsa ogni traccia per dar luogo e fondare, copiando l’iniziativa del 1240 a Firenze, che portò alla nascita della Compagnia della Misericordia. Questa Cappella dedicata a Santa Maria molto probabilmente era vicino alla chiesa parrocchiale, nelle pertinenze del parroco, mentre la chiesa parrocchiale dell’epoca, era l’attuale Oratorio (1).
Ben presto i parroci del tempo e i fratelli della Confraternita si accorgono che la struttura dove era collocata la chiesa era troppo piccola, non poteva ospitare tutti i fedeli del paese e le altre chiese limitrofe erano troppo distanti, come la chiesa di S. Andrea a Camoggiano, oppure la chiesa di San Jacopo a Cavallina o addirittura la Pieve di San Gavino Adimari, quest’ultima la più importante ed antica Pieve del territorio che comprendeva un vastissimo territorio a nord del paese ed aveva nella sua giurisdizione ben venti rettorie (2).
Il paese intanto si stava ingrandendo, aumentava la popolazione, sorsero degli spedali per curare ed ospitare i viandanti e la popolazione. Il 1531 fu un anno particolarmente luttuoso per Barberino, in quanto il Mugello fu colpito da uno spaventoso terremoto che portò morti e distruzioni a molte abitazioni ed anche alla chiesa di San Silvestro dove i danni furono ingenti (3).
Il 1547 è anche l’anno dell’inizio della costruzione della nuova chiesa. Nei registri parrocchiani viene riportata questa data come l’inizio della costruzione, ma anche sottolineando la volontà dei cittadini del paese di costruire una nuova chiesa, adeguata allo sviluppo che Barberino stava assumendo, perché quella vecchia “ est parva et salis hobscura”. I cittadini si consorziarono costituendosi in un comitato o Opera e si impegnarono personalmente a sovvenzionare ed a partecipare alla costruzione della Chiesa di San Silvestro.
Nel libro “Ricordi e documenti” dell’archivio parrocchiale vengono descritti il tipo e la quantità dell’offerta dal 1 Aprile al 28 maggio del 1547, oltre all’atto ufficiale, anche il nome di tanti abitanti di Barberino che si impegnavano a dare ai Confratelli della Misericordia, a seconda delle loro possibilità, una cifra in denaro o del materiale o la propria manodopera. Interessante è il dono del Camerlengo Sandro di Francesco Passanti che mette a disposizione due maestri muratori, Antonio di Jacopo e Nanni da Latera, oltre ad alcuni manovali (4).
“Fondazione della Chiesa di S.Silvestro Barberino di Mugello”
“Debitori e Creditori- appartenenti già alla famiglia del poeta Corsini adesso al Cav. Aristide da Barberino.”
“Addi primo di aprile 1547 Al nome di dello Onnipotente e della sua gloriosissima madre…………il presente libro è di carte 288 e è della operai della fabrica e chiesa di Barberino di Mugello. In nel quale si terrà conto di dare e avere e massime di tutti gli uomini di detto popolo i quali si scriveranno in detto libro che si sono hobbligati di pagare tutte le somme le quali saranno in questo libro inanzi e sono stati contenti e vogliono essere stratti in ogni luogo dove ragione si tempi quando manchassino di pagare ad ogni volontà dalli operai di detta fabrica comunicando la prima pagha per tutto il presente mese e di poi la seconda a chalende aghosto prossimo, e la terza pagha l’anno avenire nel 1548 per tutto aprile e la quarta e ultima pagha per tutto agosto 1548. Che Idio ci dia gratia sia con salute delle anime nostre e a crescimento di roba chominciando questo sopraddetto di primo aprile 1547.”
Ed anche nel 1547, ci fu una grande inondazione nel Mugello come narra il Muratori il 12 agosto 1547….
“Cadde nel Mugello per tutta la notte a dirotto e con tanta pioggia tutti i fiumiciattoli divennero orgogliosi torrenti con inondare le campagne ed allagare non poca parte di Firenze. Vi perì molta gente, case, mulini, ponti, ed alberi infiniti non ressero alla furia delle acque. Talchè gli uomini di quel secolo vissero una disavventura che non avevano mai riveduto o provata in tempi loro” (5).
Per avere una visione più reale delle dimensioni del paese, dopo pochi anni dalla costruzione definitiva della nuova Chiesa, si riportano dei dati significativi sul numero di abitanti e sulla densità abitativa (6).
I lavori iniziarono subito fin dal 1547 e la nuova chiesa fu completata nel 1568. La chiesa di nuova costruzione era una chiesa cinquecentesca con un edificio ad aula e con capriate lignee di copertura. Il Patronato della nuova chiesa è della famiglia Cattani e il 12 giugno del 1569 viene firmato l’atto di permuta della chiesa nuova, l’attuale, quella antica, ceduta per uso di oratorio ai fratelli della Ven. Compagnia di S. Sebastiano. Steso e letto alla presenza di Mons. Arcivescovo di Firenze in visita pastorale ed il nuovo priore sarà nominato il 25 Giugno 1569 nella persona di Ponzalli sac. Giovanni di Francesco di Mugello inves” (7).
Quindi la proprietà dell’Oratorio passa dalla Famiglia Cattani ai fratelli della Misericordia, mentre la Chiesa di San Silvestro diviene patronato Cattani. Ci sono diverse fonti che confermano questo storico passaggio di proprietà delle due chiese per il paese di Barberino.
“Tra il 1547 e il 1568 viene edificata una nuova chiesa a cura dell’Opera istituita a tal fine e con un atto del 12 giugno del 1569 quella vecchia passa in permuta alla Compagnia di S. Sebastiano, che tramite l’Opera aveva finanziato la nuova costruzione. L’atto del 1569 è firmato, alla presenza dell’arcivescovo fiorentino Antonio di Bindo Altoviti (1521-1573), da Paolo di Sebastiano Sconditi, Antonio di Simone Mazzetti, Francesco di Carlo Forasassi, Alessandro e Benedetto di Giuliano Corsini, Lorenzo di Silvestro Migliorini e da altri 41 Barberinesi ascritti alla Compagnia di S. Sebastiano. La nuova chiesa inaugurata verosimilmente nel 1569 ed ispirata a stilemi tardo rinascimentali controriformati, è posta a sinistra di quella vecchia ed è ad aula unica, coperta a capriate, costruite con il legno fornito dall’abetaia dei Bardi di Vernio (8)
Il Baccini si sofferma sull’avvenimento (9).
Ora diventa interessante, come si evince dai documenti dell’Archivio della Parrocchia di Barberino, mettere l’attenzione su come le altre chiese vicino alla Chiesa di San Silvestro, vivono questo avvenimento, come trovano modo di uniformarsi o meno, di fronte alle funzioni religiose.
