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Scarperia “terra nuova” fiorentina? Manco per idea, esisteva da tempo

SCARPERIA E SAN PIERO – Sì, ne sono consapevole; sono un appassionato di storia affetto da forte campanilismo in un’epoca che invece premia l’uomo moderno e cosmopolita. Anche Dante, però, affermava che per lui erano stranieri quelli nati appena fuori le mura a Rovezzano o Trespiano, per cui campanilista era pure lui e la cosa mi consola. Almeno un pochino. Quando poi leggo di grandi mugellani o capolavori nati per arricchire il Mugello che sono spacciati come fiorentini doc mi arrabbio proprio.

Non si capisce che in città si buttava la roba dalla finestra (evito di specificare cosa), le strade erano maleodoranti e pericolose, le epidemie sempre in agguato mentre la campagna, dove risiedeva almeno l’80% della popolazione, non era poi così malaccio ed è proprio lì che nascevano i “geni”. D’altra parte se Michelangelo veniva da Caprese, Leonardo da Vinci, Masaccio da San Giovanni Valdarno, Boccaccio da Certaldo, Beato Angelico da Rupecanina e Machiavelli per poco non nacque nella Val di Pesa qualche motivo ci sarà. Ciò premesso, dove è lecito lotterò sempre per riportare la genesi di grandi uomini, arte, cultura e storia da Firenze nel nostro Mugello sia per amore e convinzione ma anche solo per semplice ripicca. In questo senso, ecco che oggi voglio affrontare e smontare con voi un argomento spinoso, ovvero la vera data di nascita di Scarperia. Con quanta sicurezza gli storici si affannano a datare 1306 la fondazione del paese citando il documento in cui Firenze creò la Terra Nuova destinata a diventare per secoli Vicariato della Toscana.

Fu detto che quel luogo triste, barbaro, desolato e disabitato si chiamava in passato Scarpignana e che fu nomato su input dei fiorentini Castel San Barnaba; solo col tempo per bocca degli abitanti diventò Scarperia. Mi sembrano tutte “quisquilie, pinzillacchere” come direbbe Totò, o meglio ancora “gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare” come esclamerebbe Gino Bartali con la famosa voce roca. Che la fondazione della Terra nuova o per meglio dire di la semplice fortificazione (a dire il vero in principio assai traballante) siano iniziate allora, nessuno lo mette in dubbio, ma quanto al resto vanno riviste diverse cosette. Non occorre molta fantasia per ristabilire una verità che è lì davanti ai nostri occhi. Iniziamo ad esempio dal nome che è sempre stato per i residenti Scarperia. Scrivevano infatti il Villani e il Morelli nelle antiche cronache: “E feciono fare i Fiorentini giusto al piano di Mugello, nel luogo detto la Scarperia, una terra per fare battifolle agli Ubaldini” citando le parole della riformazione dei Priori fiorentini in cui si ordinava di fabbricare il muro sotto la supervisione di messer Matteo. Dunque, il “luogo” nomato SCARPERIA esisteva da tempo.

Niente Scarpignana, un nome che, a parte la presenza della scarpata, non mi capacito come diavolo sia saltato fuori (di sicuro ci sarà qualcuno più informato di me) e non piacque mai il nome Castel San Barnaba invocato dai fiorentini. Analizzando poi i documenti più antichi emerge che nella zona fortificata esisteva già da tempo il paese di Scarperia, nucleo residenziale di una certa importanza, anche se non sappiamo bene quanto esteso. Non c’era ancora la strada per il Giogo, però nel Duecento erano diverse in loco le abitazioni di fidelis legati ai vicini e potenti Ubaldini di Santa Croce a Fagna incaricati di raccattare balzelli dai viandanti che transitavano da un sentiero dell’Alpe allora molto disagevole; ma di strada c’era quella o rizzati, che ci volete fare! In seguito il centro fu “piazza” mercantile nella quale si sottoscrivevano atti notarili. Una testimonianza interessante su questa Scarperia antica ci viene appunto da un documento contenuto nell’Archivio Storico Fiorentino-Diplomatico Luco.

È infatti datata dai responsabili dell’Archivio primo Dicembre 1203 una pergamena redatta in Scarperia in cui Rustichello del fu Ubaldino da Rio vende un pezzo di terra per 40 soldi, notaio rogante un certo Melioris (Migliore) da Fiesole. La data è quella per i traduttori del regesto ASF ed è validata dal fatto che il figlio del notaio, tale Jacobus di Melioris de Mugnone, notaio anche lui, fu attivo dopo il padre nella seconda metà del Duecento.

Un’ultima annotazione: il notaio alla fine del documento scrive che l’atto è stato sottoscritto non “sulla piazza di Scarperia” bensì “inforo da Scarparia” dizione che a mio avviso ha un importante e profondo significato. “Foro” in latino indica non solo la “piazza”, soprattutto il luogo centrale di una cittadina destinato a uso di mercato, agli affari e all’amministrazione complessiva del territorio. Dunque, almeno cent’anni prima della fondazione del castello e della Terra Nuova, Scarperia era già una cittadina popolosa, fiorente e attiva. Con buona pace degli amici fiorentini che saluto.

 

Fabrizio Scheggi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 Maggio 2022

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