Le suore di Barberino festeggiano 150 anni: la ricerca storica di Claudio Carpini
BARBERINO DI MUGELLO – Era il 1872 quando, accompagnate da Madre Giuliana Cinganelli, tre giovani suore arrivarono a Barberino, su richiesta di Giovanni Guasconi (allora primo cittadino del paese) per aprire una scuola. Le suore arrivarono a Barberino in un momento di grande novità: l’Italia era uno stato unitario da poco più di dieci anni; la stessa istituzione stava muovendo i primi passi: dopo i momenti incerti delle origini (attorno alla metà degli anni Cinquanta del secolo, quando Suor Veronica Donati aveva formato una piccola comunità), nel 1865 Madre Giuliana Cinganelli aveva preso saldamente le redini dell’istituzione e l’aveva resa stabile e riconoscibile. L’apertura della casa di Barberino (e l’anno successivo di quella di Galliano) costituirono la primissima fase di espansione dell’istituzione.
Le suore vennero ospitate in un edificio di proprietà del comune (nell’odierna Via Trento, in quello che i barberinesi chiamano appunto “il comune vecchio”). Qui rimasero per qualche anno; costrette a lasciare il paese per un breve periodo (a causa della difficoltà a trovare suore che avessero la “patente d’insegnamento” e da alcune prese di posizione dell’amministrazione), rientreranno a Barberino per essere ospitate in piazza, in una casa a fianco delle logge medicee. L’attuale collocazione, invece, risale al primo dopoguerra. Le suore avevano aperto per qualche anno anche una scuola alla Villa delle Maschere: avevano aderito alla richiesta del Marchese Gerini di istruire i figli dei propri contadini. Un atteggiamento “illuminato” che i figli evidentemente non condividevano fino in fondo. Quando la scuola delle Maschere chiuse, i Gerini acquistarono per le suore “la Cavolaia” destinata a diventare la loro sede definitiva.
Da un secolo e mezzo, dunque, la presenza delle suore accompagna i barberinesi. Non solo nella missione educativa nella scuola, ma attraverso innumerevoli esempi di apostolato e di testimonianza viva nel paese. Se si guarda alla storia, ricostruita da Claudio Carpini nel libro Un secolo e mezzo di testimonianza. L’avventura delle suore Serve di Maria SS. Addolorata a Barberino di Mugello, ci si accorge di come le suore siano state un punto di riferimento per intere generazioni di barberinesi. Nella memoria collettiva del paese, la presenza delle suore è anche nell’apostolato in parrocchia, nei tanti momenti di condivisione (la casa è sempre stata “aperta”: qualche volta per pregare, qualche altra per fare festa insieme alla comunità, molto spesso per fare entrambe le cose…), nell’organizzazione di gite e pellegrinaggi.
Nel libro sono presenti i nomi di tante sorelle che hanno fatto da punto di riferimento per il paese: a cominciare da Suor Nazarena, energica e (a volte) scorbutica; ma anche suor Lidia, suor Giovanna, suor Marina… E per andare più indietro nel tempo, suor Nazarena Pasquini, morta giovanissima, grande insegnante che Barberino apprezzò per troppo poco tempo; o suor Maddalena Cartei, che poi sarebbe divenuta Madre Generale dell’istituzione. Insomma, un elenco lunghissimo di suore che hanno condiviso il loro percorso con quello dei barberinesi.
Sono trascorsi 150 anni, durante i quali le suore sono state presenza viva all’interno della comunità. Il loro carisma, dedicato all’insegnamento e alla vita comunitaria, ha arricchito e reso migliore la vita dei barberinesi.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 12 giugno 2022