Nel registro “Ricordi e documenti 1547-1779”, si trovano molte informazioni che aprono al lettore un mondo “dinamico “ se si vuole anche conflittuale, tra le diverse parrocchie del territorio barberinese, comprendente la chiesa di San Silvestro che acquisiva nel tempo sempre più importanza, la Chiesa primaria di San Gavino Adimari, che invece “perde” sempre più fedeli, la chiesa di Santa Maria a Vigesimo e la chiesa di S. Andrea a Camoggiano: tutte sotto il patronato Cattani (10).
Pochi anni dopo la chiesa di Barberino fu eletta al titolo di Prioria con le chiese suffraganee di San Bartolommeo e Santa Margherita a Mangona, San Lorenzo alla Collina, S.Andrea a Camoggiano, San Pietro a Cirignano, Santa Maria a Vigesimo.
Sempre nel suddetto registro parrocchiale, per regolamentare lo svolgimento delle diverse funzioni religiose e stabilirne le priorità fra le diverse chiese, viene fatto un decalogo scritto dal Priore di San Gavino Adimari, Rustico Baldi, del 15 dicembre 1691, in cui vengono elencati sia le priorità delle parrocchie ed anche le norme a cui dette parrocchie devono attenersi (11).
Le diverse conflittualità ed il rapporto non troppo pacifico tra le diverse chiese poteva concludersi anche al tribunale ecclesiastico. Se non si trovavano delle soluzioni bonarie tra le diverse chiese, si passava a dover interessare il giudice ecclesiale.
Infatti si possono leggere delle vere sentenze in cui venivano stabilite le regole da seguire nelle diverse funzioni religiose e come dovevano svolgersi, in quale chiesa, soprattutto tra la chiesa di San Silvestro, quella di Santa Maria a Vigesimo e San Gavino Adimari. Il Baccini riporta una di queste sentenze tra la Chiesa di Barberino e la chiesa di San Gavino Adimari (12).
La Chiesa di San Silvestro doveva essere abbellita, arricchita di opere d’arte e di strutture adeguate e significative: era un sentimento comune ai numerosi fedeli. Alcune famiglie facoltose come Corsini, Forasassi, Ferranti, Franceschini, parteciparono a questo abbellimento e alla costruzione di 7 Cappelle che vennero costruite dal 1599 al 1656, donandole alla prioria, intitolate a queste famiglie, le quali si impegnavano a mantenere nel tempo i riti e le messe stabilite (13).
Ancora la chiesa doveva avere un vero e proprio campanile, posto non sul tetto, come era nell’oratorio della Compagnia di san Sebastiano e Rocco, ma ubicato fuori della chiesa, ed anche qui la confraternita di. Barberino interviene e si tassa per costruirlo, come aveva fatto nel 1547 per costruire la nuova chiesa (14).
Soffermandosi sulla costruzione del campanile si trovano dei documenti che attestano che il campanile della Chiesa di San Silvestro a Barberino è stato costruito non solo una volta, ma risulterebbe costruito e distrutto, per poi essere costruito una seconda volta: prima era collocato all’ingresso della chiesa per poi essere ricostruito nell’attuale posizione. Il documento riportato nell’Appendice Documentaria (15) lo conferma e risulta un documento che non si evidenzia nei trattati sulla costruzione della chiesa di San Silvestro.
Infatti si evince fin dall’inizio del documento questa nuova ed importante notizia.
Nel 1673 fu completata la costruzione del campanile, molto semplice ma funzionale ed abbastanza alto da poter far sentire il suono delle campane in tutto il paese di Barberino che si stava sempre più espandendo per accogliere l’aumento della popolazione. Il secolo XVII per il paese di Barberino rappresenta un periodo fertile, dove si susseguono avvenimenti che arricchiscono il paese sia da un punto di vista strutturale che da quello culturale.
La Parrocchia di San Silvestro insieme alla Confraternita, decise, su proposta di alcune famiglie di Barberino, di edificare un Oratorio nella parte centrale del paese e quindi in piazza. Ci furono molte discussioni sia sulla ubicazione e sia su come doveva essere costruito ed soprattutto se avere o non avere il campanile, anche se piccolo, ed anche sulla sua funzione. Un paesano appartenente alla Confraternita di San Sebastiano e Rocco, Antonio Giovannali, la cui famiglia viene anche ricordata dal Corsini, ha avuto un ruolo significativo sia nella vita del paese che nella costruzione dell’Oratorio (16). Interessante riportare lo scambio delle lettera tra la Curia ed il Giovannali per avere l’assenso e la costruzione di detto Oratorio (17).
Dalle note del Baccini che parla dell’ Oratorio posto nella piazza di Barberino, si ha ulteriori informazioni sulla costruzione, sul patronato, ma soprattutto sulle norme che regolarono il culto religioso e di quali famiglie fossero interessate al culto (18).
Dopo alcuni anni dalla sua costruzione, viene chiamato “Chiesino”: lo sottolinea anche una nota di un periodico locale mugellano “Il Filo”, riportando verosimilmente l’espressione verbale, che veniva e che viene tutt’ora usata tra gli abitanti di Barberino per indicarlo. Oggi, ormai da da molti anni, il “Chiesino” non esiste più come luogo sacro: ha avuto dalla fine degli anni “50 diverse destinazioni commerciali.
Nei primi anni del 1600 crescono nella zona del Mugello gli “altari” e le “devozioni”. A Firenze esisteva “ La congrega dei cento preti” che aveva lo scopo di organizzare delle riunioni dove si parlava e si discuteva sulle regole della Congregazione dei sacerdoti. Nel 1626 quattro Sacerdoti si distaccarono dalla congrega e fondarono la “Società dei quattro Pivieri”, composta dai parroci di San Gavino Adimari, San Giovanni in Petroio, San Michele a Montecuccoli, e Santa Reparata a Pimonte.
“In Barberino aveva scelto l’oratorio di piazza per farvi delle adunanze: portava il nome di Società dei quattro Pivieri i quali erano S. Gavino Adimari, S. Michele a Montecuccoli, San Giovanni in Petrolio, e Santa Reparata in Pimonte. All’adunanza intervenivano i quattro Pievani, i priori e i curati di essi. Scopo della riunione era la riforma di alcuni capitoli della Congregazione dei 15 sacerdoti della Visitazione della Beata Vergine. Erano proibite rigorosamente le conferenze teologiche (19).
Un’altra notizia importante porta la data del 27 giugno 1642, quando la chiesa di San Silvestro, per decreto dell’arcivescovo Piero Niccolini, fu eletta in Prioria, suffraganea della Pieve di San Gavino Adimari e l’anno seguente fu dotata del fonte battesimale fino allora detenuto solo dalla Chiesa di San Gavino Adimari e dalla Prioria di Sant’Andrea a Camoggiano (20).
