“Vestem”, a Vicchio una speciale mostra di Letizia Strigelli
VICCHIO – A Vicchio, nella sede della “Scuola Diffusa del Mugello”, alla Casa Benvenuto Cellini, si svolge un annuario d’arte. Dodici mostre, una per ogni mese dell’anno realizzate da artisti locali in collaborazione con il Comune e la ProLoco.
Ed il prossimo sabato 13 aprile, alle 17.00, verrà inaugurata la quarta “tappa” di questo percorso, realizzata dall’artista palazzuolese Letizia Strigelli, che sarà presente, dal titolo “Vestem”, un viaggio alla scoperta degli abiti non come indumento puramente estetico e glamour ma andando in profondità analizzando il significato profondo della parola latina: “dolce involucro dell’anima”.
Quindi, a Casa Benvenuto Cellini a Vicchio saranno esposti dieci abiti/sculture, a grandezza naturale, tutti riferiti ad un preciso sentimento: Amore, dolore, rabbia….; formati da tanti materiali diversi dalla stoffa al metallo passando per la carta.
“La mia formazione classica – racconta l’artista – mi ha portata a pensare a questa mostra. Infatti, ho attinto alle forme della letteratura e della mitologia classica, è da lì che parto sempre. E con questi abiti ho cercato di esporre cosa significa mostrarsi al pubblico; in un mondo in cui l’abito è un biglietto da visita, in cui s’indossa una maschera per coprire i propri sentimenti davanti agli altri. Si usano gli abiti per uniformarsi agli altri, per nascondersi. Io ho fatto il percorso opposto, la mia mostra è un ‘vestirsi’ per mostrarsi ‘nudi’ al mondo”.
E sono molte le opere che rendono molto chiaro il concetto di Letizia Strigelli, come “Radiografia di un abito” che mostra l’interno di un abito, con tutti i suoi filamenti. Oppure “Recto Verso” che vede due sculture, poste l’una d’avanti all’altra: un kimono nero su bianco ed il suo opposto realizzato su carta sopra alla quale l’artista ha plasmato una sorta di lattice che ha reso la scultura malleabile, dandole corposità. Un’opera, anzi due, che rappresentano introspezione e dignità. “Quella – spiega Strigelli – che spesso traspare nella cultura giapponese, il contrario di quella mediterranea che esprime sempre apertamente i propri sentimenti”.
Un’artista molto eclettica Letizia che racconta: “Sono di Palazzuolo sul Senio ma ho girato il mondo, in particolare il Messico ed il Cile hanno molto influenzato la mia ‘arte tessile’. In molti mi chiedono perché la definisca così e prendo l’occasione per rispondere adesso: perché nasce dal mondo della tessitura ma l’ho sviluppata a modo mio, in maniera tridimensionale usando fili di rame ed alti metalli al posto del più tradizionale cotone, che comunque utilizzo lo stesso”.
La mostra, che verrà inaugurata il 13 aprile alle 17.00, sarà aperta anche domenica 14 ed il fine settimana successivo dalle 16.00 alle 19.00.
Irene De Vito © Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 Aprile 2024