Tebaldo Lorini: la ricerca della tradizione, dalla cucina al romanzo
BORGO SAN LORENZO – Dopo il riconoscimento ottenuto alla carriera durante la prima edizione dell’Ingorgo Letterario a Borgo, lo scrittore Tebaldo Lorini è stato insignito di un altro premio, anche questo alla carriera, dal Centro Culturale Firenze-Europa “Mario Conti” per “lo studio e la narrazione di tradizioni gastronomiche toscane e, in specie, mugellane, coordinato con significative biografie di artisti di quello splendido territorio”. Un premio che celebra la lunga ed importante carriera di uno scrittore che ha attraversato in oltre trenta’anni di scrittura, vari generi, dal romanzo al giallo fino ai libri sulla cucina mugellana.
Cosa ha provato nel Salone dei Cinquecento? È stata un’emozione indescrivibile. Essere premiato tra i primi, quando la sala era pienissima, è stato un momento veramente importante. Credo che nemmeno il Premio Nobel, che viene consegnato a Stoccolma, possa donare ai vincitori la bellezza di una vista come quella del Salone del Cinquecento.
Quando ha iniziato a scrivere? E che cosa l’ha spinta? Sono sempre stato un amante della storia, dei paesaggi e delle tradizioni mugellane. Tanti anni fa iniziai una collezione, quella delle cartoline storiche, perchè mi permetteva di conoscere il Mugello per come era prima che nascessi. Da questa mia passione, nacque nel 1983 l’idea di pubblicare un libro di raccolta di questi scorci fotografici del Mugello per far conoscere le radici di ciò che abbiamo intorno. Fatto questo primo passo, diciamo che mi è stato quasi naturale continuare a scrivere, abbinandoci ad un’altra mia grande passione: le tradizioni, di come era la vita un tempo, dal cibo fino alle abitudini contadine.
Qual è stato il libro che le ha dato più soddisfazione? Ogni libro da soddisfazione, perché frutto di ricerche e passioni che ho coltivato e continuo a coltivare. Sicuramente ‘Mugello in Cucina’ del 1983 è stato importante, perché si tratta del primo che ho scritto in ambito culinario, andando a riscoprire tutte le ricette tradizionali che venivano fatte dai contadini con i prodotti che la terra offriva. Ricordo che lo presentai ad una grande manifestazione che si chiamava ‘Firenze a Tavola’, dove c’erano giornalisti da tutta Italia che non avevano idea di dove fosse il Mugello, e per la prima volta un libro ne parlava sotto il punto di vista culinario. Un altro libro importante è stato “I pittori mugellani tra 800 e 900”, sicuramente a livello di vendite perchè di fatto è il libro che ho venduto di più, dove racconto la storia di 13 pittori, tra conosciuti e meno, del Mugello. E poi ‘Il podere di Lutiano’ del 2008, un romanzo giallo dove attraverso l’albero genealogico della mia famiglia faccio rivivere i miei antenati attraverso un viaggio nella storia dal 1600 ad oggi.
Quanti libri ha scritto finora? Ho scritto 25 libri, anche se alcuni si potrebbero definire piuttosto dei “fascicoli”.
Più facile scrivere un romanzo o un libro di cucina? Sono due cose diverse, ma hanno un punto di contatto: in entrambi i casi bisogna fare tantissime ricerche. Nel caso del romanzo soprattutto, perché anche se si racconta una storia ‘di fantasia’, ci devono comunque essere delle basi profondamente reali, sennò il lettore non si ritrova.
E il legame con il teatro com’è nato? Il legame con il teatro è strettamente connesso a Marco Paoli, e l’amicizia che mi lega con suo padre Beppe. Conosco Marco da tempo, e parlando con lui una volta mi chiese di romanzare un racconto, di cui lui poi sviluppò la sceneggiatura, che era “Il sogno di Giotto”. Da lì continuammo con “Il pievano Arlotto” e “L’esilio di Dante”, che devo dire grazie all’abilità che ha Marco nello scrivere per il teatro, sono stati dei grandi successi di pubblico. L’ultimo lavoro a cui abbiamo collaborato è stato qualcosa che mi ha toccato nel profondo, in quanto grande conoscitore di Fabrizio De André. E devo essere sincero: quando venne da me a propormi questa cosa, all’inizio ero riluttante, ma quando mi spiegò che avrei dovuto scrivere le emozioni che le canzoni di Faber suscitano in un fan, allora mi sono convinto. E devo dire che è stato un bene, perchè lo spettacolo “Una storia fragile” è stato un successo, complici anche le musiche portate in scena da Goffredo Rontini.
Progetti nel cassetto? Mi piacerebbe scrivere una cosa simile a “Il podere di Lutiano’ su un altro Lorini, che lavorò in Toscana, a Venezia, a Bergamo, a Brescia ed in altre parti d’Italia come architetto militare. Mi piacerebbe molto fare un romanzo su di lui.
Andrea Pelosi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 dicembre 2018