Da sottolineare ancora è l’acquisizione della reliquia di San Papia per l’interessamento di Don Epifanio Giorgi, “monaco e visitatore vallombrosiano di origine barberinese, a farsi parte attiva perché la Compagnia di San Sebastiano e Rocco potesse aver un corpo santo. La Compagnia, del resto, si era mostrata insistente nel richiederlo e smaniante di riceverlo con sollecitudine (21).
Come sottolineato, il culto di San Papia ha avuto fino a pochi anni fa una vera e propria risonanza particolare nella vita dei fedeli, a dimostrazione di come le due “chiese”, quella di San Silvestro e la Compagnia di san Sebastiano e Rocco, anche se in alcuni momenti il clima collaborativo non era dei migliori, hanno portato ai fedeli importanti e significative iniziative e solennità religiose.

Tornando alla narrazione storica è da sottolineare che del 1700, nell’archivio della parrocchia, non ci sono molti documenti che descrivono la vita del paese, Abbastanza strano se si pensa che il XVIII secolo è ricordato come un secolo di cambiamenti e di ristrutturazioni. Si sa che è un secolo che da un punto di vista religioso le persone sono molto colpite e devote, si hanno, come accennato molte processioni, che vedono le diverse parrocchie quasi in disputa per accaparrarsi il percorso migliore, In paese si continua ad abbellire la chiesa e la compagnia che, quest’ultima, diventa sempre più, il serbatoio per i finanziamenti e per le spese: dalle campane al bardacchino, dagli abbellimenti agli altari.
È opportuno a tal proposito riportare una annotazione citata nella“Cronache” dell’Archivio Parrocchiale, in cui il Priore Don Giacomo Magnani fa presente ai Sigg.Cattani come sarebbe importante poter svolgere la processione della via Crucis in una loro proprietà, chiedendone il possesso: (22)
Barberino da poco tempo aveva avuto dai Lorena il compito di doversi staccare dal Comune di Scarperia e fondare un proprio comune. Cosa che avvenne con l’editto di Pietro Leopoldo del 23 maggio 1774 (23) dove si sancisce la nascita di un nuovo modo, maggiormente decentrato, di amministrare le “Comunità del Contado Fiorentino”.
E se il paese si sta espandendo e prendendo una fisionomia stabile, la chiesa ha bisogno di far “sentire” i suoi riti religiosi e quindi avere delle campane idonnee. Arrivarono, grazie anche questa volta alla Confraternita, le 4 campane, che vennero fabbricate nella fonderia di Galliano. Furono installate nel 1778 e presero il posto delle tre, una delle quali era l’antica campana del Castello dei Cattani e ciascuna aveva una scritta latina.
Questi sono anni in cui la Toscana è amministrata dai Lorena, grandi riformatori.
Infatti, padroni e sovrani del Gran Ducato di Toscana, volendo con più facilità e minor tempo, arrivare a Vienna e non potendo usufruire della strada del Giogo che non era carrozzabile, costruiscono quella strada intorno al 1750, che oggi si chiama “via Bolognese” o della Futa. Questa nuova via di comunicazione favorisce ed incrementa lo sviluppo di Barberino sia come aumento della popolazione, che come estensione del territorio urbano.
Tornando alla storia della Chiesa di San Silvestro, è doveroso sottolineare che le spoglie di San Papia, come sopra ricordato, il Santo amato e ricordato nel paese, vengono poste nella Compagnia e vi rimangono fino al 1785 per essere poste nella chiesa di San Silvestro, per essere protette e conservate, dopo il decreto fatto da Pietro Leopoldo sulla soppressione delle Compagnie religiose.
A seguito della difficoltà di raggiungere la Chiesa Pievana di San Gavino Adimari da parte dei parroci suffraganei e su istanza dei barberinesi stessi, con il consenso della famiglia Cattani, patroni di tale edificio, la Prioria di San Silvestro, diviene dichiarata Pieve.
Si deve cominciare a sottolineare come la Chiesa di San Gavino Adimari, chiesa che era la pieve più significativa, perde la sua importanza rispetto alla chiesa ( o Pieve) di S. Silvestro.
Quindi si comincia a pensare di allargare e modificare l’attuale chiesa di San Silvestro e nell’anno 1815 col progetto dell’ing. Veneziani incominciarono i lavori che ebbero termine nel 1816. La riapertura solenne avvenne in questo medesimo anno nella ricorrenza della festa di S. Papia che allora usava celebrarla per la Pentecoste.
Nel 1822 poi i barberinesi fecero istanza al Granduca perché si degnasse di erigere in Pievania la loro Parrocchia di San Silvestro.
Da una visita pastorale risultano dei dati che possono essere utili per rendersi conto che la Chiesa sta prendendo la struttura attuale sia per dimensioni che per forma.
“L’attuale chiesa fu edificata nel 1816, essendo pievano un certo Bartoloni, su disegno dell’ingegnere Veneziani. Lo stile è romanico. E’ lunga m. 25 fino al balaustro. Larga m.9. Vi sono due grandi cappelle che formano la croce latina profonde e larghe m.6,5. Nel corpo della Chiesa vi sono 4 cappelle profonde m. 2 e larghe m.3,85. Il presbiterio col coro è profondo m. 8,5 e largo 6,5. E’ in buonissimo stato e sufficiente alla popolazione” (24).
Alla nuova chiesa ingrandita, si volle dare la forma a croce latina e di quella vecchia rimasero solo le mura e all’esterno fu aggiunto un loggiato con “un goffo e pesante frontone di mattoni che nasconde il bello della facciata” ( sottolinea Baccini); nell’interno furono rimodernate tutte le Cappelle ed aumentata quella grandiosa detta di S. Papia che forma il braccio destro della croce latina citata Sulle pareti, nessuna pittura, nessun fregio:una manto bianco perlaceo e basta. Il soffitto, stoiato, anch’esso semplice; non aveva che una larga fascia all’intorno, una specie di greca e nel centro la maestosa figura interna, ben disegnata e colorata del santo titolare in abito Pontificale con le braccia aperte in atto di salire al cielo a cui rivolgeva serenamente gli occhi….(25)
Il 1822 è un anno importante per la chiesa del capoluogo, in quanto e a seguito della difficoltà sempre maggiori ed evidenti per raggiungere la Chiesa pievana di San Gavino Adimari che dista diversi chilometri dal paese, da parte dei parroci suffraganei e su istanza dei barberinesi stessi, con il consenso della famiglia Cattani, padroni di tale edificio, la Prioria di San Silvestro, diviene dichiarata Pieve.
