Un antico miracolo a Borgo San Lorenzo
BORGO SAN LORENZO – Quante volte ci capita di dire “Qui ci vorrebbe un miracolo!”, e pressapoco è quello che successe in Mugello, per la precisione nel Monastero di Santa Caterina a Borgo San Lorenzo nell’anno del Signore 1703. Dovete sapere che in quell’estate afosa nel monastero una monaca trentasettenne, tale Suor Maria Rosa Caterina Buoni se la passava parecchio male. Ormai in fin di vita, aveva ricevuto più volte i sacramenti; soffriva di forti dolori ai fianchi, aveva un vasto edema in tutto il corpo, era devastata da uno scirro (carcinoma) e per questo si trovava inferma nel letto da dodici anni. Non mangiava quasi niente, neanche alzava la testa dal guanciale. Le suore che la assistevano, rassegnate, ripetevano in coro: “Qui ci vorrebbe un miracolo!”. Siccome il Priore di San Domenico a Fiesole si apprestava a visitare il monastero mugellano, le monache lo supplicarono di portare con sé una reliquia della Beata Agnese da Montepulciano (in odore di santità), ben sapendo che il religioso era stato priore proprio nella chiesa dove si conservava un’urna con il corpo incorrotto della Beata. Il comprensivo priore aprì l’urna e prelevò del cotone da sotto i piedi dell’Agnese.
Arrivato a Borgo con la preziosa reliquia, la cronaca racconta che “..entrato il suddetto priore nel Monastero.. il di 30 giugno….confessata che fu la religiosa inferma, dissesi il padre Priore si preparasse a fare un buona comunione per la mattina seguente e che si raccomandasse alla Beata Agnese da Montepulciano, perché di quella gran serva di Dio aveva portato un certo cotone.. onde dopo la santa comunione la voleva con quello segnare…”. Così avvenne, il priore passò su tutto il corpo della suora malata il cotone, poi se ne andò scuotendo il capo e pensando anche lui “qui ci vorrebbe un miracolo”. Poco dopo, un gran sonno avvolse Suor Maria Rosa e arrivò quella voce dal nulla “Alzati presto e vestiti presto e vai alla messa del tuo superiore!”. Senza dubbio, era voce divina perché la suora si alzò di scatto come niente fosse, trovò già pronti sul letto tutti i suoi vestiti ivi compreso una sua tonaca e un velo che stavano in un altro locale lontano chiusi a chiave in un armadio e trovò sul letto persino una cintola persa due anni prima! Dopo essersi vestita di fretta, s’incamminò quasi volando per la messa, come testimoniò un’altra religiosa che non riuscì a raggiungerla data la sua incredibile velocità “Pareva che fusse piuttosto portata che da se camminasse…”.
Suor Maria Rosa quel giorno pregò, s’inginocchiò e, presa da gran fame, andò a mangiare con le altre nel refettorio. Il miracolo si era compiuto, e il medico borghigiano Giovan Andrea Tombaldini e il cerusico Antonio Pinelli testimoniarono nei giorni seguenti il grande stupore per la completa guarigione della suora. Il processo di santificazione di Agnese da Montepulciano poté così avviarsi e concludersi positivamente nel 1726. Tutta la vicenda ha il mio profondo rispetto di credente e l’ho riportata qui soprattutto come notizia storica. Detto questo, un piccolo dubbio però mi rimane in testa; fu il miracolo borghigiano ad agevolare la santificazione oppure fu la necessità di santificare Agnese che agevolò quel miracolo? Sono misteri che, per un verso o per l’altro, sfuggono a ogni umana comprensione e, per sapere com’è andata veramente, che vi devo dire, davvero ci vorrebbe un miracolo!
Fabrizio Scheggi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 22 Giugno 2020