A circa un chilometro da Palazzuolo sul Senio,nella frazione di Quadalto, sulla strada statale che porta al passo della Sambuca, vicino a un ponte, dove confluiscono il fiume Senio e il torrente di Lozzole si trova il Santuario della Madonna della Neve. A questo è annesso il Convento, Casa Madre delle Suore Francescane “Ancelle di Maria”.
Dai documenti che si trovano nell’archivio comunale, si apprende che nel 1400 c’era solo un piccolo pilastro dove si venerava una piccola immagine della Madonna che stava come a protezione dei viandanti che attraversavano quei monti pieni di pericoli. I fedeli costruirono poi, al posto del tabernacolo, un piccolo edificio senza altare destinato alla preghiera, un oratorio. A questo edificio, costruito nel 1459, fu dato il nome di Madonna della Neve.
Questa data era scritta su di una campana, fatta poi fondere nel 1761 (quando già c’era la chiesa), che riportava anche la seguente frase: “I cittadini romagnoli abitanti in Firenze alla Madonna della Neve di Quadalto l’anno 1459”.
Agli inizi del 1600 il piccolo Oratorio fu trasformato in una vera Cappella. Si narra che fu allora che in riva al fiume, sotto la chiesa, venne trovata, dipinta su di una pietra, l’immagine della Madonna. Questo dipinto (scheda qui) venne portato sull’altare maggiore della cappella e questo aumentò la frequenza dei visitatori.
Il 2 Luglio del 1605 la cappella fu benedetta da Don Francesco Eschini con l’intervento dei parroci delle altre parrocchie del paese.
Fino agli inizi del 1900, l’Oratorio era gestito da un comitato di persone chiamati “Operai”. Nell’archivio storico esiste un libro contabile, di entrate ed uscite, che ne testimonia la gestione e si deduce che le persone offrivano a questi denaro ed anche generi alimentari.
Nel 1624 fu costruito il piazzale davanti e nel 1630 fu ingrandita la cappella. Nel 1639, il 31 Luglio, il parroco di Palazzuolo, Don Annibale Tedeschi benedisse la cappella che divenne chiesa. L’altare maggiore fu fatto da un maestro scalpellino di Fiesole, Giovanni di Davide Santini. L’altare rimase però incompiuto perchè mancavano i soldi. Nel 1649 furono allargate le questue (elemosine) fino a Faenza; così verso le fine del 1600, la parete nuda fu abbellita da un dipinto ad olio.
Nel 1932 l’Oratorio ha acquistato il titolo di Santuario.
La chiesa misura 17,50 metri per 13,70. La facciata ha un loggiato di tre arcate con quattro pilastri in pietra serena. Il pavimento, che era di lastroni di pietra, è stato rifatto in cotto. L’interno ha tre navate, con una porta centrale e due laterali. Sopra la porta d’ingresso c’era un quadro (ora custodito all’interno del Convento, nel Matroneo), opera di un pittore ignoto, che rappresentava il martirio di Sant’Apollonia, di Sant’Agata e di Santa Lucia. Sempre sopra la porta d’ingresso, vi è un rosone di vetro con al centro una M e la scritta “Ecce Ancilla Domini” (ecco l’Ancella del Signore), simbolo della Congregazione delle Suore Francescane “Ancelle di Maria”. Al centro del pavimento della Chiesa, c’è una lapide di marmo bianco dalla quale si va nel sotterraneo che custodisce un ossario.
Le tre navate sono sostenute da pilastri in pietra serena. In alto, si vedono quattro finestre a forma d’arco, due sono dipinte, le altre invece sono quelle da cui le suore di clausura seguivano i riti religiosi. Dietro l’altare maggiore c’è il coro con un piccolo organo del 1700. Nella parete dietro l’altare c’è anche una porticina che una volta serviva per lo “scoprimento della Madonna”. Vi sono due altari: in quello di destra è posta la statua di San Francesco, mentre in quello di sinistra quella del Sacro Cuore.
L’altare maggiore è in pietra serena. In alto al centro ci sono le lettere IHS e sotto si legge SANCTAE MARIAE AD NIVES DICATAM. Il quadro di Maria è oggi racchiuso in un grande pannello bianco sotto il quale è custodito un mosaico del 1955.
© Il Filo – Arte e cultura in Mugello – 30 agosto 2019
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