Arrivando a consultare i registri dell’archivio parrocchiale, soprattutto quelli che riguardano gli anni della fine “800 fino ai primi del “900, emerge una figura importante e significativa nella vita della chiesa di Barberino, don Pratesi (26).
Nelle sue numerose lettere inviate a persone e personaggi importanti, si notano come don Pratesi fosse molto interessato ad abbellire ed arricchire la Chiesa parrocchiale, chiedendo finanziamenti e rivolgendosi anche a “Sua altezza Reale”, come compare in una sua lettera scritta nel 1902, in cui descrive come in quegli anni la chiesa risultasse brutta e non consona alle funzioni religiose, perché i “riti religiosi devono essere fatti in “luoghi belli e decorosi”
Quindi, con impegno e dedizione che gli erano naturali, decide di iniziare i lavori e portare la chiesa ad un nuova assetto e a una nuova bellezza (27).
A fine febbraio 1893, intorno alle elezioni amministrative suppletive, si accese fortissima la polemica tra gli ambienti cattolici intorno a don Gabbriello Pratesi, imperniati sulla Compagnia dei Santi Sebastiano e Rocco e, da pochi mesi sulla Congregazione giovanile di San Luigi Gonzaga, e quelli laici che avevano il principale riferimento nella società operaia presieduta dal maestro Gaetano Toni. La questione faceva emergere, dalla parte dei laici, e con posizioni estreme, l’ingegner Dante Giorgi, potenziale candidato, osteggiato dai clericali e dagli agrari con successo, visto l’esito dell’elezione – del tutto favorevole agli agrari – in cui però colui che veniva definito “papa rosso” fronteggiante il “papa nero”, don Pratesi, ebbe il seggio municipale.
Interessante e significativa, proprio per sottolineare ulteriormente la personalità di Don Pratesi, è questa lettera, riportata nell’App. Doc.,che viene spedita addirittura al Re (28).
Nel 1902 i lavori non sono ancora completati, mancano la decorazione delle finestre delle cappelle della cantoria e delle pareti nella parte inferiore, compresi i ritocchi e restauri degli altari. L’altare maggiore tutto di materiale e calcina fu sostituito da quello in marmo già esistente nella Chiesa di Santa Maria Maggiore a Firenze e che fu acquistato dai Padri Camillini. Inoltre la tribuna maggiore e la sagrestia demolito il vecchio pavimento in terra cotta, sono ora pavimentate con ambrogette di cemento” (29).
Nel 1905 i lavori vengono finalmente completati ed il Baccini, attento a tutto quello che nella parrocchia poteva succedere, esprime un parere non troppo positivo, riportando anche delle diverse dimostranze che venivano verbalizzate dalla popolazione.
Infatti il Baccini, rincarando la dose, scrive sul suo giornale che la popolazione entrando nella chiesa di Barberino si sente oppressa, soffocata, acciecata da una ridda chiassosa di colori d’ogni genere, spalmati senza economia su quelle facce fredde e spaurite che mettono malinconia e desiderio di andarsene, anziché destare devozione e raccoglimento” (30).
Dopo 32 anni, cioè dal 1882 al 1914, Don Gabriele Pratesi, lascia la Parrocchia di Barberino e a lui subentra un sacerdote del Mugello, Don Giuseppe Focacci nato a Borgo San Lorenzo nel 1868, che aveva celebrato la sua prima messa nel 1890 in San Quirico di Siena ed ebbe dal Cardinale l’investitura canonica della chiesa di San Lorenzo a Galliga. Successivamente fu parroco di Sant’Eustachio e di Santa Maria in Acone, ove ricostruì la chiesa riportandola ad un vero splendore artistico. E questo splendore artistico cercò di volerlo e di portarlo anche alla Pieve di Barberino.
Dopo pochi anni deve gestire e soprattutto affrontare i danni del famoso terremoto del 29 giugno del 1919.
Terremoto che colpì il paese ed il comune di Barberino, portando dei notevoli danni a molte abitazioni, alla chiesa e soprattutto alla canonica che venne puntellata in più parti ed in altre venne addirittura abbattuta.
Fu deciso di dare alla canonica una diversa struttura e come si legge nella relazione tecnica, fu abbellita e sanata anche la chiesa e progettata una nuova distribuzione razionale degli spazi per una spesa totale di £75.097,70 che vennero arrotondate a £80.000 come si legge nel verbale delle spese preventive redatto in data in data 3 settembre 1923 (31).
Ma i lavori vennero completati dopo diversi ampliamenti nel 1938, sempre su proposta del Focacci, che volle ricostruire e ristrutturare gli edifici attinenti alla chiesa e alla canonica (32).
Da sottolineare che Don Focacci è sempre stato considerato un prete molto umile, sempre disposto ad aiutare i suoi concittadini, soprattutto nei periodi di difficoltà che in quegli anni furono numerosi.
“Il Messaggero del Mugello” ne loda sia l’iniziativa di Don Focacci che i risultati che vengono messi in evidenza dal giornale. Si sottolinea che il pievano,
“ dopo aver pensato di sanare gli edifici della canonica decide di abbellire la chiesa ed iniziarono dei lavori che portarono la chiesa ad assumere un aspetto più decoroso, come si può leggere in un documento di collaudo in cui vengono presi in esame, in maniera minuziosa, tutti i lavori eseguiti nella chiesa e nei collegamenti con la canonica, cercando di rendere quest’ultima, più distaccata dalla chiesa” (33).
All’età di 92 anni il 10 maggio 1960 muore il parroco Giuseppe Focacci che dal 1914 era pievano di Barberino; un prete che oltre ad essere vicino ai fedeli, mantenendo la sua umiltà e la sua semplicità si adoperò per abbellire degnamente la chiesa di San Silvestro, restaurandola e arricchendola con affreschi e decori, compresa la Canonica, affidandosi ad artisti del luogo.
Al suo posto viene nominato parroco di Barberino Don Averardo Dini che aveva da diversi anni il ruolo di Cappellano. Così, già inserito nel contesto sociale del paese, ha potuto continuare e portare a termine i lavori di ristrutturazione della canonica, ultimando anche quelli della chiesa.
Dopo alcuni mesi dalla morte di Don Focacci e da pochissime settimane del nuovo parroco don Averardo Dini, in merito al completamento dei lavori che riguardavano anche l’ingresso della chiesa, nel portico, viene trovato un documento molto antico e di un certo interesse che un giornale del luogo riporta :
“Durante i lavori di restauro del portico antistante la Chiesa di Barberino di Mugello è stata rinvenuta murata, una bottiglia sigillata contenente un documento datato 25 febbraio 1799 nel quale Pio VI autorizzava Gastone di fu Pietro Matassi da Barberino, di erigere nella sua abitazione, con riconoscimento ufficiale della Chiesa, le stazioni della via Crucis. Si suppone che detta autorizzazione fosse rilasciata da Pio IV al Matassi, durante il periodo che soggiornò in Mugello alla Villa delle Maschere, poco lungi da Barberino. Questo è il secondo rinvenimento venuto alla luce durante i lavori di restauro della Chiesa. Infatti durante la prima fase di restauro, nel dicembre 1958, fu trovata una lapide apparente alla tomba di Caterina Sforza Medici, per molti anni ricercata…” (34).
Il parroco don Averardo Dini, dopo il Concilio Vaticano II, decise di attuare gli indirizzi che la nuova liturgia aveva stabilito.
Fece togliere l’altare maggiore e modificò l’impiantito della chiesa e ne dipinse tutte le pareti con una tinta chiara ed uniforme, coprendo tutti i dipinti che l’artista Tito Chini aveva realizzato negli anni “30, artista famoso per lo stile liberty, non solo nel Mugello ed in Italia, ma anche all’estero.
Venne sostituito l’altare come prevedevano i nuovi indirizzi liturgici e” furono fatti i pavimenti in marmo giallo e rosa, il rivestimento in legno dello zoccolo delle pareti, gli amboni in marmo dell’altare e fu rimosso il controsoffitto che copriva le capriate.
La chiesa assunse un altro aspetto rispecchiando la “moda” del tempo con una luce maggiore, uno stile più “razionale” asciutto eliminando anche la balaustra del 1700, in pietra serena che seguiva di fronte all’altare i movimenti dei gradini del presbiterio, con colonnini a forma di piramide, oltre alla rimozione dell’ambone e alla sostituzione dei confessionali e delle panche.
Vengono eseguiti dei lavori anche alla canonica, al campanile, elettrificando le campane, viene installato un impianto di riscaldamento e una diversa e più efficiente illuminazione.

Negli ultimi mesi del 2019 fino ai primi del 2023 ci sono stati avvenimenti importanti ed interessanti nella chiesa di Barberino. Intanto il terremoto del 2019 del 9 Dicembre delle ore 04,20 circa, che ha reso la Chiesa pericolante e inagibile con enormi danni soprattutto nella parete dell’ingresso dove è collocato l’organo. In circa due anni la Chiesa è tornata a ospitare i fedeli e dalle crepe dell’intonaco sono emersi gli affreschi del Chini.
“Meraviglia che nasce da una vera e propria scoperta: la pieve di San Silvestro che ha cambiato volto, non più tutta intonacata di bianco, ma più intensa e colorata, con le decorazioni liberty di Tito Chini. Una scoperta legata a un evento di per sé drammatico, il terremoto di fine 2019, che aveva anche lesionata la pieve, rendendola inagibile.”
E dai lavori di recupero di quelle crepe ci si è ricordati – già lo testimoniavano diverse foto antiche di matrimoni – che le pareti dell’abside, e anche degli altari laterali erano tutte finemente decorate. Da un artista borghigiano Tito Chini, che ha legato il suo nome allo splendore liberty delle terme di Castrocaro, Municipio di Borgo san Lorenzo, delle decorazioni a Palazzuolo, dove Chini visse, trovò moglie ed è sepolto. Un pievano del passato, a Barberino, si convinse che imbiancar tutto di bianco fosse la soluzione migliore per dar luce a una chiesa giudicata troppo buia. “Bastava magari qualche luce in più”, si è notato giustamente in un intervento durante l’inaugurazione di domenica. Ed ecco la soddisfazione. Quella di avere una chiesa più bella e artisticamente ricca. Che potrà essere meta di visite anche da un punto di vista turistico, come tappa significativa del liberty mugellano. Perché la pieve barberinese ora si mostra davvero con tutta la bellezza delle sue pitture: i tre affreschi, nel catino dell’abside e degli altari laterali, le decorazioni sulla parete dell’abside, la cappella, con le decorazioni al soffitto e le quattro maioliche degli evangelisti. Per non parlare delle splendide vetrate, realizzate dalla Manifattura Chini di Borgo San Lorenzo.
Note
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Confraternita di misericordia de SS. Sebastiano e Rocco ”Statuto ed altre storie” Ed. La Vela, Lucca 2023 pag.68
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Oltre ad essere piccola la chiesa del tempo ci furono anche delle diatribe tra la Confraternita ed i parroci nella gestione dei riti religiosi. Infatti in un documento del 1493/1494, estratto dall’Archivio Cattani, che avevano il patronato della Chiesa di San Silvestro, ci sono ben 4 trafiletti che sottolineano tali conflitti, come i fratelli della Compagnia volevano impedire al priore di San Silvestro di celebrare la messa in chiesa invece di celebrarla nell’oratorio, come i barberinesi non volevano un priore della famiglia Cattani ed ancora come le elemosine non venivano ripartite come era stabilito.
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Ma anche negli anni successivi le cose non andarono meglio come viene riportato dalle cronache del libro parrocchiale “ Ricordi e documenti” in cui viene riportato come nel 13 giugno 1542 ci fu un spaventoso terremoto nel Mugello. Rovinarono n. 1288 case che non si potettero più abitare; corpi morti 113, storpiati o feriti 250. Le persone cercarono rifugio fuori dalle proprie case per più di due mesi e le scosse durarono più di 40 giorni.
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Ibidem pag 27
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Archivio parrocchiale di Barberino di Mugello “Ricordi e Documenti 1547-1779” pag 43
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In questo anno (1551) il Comune di Barberino ha la superficie in quadrati agrari di 46.134,16. Le famiglie sono 841 e gli abitanti 4728
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Ibidem “Ricordi e documenti” pag 44
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Le chiese delle diocesi Italiane. Op. cit. pag 1
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Nel suo giornale mugellano parla di questo storico evento, sottolineando che anche l’oratorio, per questo avvenimento, venne ristrutturato ed ingrandito ed in questa fonte compaiono i nomi dei fratelli della Misericordia che rappresentano alcune famiglie più ricche del paese e vengono descritte lo stile e alcune caratteristiche architettoniche della chiesa.
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Cfr, Appendice documentale A ( App. Doc.)
Nella lettura del Registro si ha una visione anche particolare delle varie funzioni religiose e soprattutto quando, nelle diverse feste religiose, erano previste le processioni che dovevano essere concordate e spesso diventava difficile stabilirne il percorso e le priorità delle rispettive Chiese. Un estratto del suddetto registro dimostra come, nelle diverse diatribe tra le Chiese limitrofe, la famiglia Cattani intervenisse per esprimere il suo parere. -
Ibidem “Ricordi e documenti” pagg. 48-49
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Idem “Ricordi e documenti” pagg 48-49
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Il Baccini ne fa una ricca e puntuale descrizione nei suoi “Annali”
1.Cappella dell’Assunzione di Maria
Questa Cappella fu fondata da Corsino e da Bartolommeo figli di Domenico di Antonio Corsini da Barberino li 26 febb.1599……..
2. Cappella della SS: Concezione di M.Vergine.
Questa Cappella fu fondata dal P. Raffaello di Giuliano Franceschini rettore della chiesa di San Silvestro………li 19 agosto 1626
3. Cappella del SS. Sacramento.
Alessandro del fu Leonardo di Biagio Forasassi da Barberino fondò e dotò a cappellania col testamento e con i suoi codicilli in data de’ 25 e 26 agosto 1631….
4. Cappella della Invenzione della Santa Croce all’altare del Crocifisso.
Francesco, Biagio e Vincenzo del fu Alessandro Forasassi di Barberino dotarono questa Cappellania…..lì 10 Novembre 1638….
5. Cappella dei SS. Simone e Giuda all’altare del Crocifisso.
Donna Felice di Baccio de’Tosini….. dotò questa cappella…li 27 febbraio 1636. Cappella sotto il titolo
6 Cappella di S. Antonino Arcivescovo di Firenze
Fondata dalla famiglia dei sigg. Ferranti….
7. Cappella di S. Antonio da Padova.
Fondata dalla famiglia Giorgi…… il 4 settembre 1656.” -
App.Doc.B
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App. Doc. C
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Antonio Giovannali fu un ceraiolo e contribuì notevolmente alle spese per la costruzione, avvenuta nel 1620, dell’oratorio della piazza, sostenendo l’annessa costruzione di un piccolo campanile. Ma quest’ultimo proposito non venne accettato per l’opposizione della famiglia Cattani, la quale vedeva nella costruzione di un piccolo campanile sopra l’oratorio, un possibile svilimento della funzione della chiesa di San Silvestro, della quale loro avevano il Padronato.
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App. Doc. D
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App.Doc. E
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Giuseppe Baccini op. cit. pag 218
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Utile sottolineare per il lettore che Prioria si intende una chiesa retta da un priore e la pieve è la chiesa principale del luogo che può avere sotto di sé altre chiese o cappelle.
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Confraternita di Misericordia di San Sebastiano e Rocco op. cit. pag. 104 Cfr. App. Doc. F
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Appendice documentaria G
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Appendice documentaria H
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Archivio Parrocchiale- Visita pastorale 1933
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Giuseppe Baccini “Il Messaggero del Mugello” 2 luglio 1906, n. 28
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Don Pratesi un prete che ha lasciato un’impronta sia nella sua funzione di parroco e sia come curatore delle memorie e, con un’impronta quasi ossessiva, si trovano cronicari puntuali e dettagliati riposti con precisione nell’archivio. Ha trascritto dei documenti antichi, le cronache che andavano dal 1000 circa al 1910, i ricorsi, le visite pastorali, e molti altri documenti. Se osserviamo la calligrafia ci accorgiamo di tutto questo. Tra l’altro compare una calligrafia non troppo facile da legger, non perché è contratta ma risulta particolare, una calligrafia “espansa”, larga, a volte di difficile comprensione, ritrovando questa sua calligrafia anche nei documenti che partono anche prima del 1000. Ma risulta essere anche un uomo molto preciso e parsimonioso che indagando nei registri e consultando alcune persone, da una visita pastorale il Pratesi scopre un ammanco nell’inventario fatto dal suo predecessore, un certo Don Bertolla, e riesce poi, divulgando la notizia al vescovo, di poter riavere nell’inventario degli arredi che risultavano mancanti e mal conservati.
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Nella parrocchia di Barberino fu investito il 16 febbraio del 1882 e vi rimase fino al 1914. Come fa presente il prof. Fabio Bertini nel suo Dizionario, don Pratesi ebbe anche un’importanza nella vita politica e amministrativa del Comune di Barberino.
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App. Doc.I
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”Archivio Parrocchiale” Visita Pastorale 30-31 ottobre 1904
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Giuseppe Baccini “Il messaggero del Mugello” 2 luglio 1902 n. 28
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Archivio Parrocchiale “Lavori alla chiesa e alla canonica” 1915-1923
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Si legge anche, da alcune lettere, che il Pievano attinse i soldi anche dalla vendita di alcuni appezzamenti di terra che la Pieve aveva.
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App. Doc.L
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Cfr Archivio Parrocchiale “Lavori di restauro alla chiesa e alla canonica” 4 agosto 1960
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Appendice documentaria
Appendice A
Molto Reverendo, Signor Mio
Vostra Signoria ha da sapere come è usitario ogni anno far la procissione del SS. Sacramento e levarlo da una Chiesa e l’altra e quest’anno si a da andare a levare dalla priorità di S. Andrea, e se va alla Badia di Santa Maria a Vigesimo con ordine di detto Abate di detta Badia vada a fare il Sacramento a S. Andrea e il Parrocchiano di Barberino ha da portare ma perché più volte detti Abati hanno fatto resistentia di andare a fare come di sopra, sempre ci si è riparato a ricorrere all’Arcivescovado che li hanno fatto precetto che non manchino dell’uso sotto pena e loro poi non hanno mancato di fare l’obbligo loro e quest’anno si é fatto la diligentia di dirlo a questo abate che ci é, e lui ha risposto che se lo porteranno lo riceverà, ma non vuole fare altro: questi preti non se ne contentano di farli il servitore et dicono che in cambio di portare il SS: Sacramento alla Badia lo porteranno a San Silvestro a Barberino dove dovea venire quest’attro anno: ma perché le procissioni antiche non si possono permutare senza licenza dell’Arcivescovado bisognerà V.S. lo faccia consapevole e direte che più volte questi frati hanno fatte queste resistenze e a tal fine pregando da Dio per ogni suo contento mi raccomando a V.S.
Dì Barberino il 27 maggio 1614
Di.V.S. Aff.mo Servo Piero Cattani
“ Ricordi e documenti” pag.31
Appendice B
Ricordo come in questo dì 1 dicembre 1672, più e diversi fratelli di detta nostra compagnia fecero intra di loro una colletta per fabbricare un campanile alla chiesa di San Silvestro qui di Barberino, quali saranno qui gli infrascritti cioè:
- Il Molto Rev. Sig. Priore Camillo Fattorini si compose a dare darsene per carità e per l’Amor di Dio £ 105
- Il Molto Rev. Sig. Don Alessandro Rettore alla Collina si compose a £20
- Corsino Corsini di barberino promesse pagare al 1° dicembre 1672 £ 70 ad affetto di far fare il Campanile.
- Alessandro Forasassi £70.
- Antonio Giorgi £50
- Bartolommeo Corsini di Barberino di sua propria volontà pagare lire 30, per far fabbricare detto Campanile.
- Eredi di Gio.Battista Giorgi di Barberino promessero di loro propria volontà far fare ad un suo muratore n. 40 opere in detto Campanile.
Idem pag. 41
Appendice C
Trascrizione del documento che si trova nel fascicolo “Aumento congrue chiese Cattani” al n.12
ILL.mi et Rev.mi SS.ri Proni Colend.ni
Da Mons. R.mo Arcivescovo di Firenze è stato fatto gettare a terra il campanile fabbricato molti anni sono dalla Compagnia di Santi Rocco et Bastiano di Barberino di Mugello diocesi di Firenze, perché era fabbricato in faccia alla chiesa Parrocchiale di Santo Silvestro di detto luogo Barberino; allora pretendendosi da Confratelli di detta Compagnia di rifare nuovo campanile pare in faccia della chiesa parrocchiale: pertanto il Curato et il Cavaliere Cattani ch’ha il fus.…di detta parrocchia supplicano umilmente le Loro ecc… a degnarsi di proibire a li detti confratelli il rifare nuovo campanile in faccia della suddetta parrocchia ed ancora a Mons. Rev. issimo. Arcivescovo di Firenze che d’ordine di questa loro Illustrissima Santissima Congregazione faccia la medesima proibizione a detti confratelli et a chi sarà di bisogno che tutto si riceverà per grazia singolarissima dalle Santissime e reverendissime Quad Deus.
Archivio di Stato di Firenze, Fondo Cattani “Aumento Congrue Chiese Cattani” n. 12
Appendice D
Reverendissimo Monsignore Arcivescovo di Firenze
Antonio Giovannali di Barberino Mugello, umilissimo servo di Sua Signoria Illustrissima, desiderando a onore a Sua Maestà a noi santi di mettere in effetto un suo buon proposito di edificare un Oratorio a onore di S. Antonio e San Carlo nella piazza di Barberino, dove per speciale grazia di S. A. Serenissima ha ottenuto un luogo. La supplica a dargli facoltà o di possa adempiere questo suo desiderio con fabbricarlo con obbligo in perpetuo di mantenerlo per se e sua famigli
Antonio Giovannali 30 bbre 1616
Concedesi licenza al detto Antonio di poter fabbricare il detto oratorio conforme al disegno che è in Cancellerio, purché lo doti con scudi venti di moneta l’anno per reggersi in titolo perpetuo beneficio da conferire an un Chierico secolare, con riservo del patronato a favore di detto Antonio nel modo e forma da estendersi nell’istrumento della fondazione.
L’Arcivescovo di Firenze
Nel frattempo interviene anche la famiglia Cattani che, come più volte sottolineato, estendeva nel comune di Barberino, il patronato su tutte le chiese
Illustrissimo e Reverendissimo Oss.
Con reverenza vengo a salutare V.S. Illustrissima e dirle che un certo Antonio Giovannali qui di Barberino di Mugello ha ottenuto da S.A. Serenissima di poter servire della piazza di barberino di braccia 25 per ogni verso per fare un oratorio su detta Piazza e perché in questi mesi detto Antonio mi venne a trovare col domandarmi se mi contentavo per essere io il Patrono della Parrocchia di barberino e li dissi mi contentavo, pensando volesse fare un oratorio e non una Chiesa; ora dice per pubblica voce e fama che lui vuol fare Chiesa e non oratorio; e perché so quanto pregiudicherebbe alla parrocchia, e si è lasciato intendere detto Antonio che vi vuol fare Campanile e Campane per radunare il popolo imperò la vegga di quanto pregiudizio alla parrocchia e di tanti scandali che potrebbero nascere, et perciò La vengo di nuovo a pregare se si potesse ovviare a tanti inconvenienti ne verrei obbligo a V.S. Illustrissima e Reverendissima.
Affmo e umilissimo servitore
Piero Cattani
Come si evidenzia in questo carteggio, per la costruzione di questo Oratorio emerge la paura in molti cittadini, che fosse costruito un Campanile che non era affatto gradito al Patronato Cattani, in quanto l’Oratorio non doveva assumere una veste di piccola chiesa, in quanto il campanile, anche se piccolo, poteva far assumere alla struttura quella immagine. Ma il Vescovo con una lettera chiara e puntuale mette tranquillità alla famiglia Cattani, rispondendo al parroco della chiesa di san Silvestro.
Molto Revd. Don Piero
Ho visto quanto avete scritto a Monsignore Vicario in proposito della licenza concessa ad Antonio Giovannali di edificare sulla Piazza di Barberino un Oratorio per servizio del luogo, in risposta della quale voglio che siate sicuro che non si farà campanile ne si metterà campane fuora, né si comporterà cosa alcuna che possa in modo alcuno essere in pregiudizio della Parrocchia, perché a questo si ha particolarmente l’occhio e me li raccomando.
Dì 10 marzo 1618
Alessandro Arcivescovo di Firenze
Die Legina tertia Martìì 1618
Quindi arrivò ben presto la lettera del vescovo che ribadiva e ordinò la costruzione dell’oratorio in piazza di Barberino.
L’Illustrissimo e Reverendissimo Alessandro Marzi Medici, Arcivescovo di Firenze, concede licenza a Antonio di Giovanni Giovannali di Barberino di Mugello Diocesi di Firenze che possa fare edificare da Fondamenta un Oratorio a onore di S: Antonio e S. Carlo nella Piazza di Barberino di Mugello da dotarsi poi ed erigersi a titolo di perpetuo beneficio ecclesiastico con la reservazione del Patronato et altre clausole da estendersi nell’Istrumento della fondazione a beneplacito di S.S. Ill.ma et dando facoltà al Rev. Don Raffaello Franceschini rettore della Chiesa di S.Silvestro da Barberino di poter benedire la prima pietra da apporsi, per tutti gli atti soliti, e requisiti, a miglior modo.
dì 10 marzo 1618 Alessandro Arciv. Di Firenze
Ricordi e documenti. Op. cit. pag 32-35
Appendice E
La Cappella ed Oratorio dei SS,Antonio e Carlo posto nella piazza di Barberino fu fondato dal Sig. Giovannali nel 1620 come consta dall’atto rotto Per Giuseppe del fu Jacopo Barni il dì3 settembre di detto anno. Il giuspatronato della cappella è dei Sigg. Mancini di Barberino. La dote consiste in due poderi, uno dei quali detto il Cinotto e l’altro Valdibonella: la rendita annuale del primo è sui venti o ventidue scudi, e dell’altro di diciotto a venti. Di più vi è un canone annuo di scudi cinque lasciato da Donna Alessandra Guidoni a favore di detto Oratorio. Pagano i signori Mancini e Forasassi. Gli obblighi inerenti a detta Cappella sono: 1° mese n. 5 ogni settimana due delle quali il lunedì e il sabato. 2° Feste due annue cioè per Sant’antonio Abate e per san Carlo Arcivescovo con messa 4 per ciascuna festa. 3° Messe n. 18 da celebrarsi ovunque più piace e 4. N.2 Uffizi di Messe sei, l’uno da farsi dopo le suddette due feste dei SS. Antonio e Carlo, con Notturno ed una Messa cantata tutto in suffragio della suddetta Sig.ra Alessandra Guidoni.
Giuseppe Baccini, op. cit. Pagg.215-216.
Appendice F
Sarebbe utile spendere qualche parola alla larga diffusione, specialmente con la controriforma, della ricerca e del significato delle reliquie, in quanto il culto delle reliquie, come la vendita delle indulgenze, è stata una delle questioni più controverse nella storia della Chiesa. In particolare, fra il Medioevo e l’Età moderna la venerazione dei resti mortali dei santi è stata contestata ferocemente dai fautori della Riforma che sostenevano il rinnovamento della Chiesa all’interno del mondo cattolico.
Papia martire è stato un santo che i paesani hanno venerato e considerato protettore di Barberino ed avuto una considerazione maggiore di quella di san Silvestro. Quando un fedele del luogo aveva bisogno di una grazia , la sua domanda e devozione veniva rivolta a San Papia. L’epoca della sua morte non è stata potuta collocare precisamente nel tempo e nel 1669 il sacerdote barberinese Michele Ricoveri fece richiesta per il trasporto del corpo del Santo a Barberino per donarlo alla compagnia dei SS. Sebastiano e Rocco. Il 5 luglio San Papia sarebbe arrivato ( il condizionale è d’obbligo perché sono riportate delle date discordanti) a Barberino e deposto provvisoriamente nel Chiesino in Piazza Cavour dopodiché venne sistemato sotto l’altare della venerabile compagnia.
Il Filo, “Idee e notizie del Mugello” 11 Maggio 2023.
Appendice G
Addì 19 febbraio. 1722
Io padre Giacomo Magnani Priore della chiesa di san Silvestro a barberino di Mugello con ogni schiettezza attesto e fedelissimamente confermo per la verità a chi sospetta ed avanti a qualsivoglia tribunale e Giudice d’aver camminativamente eretta la via Crucis nel mio popolo lungo la strada maestra che passa per il castello e pur che questa chiesa ha un campo che confina con la detta strada in luogo detto alla Fontina sino a via Gora e però ho piantato le croci in numero di quattordici nel podere del ciglio del suddetto campo della Chiesa e perché i popoli possono guadagnare le concesse dal sommo Pontefice a chi fa detta via Crucis intendo e con più vera cognizione, cedo e concedo ogni precisa padronanza di detto terreno e luogo che occupano le dette quattordici Croci al. Padre Ministro Generale dei Padri Minori osservanti di san Francesco. Mentre quanto ho detto di sopra sia di benigno concesso e buona grazia Dell’Illustrissimo e reverendissimo del Sig. Urbano e fratelli dell’Illustrissimo Sig. Pier Cattani.
Archivio Parrocchiale “ Cronaca 1639-1799” pag 144
Appendice H
Con la legge del 30 settembre 1772 si attua la suddivisione del territorio in Vicariati e Podesterie separando la giurisdizione civile e criminale, mentre il Motuproprio del 23 Maggio 1774 definiva il nuovo ordinamento in Comunità per il contado fiorentino. Si realizzava così l’obiettivo più importante della riforma voluta da Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena e tale da segnare significativamente il passaggio ad una nuova costituzione del granducato, destinata ad incidere specificatamente sui criteri di selezione dei ceti dirigenti locali. Infatti la riforma mirava a “restituire alle comunità, possessori ed interessati, la libera amministrazione e direzione degli interessi e affari loro”in modo che “gli affari economici siano diretti ed amministrati da quelli che vi hanno il principale interessa.
Cfr. A cura di Romby Salomone, “Barberino di Mugello in età lorenese” Regione toscana, Edizioni dell’assemblea, Consiglio regionale, dicembre 2019 pag.23
Appendice I
A Sua Altezza Reale
Nella mia qualità di parroco della chiesa di San Silvestro a Barberino di Mugello, provincia di Firenze. Mi permetto di esporre rispettivamente quanto appresso.
A togliere dal suo attuale squallore la nostra chiesa parrocchiale suddetta, nel disegno e con l’opera del valente pittore professore Vittorio Pittare Forasassi, si eseguiranno grandiosi lavori di decorazione in pittura. Per l’armonia di tale decorazione, che altrimenti resterebbe incompleta e ad sicurarne col migliore effetto artistico anche la durata, si rendono pure indispensabili altri lavori di grave entità, non esclusa la sostituzione dell’attuale pavimento di terra cotta per oltre trecento metri quadri, con pavimentatori almeno di ambrogette in cemento colorite a imitazione del marmo.
Continua la lettera, in cui fa presente che la popolazione di Barberino è povera, che i lavori di manutenzione della chiesa sono avviati e devono essere conclusi e che la somma prevista è di £5000 per una buona trasformazione artistica rivolgendosi al “suo cuore di principe”………….nella data non c’è il giorno e mese. L’anno 1902
Idem “Ricordi e documenti 1895-1896” foglio staccato ed inserito.
Appendice L
Per sommi capi fo presente che i lavori consistono nella costruzione di una nuova Cappella fronteggiante quella preesistente del S.Sacramento, nella demolizione totale del soffitto stoiato della chiesa con restauro, verniciatura di tutto il legname e sottocoperta della tettoia, nell’apertura di ampie finestre, nella modificazione dell’Altare Maggiore e i quello del titolare, nel rinnovo del pulpito, dei confessionali, formazione di cavità per passare di statue sacre e per lasciare comunicazione ed indipendenza fra la chiesa e la canonica. Il tempio venne a risultare ancor più decoroso a seguito di pregevoli affreschi fatti dal Chini tanto al soffitto dell’Altare Maggiore come a quelli delle due cappelle latrali ed nella collocazione di nuove vetrate intonate pure dal Chini. Dalla contabilità che qui si riporta e dalle diverse fatture debitamente controllate, l’importo generale dei lavori previsto risulta di £ 87179.10 ottantasettesima cento trentanove C10.
Firmato: Il Cancelliere Barberino di Mugello 7.6.938 XVI
Archivio Parrocchiale “ Lavori alla chiesa e alla canonica 1915-1923”
(relazione di Fulvio Giovannelli)
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